venerdì 26 dicembre 2014

PROSCIUTTO GLASSATO

Quest'anno per Natale (anzi per Santo Stefano perchè il 25 eravamo dalla suocera) ho deciso di provare a cucinare il prosciutto glassato seguendo la ricetta di Giallo Zafferano ed è stato un successone.
Devo dire che questo piatto è tutto tranne che economico, a dispetto di quello che il sito afferma. Il coscio di maiale che serve (di circa 3 kg) l'ho pagato sui 35 euro, più tutte le varie spezie (e ne servono parecchie) per non parlare del fatto che non avevo una pentola sufficientemente capiente e che per fortuna in questo mi ha aiutata mia suocera. Insomma: un piatto da fare una volta all'anno al massimo!
Il gusto è ottimo, questo è fuori discussione. Delicato e originale per via della glassa al miele speziato e morbidissimo grazie alla cottura in pentola e a tutti gli odori che lo hanno insaporito. Non è un piatto particolarmente difficile da preparare, solo un pò lungo. Le fasi sono due: la cottura in pentola che richiede circa 2 ore più il tempo per far bollire l'acqua e la cottura in forno con la glassa che lo rende croccante.
Di sicuro è una ricetta buona e originale.

PROSCIUTTO GLASSATO

- coscio di maiale da 2,5/3 kg circa
- 1 costa di sedano
- 1 cipolla
- 2 spicchi d'aglio
- 1 carota
- 1 cucchiaio di semi di finocchio
- 10 bacche di ginepro
- chiodi di garofano q.b.
- sale 50 g. circa
- 300 g. miele
- 1 arancia
- 1 cucchiaio di cannella
- 1 cucchiaio di paprika dolce
- olio evo q.b.

Prendiamo la carne, laviamola bene e mettiamola sotto sale per un paio di giorni, in questo modo si insaporirà.
Il giorno in cui decidiamo di cuocerla mettiamola all'interno di una pentola capiente che possa contenerla per intero, aggiungiamo un filo d'olio evo, il sedano, la cipolla e la carota tagliati a pezzetti. Uniamo poi il sale, l'aglio, i semi di finocchio, le bacche di ginepro, una manciata di chiodi di garofano e infine ricopriamo interamente con acqua fredda.
Accendiamo il fuoco a fiamma vivace e portiamo a bollore con il coperchio non sigillato (nel mio caso sono serviti quasi 60 minuti), a questo punto abbassiamo il fuoco e lasciamo cuocere per 2 ore abbondanti.
Nel frattempo prepariamo la salsa mescolando il miele con il succo d'arancia, poi uniamo la cannella e la paprika e facciamo scaldare sul fuoco continuando a mescolare.
Lasciamo raffreddare la carne all'interno dell'acqua di cottura, poi adagiamola su un tagliere e togliamo delicatamente la pelle con un coltellino. Ora pratichiamo dei taglietti fino a formare un reticolo e ad ogni incrocio inseriamo un chiodo di garofano.
Spennelliamo tutta la superficie con la glassa e inforniamo a 250° per 15 minuti. Trascorso questo tempo spennelliamo ancora e inforniamo per altri 15 minuti.
Serviamo il prosciutto con un pò di glassa da aggiungere ad ogni fettina e buon appetito!

martedì 16 dicembre 2014

CRESCENTA CON AVANZO DI LIEVITO MADRE POLISH

Da quando ho scoperto il lievito naturale in forma polish non l'ho più abbandonato. A differenza della pasta madre solida che bisogna impastare con le mani e rinfrescare almeno una volta alla settimana, il lievito semi-liquido (questo significa polish, con un'idratazione dell'80%) si rinfresca tranquillamente con il cucchiaio di legno e si può lasciare in frigorifero anche 1 mese senza per forza doverlo nutrire.
Ovviamente però quando serve va rinfrescato più volte per renderlo attivo e spesso capita di trovarsi con un avanzo piuttosto consistente. A questo punto sorge la solita domanda che chi è abituato a risparmiare si pone inevitabilmente: che fare dell'esubero?
In rete ci sono molte ricette per riutilizzare l'avanzo della pasta madre solida ma pochissime per quella polish. Lo stesso sito vivalafocaccia.com suggerisce solo la preparazione di alcune frittelle che, si sono anche buone, ma in realtà danno poca soddisfazione. E poi diciamocelo, a forza di rinfrescare ci troviamo a smaltire anche 300 g. di pasta madre, sai quante frittelle vengono fuori?
E allora oggi vi posto una ricetta semplice semplice per il riuso dell'esubero di lievito naturale polish e vi garantisco che ogni tanto abbonderete con il rinfresco solo per preparare questa crescenta morbidissima!

CRESCENTA CON AVANZO DI LIEVITO MADRE POLISH

- 250 g. avanzo di lievito madre in forma polish
- 250 g. farina manitoba
- 250 ml acqua tiepida
- 15 ml olio evo
- 8 g. sale
- 1 cucchiaino di malto

Mettere tutti gli ingredienti nell'impastatrice e avviare con la foglia ad una velocità media. Lasciare lavorare per circa 10 minuti.
Nel frattempo accendiamo la luce del forno per scaldare leggermente e facciamo bollire un pentolino d'acqua sul fuoco.
Versiamo il composto in una teglia ricoperta di carta forno e mettiamo a riposare nel forno spento con luce accesa. Sotto inseriamo il pentolino di acqua bollente e lasciamo lievitare per almeno 4 ore.
Attenzione: il composto si espanderà moltissimo e crescerà in altezza quindi usate una teglia delle giuste dimensioni: non troppo piccola ma neanche troppo grande altrimenti vi ritroverete una crescenta bassa e poco soffice.
Cuocere in forno caldo a 200° circa per 30 minuti controllando la doratura.

giovedì 4 dicembre 2014

BIGNE' ALLA CREMA

Ieri sera ho visto una puntata di Masterchef e nel pressure test i concorrenti dovevano creare una bellissima piramide di bignè alla crema. Come resistere alla tentazione di farli in casa? Si è vero esistono quelli confezionati nei supermercati che si possono farcire a piacere, ma forse non tutti sanno che la pasta choux è davvero veloce da preparare e, se si ha un minimo di esperienza in cucina, nemmeno troppo difficoltosa. Inoltre è fatta di ingredienti che abbiamo tutti in frigorifero (così come la crema pasticcera) e, cosa non meno importante, sono tutti ingredienti economici. Vogliamo provare?


PASTA CHOUX PER BIGNE' (dose per 18/20 bignè)

- 50 g. burro
- 2 uova medie
- mezzo cucchiaino di zucchero
- mezza bustina di vanillina
- 100 ml acqua
- 65 g. farina
- un pizzico di sale

Prendiamo il burro, tagliamolo a pezzettini e mettiamolo in un pentolino con l'acqua. Aggiungiamo il sale e lo zucchero e portiamo a bollore.
Spegniamo il fuoco e aggiungiamo la farina setacciata, quindi mescoliamo con un cucchiaio di legno e riaccendiamo il fornello. Lasciamo cuocere continuando a mescolare ancora per un paio di minuti, fino a quando diventa una palla compatta e si stacca bene dalle pareti.
Lasciamo raffreddare completamente, poi mettiamo l'impasto in una planetaria (o in una ciotola a mano) e aggiungiamo le uova A TEMPERATURA AMBIENTE una alla volta, solo dopo che la prima si è completamente assorbita aggiungiamo l'altra.
Ora il composto dovrebbe essere liscio, omogeneo e "filante" se lo solleviamo con il cucchiaio. Mettiamolo in una sac a poche e spremendo delicatamente formiamo tante palline allineate su una teglia rivestita di carta forno. Se volete potete farlo con un cucchiaio ma state attente a dare la forma giusta.
Cuociamo in forno caldo a 150° circa per 30 minuti. Spegniamo il forno e lasciamo dentro la teglia per qualche minuto con lo sportello aperto per lasciarli asciugare bene.

Prepariamo la crema pasticcera seguendo questa ricetta
http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2012/04/la-vera-crema-che-sa-di-uova.html
e quando anche questa sarà fredda procediamo a riempire ogni bignè.
Buon appetito!

domenica 30 novembre 2014

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON VASETTI DI OMOGENEIZZATI

Quest'anno per Natale ho preparato una sorpresa per mia figlia riciclando i vasetti di omogeneizzati che uso per la piccola. Mi piange il cuore all'idea di buttarli via e anche se non ho potuto tenerli tutti, almeno in parte sono riuscita a riutilizzarli.
Abbiamo già il nostro classico calendario con i cioccolatini (e quello non ce lo toglie nessuno), ma volevo realizzare qualcosa di creativo, di intelligente, che non prevedesse i classici dolcetti spaccadenti o peggio ancora giochini o perline da spargere per casa.
Mi sono imbattuta in questo sito http://www.piccolini.it/calendario-avvento/25/ dove ho trovato un sacco di favolette per bambini inerenti al Natale, una per ogni giorno dell'avvento. In un attimo ho avuto l'illuminazione!

Ho stampato i racconti (sono appunto 25) su fogli fronte retro in modo da averne uno intero per pagina, li ho piegati e inseriti in ogni vasetto vuoto. Ho realizzato i numeri a mano da mettere sui tappi, li ho ritagliati e incollati e poi li ho richiusi.
Ho poi tagliato un cartone a forma di albero di Natale e ho incollato i vasetti in ordine sparso seguendo la forma di albero di Natale e voilà!

Ogni giorno dell'avvento una storia che parla di Natale, un modo per avvicinare i bambini sia al vero significato di questa festa ormai estremamente consumistica, sia alla lettura e alla bellezza della parola scritta.
Che ne dite?

sabato 15 novembre 2014

ORSETTO DI RISO ALLO ZAFFERANO

No non sono impazzita: con quello che costa lo zafferano non avrei mai pensato di inserire una ricetta del genere nel mio blog, che per principio va contro ad ogni tipo di spreco. Qualche tempo fa avevo trovato un'offerta del 50% e ne avevo comprate 3 bustine, quindi oggi ho deciso di provare a fare il risotto alla milanese.
Ovviamente mia figlia ha storto il naso non appena entrata in cucina "Mamma cos'è quella roba puzzolente?" mi ha detto molto dolcemente.... "E' il tuo pranzo" ho risposto " Mettiti il cuore in pace perchè oggi si mangia il risotto giallo" " E di cosa sa?" " Di niente, lo zafferano da solo il colore, è praticamente insapore".
Non ero riuscita a convincerla fino in fondo e allora mi è scattata l'idea! Rendere irresistibile un piatto a volte richiede davvero un minimo sforzo, soprattutto se si tratta di dover accontentare dei bambini.
Ho preso un coppapasta e qualche verdura già cotta che avevo nel frigo e volià, ecco l'orsetto di riso giallo!
Le dosi non le metto perchè come sempre in questi casi sono andata ad occhio e a gusto.

ORSETTO DI RISO ALLO ZAFFERANO

- riso
- 1 bustina di zafferano
- burro
- 1 dado vegetale
- cipolla (surgelata in questo caso)
- verdure per decorare (zucchine, carote e fagiolini)
- vino bianco


Prendiamo una padella e facciamo sciogliere un pò di burro (io ne avrò messI 30 g. al massimo). Aggiungiamo la cipolla surgelata e il riso per tostarlo e dargli sapore. Nel frattempo prepariamo del brodo vegetale con il dado e lasciamolo bollire. Dopo qualche minuto, quando il riso ha assorbito il burro sfumiamo con un pò di vino bianco e mescoliamo bene. Quando anche questo si sarà assorbito aggiungiamo un paio di mestoli di brodo e continuiamo questa operazione fino a completa cottura. Poco prima della fine facciamo sciogliere lo zafferano in poco brodo e aggiungiamolo al riso, vedrete subito il colore giallo intenso. Mettiamo una noce di burro per insaporire ulteriormente e una volta spento il fuoco mantechiamo con una spolverata di parmigiano. Nel mio caso non c'è stato bisogno di aggiungere sale.
Per fare la faccina dell'orso usiamo un coppapasta, schiacciamo bene dentro il riso e pareggiamolo con un cucchiaio, poi mettiamo le zucchine per fare le orecchie, le carote per gli occhi e il fagiolino per la bocca.
Più semplice di così...

venerdì 14 novembre 2014

FOCACCIA SVUOTAFRIGO IN PADELLA CON LIEVITO ISTANTANEO

Ultimamente mi capita sempre più spesso di non avere il tempo di fare niente. Persino cucinare è diventato difficile, con una bimba di 9 mesi lanciata alla scoperta della casa e del mondo, una di 7 anni nel pieno della crescita e una casa da pulire e riordinare. Nel limite del possibile cerco ancora di preparare quello che posso con le mie mani per non ricorrere a piatti già pronti e poco sani e l'altra sera ho provato una ricetta fantastica, ideale per chi come me non ha tempo da perdere. Non necessita di lievitazione perchè si usa il lievito istantaneo e anche se mi dispiace ammetterlo, ultimamente ho abbandonato nel frigorifero la mia pasta madre in versione solida e poolish e mi sono data al lievito chimico. Non temete comunque, conto di resuscitarle al più presto!
La mia amica Sandy (ve la ricordate quella dei biscotti senza burro e senza uova?) mi ha passato questa ricetta e io ci tengo a passarla anche a coloro che leggono il mio blog (sarete almeno una decina, che dite??)
Ovviamente si può farcire con qualunque cosa abbiate da smaltire, si tratta dell'ennesima focaccia svuotafrigo buona e comoda. Cotta in padella ci permette di risparmiare sulla bolletta perchè non dobbiamo usare il forno e i tempi di cottura sono davvero brevi: 16 minuti in tutto! Siete pronte? Cominciamo!

FOCACCIA SVUOTAFRIGO IN PADELLA CON LIEVITO ISTANTANEO
(dosi per circa 4 persone)

- 250 farina 00
- 100 ml acqua
- 50 ml latte
- mezza bustina di lievito istantaneo per torte salate
- 12 ml olio evo
- 8 g. sale circa
- un pizzico di zucchero

- crescenza
- verdure cotte e condite (nel mio caso)

Prendiamo una ciotola e setacciamo lievito e farina. Aggiungiamo tutti gli altri ingredienti e mescoliamo con le mani fino ad ottenere una palla. Mettiamola su un tagliere e lavoriamola fino a quando non diventerà elastica e non appiccicosa, se fosse necessario possiamo aggiungere un pò di farina. Dividiamola in due parti uguali e con il mattarello stendiamo l'impasto fino a formare 2 cerchi. Ungiamo un pezzo di carta assorbente con un goccio di olio evo e passiamolo sul fondo di una padella. Posizioniamo il primo cerchio di pasta, aggiungiamo la farcia (nel mio caso crescenza e verdure del brodo della piccola da smaltire) e chiudiamo infine con il secondo cerchio. Sigilliamo i bordi chiudendoli verso l'alto, arricciando un pò le estremità. Mettiamo sul fuoco la padella e cuociamo 8 minuti per lato.
Buonissima!

mercoledì 5 novembre 2014

BOMBE DI PANE RIPIENE


Esperimento dell'altra sera dell'ultimo minuto. Non avevo molto tempo quindi ho preferito usare il lievito di birra in polvere al posto della pasta madre, che mi ha permesso nel giro di un paio d'ore di fare il tutto.
Si tratta di palline di pane ripiene di quello che volete, principalmente si tratta di una ricetta svuotafrigo. Io ho messo dentro mozzarella e un pò di verdure, sia per farle mangiare a mia figlia (le inserisco ovunque ormai) sia perchè ne avevo tantissime da smaltire. Essendo nel pieno della fase di svezzamento della piccola di quasi 9 mesi ogni giorno ho almeno un piatto di verdure varie già cotte, scondite e da consumare... che fare? Beh le ho spezzettate tutte, le ho condite e le ho messe dentro a queste bombe. Risultato? Una bontà!
C'è però da dire che la ricetta originale prevede una dose di acqua che io ho trovato eccessiva e che ha lasciato l'impasto troppo bagnato, così bagnato che non sono riuscita a lavorarlo. Allora l'ho suddiviso in pezzetti e uno per volta li ho infarinati un pò per poterli modellare con le mani. Se decidete di provare questa ricetta consiglio caldamente di calare la quantità di acqua (o di aumentare la farina, dipende da quante ne volete fare). Io scrivo in ogni caso le dosi originali, poi regolatevi voi.

BOMBE DI PANE RIPIENE

- 250 g. farina manitoba
- 250 farina 00
- 1 busta di lievito di birra
- 1 uovo
- 300 ml acqua (che io calerei a 250 o anche meno)
- 8 g. sale
- mozzarella
- verdure



Io ho messo tutto nella planetaria e ho lasciato andare con la foglia per circa 10 minuti. Poi ho messo l'impasto in una ciotola coperta con pellicola, lasciata nel forno spento con la luce accesa per un'ora e mezzo circa (o comunque fino a che non ha raddoppiato il volume).
A quel punto come dicevo prima ho spezzettato l'impasto, ho infarinato ogni pezzo, poi gli ho dato una forma circolare, ho inserito nel centro un pezzo di mozzarella e un cucchiaino di verdure e ho richiuso bene i lembi per non far uscire il ripieno. Ho messo le bombe su una teglia ricoperta da carta forno, ho lasciato lievitare ancora 30 minuti e poi ho spennellato la superficie con un rosso d'uovo e infine ho infornato a 180° per circa 25/30 minuti.
Servite le bombe ancora tiepide. Se volete potete congelarle e al momento del pasto scaldatele un pò nel forno.
Buon appetito!

martedì 4 novembre 2014

TACCHINO SEGNAPOSTO CON VASETTO DI OMOGENEIZZATO


Insieme al menù del Ringraziamento (già ampiamente spiegato nel post precedente) per festeggiare degnamente serve una tavola ben imbandita e dai colori autunnali.
Si perchè oltre al piacere di cucinare piatti insoliti e di avere la famiglia riunita per un giorno, il bello di organizzare questo pranzo per quanto mi riguarda sta anche nel celebrare una stagione che io adoro: l'autunno. Portare in tavola un pò di natura insieme ai suoi incredibili colori caldi è meraviglioso per me. E allora avanti con le zucche, con l'uva, con i melograni, con le castagne, con le foglie secche gialle, rosse e marroni.
E i segnaposti?
Dovevo coinvolgere la mia figlia più grande in qualche modo, no? E se alla vista del tacchino crudo è scappata via terrorizzata, sulla realizzazione di qualche decorazione autunnale sono riuscita ad incastrarla.
Erano mesi che mi chiedevo cosa farne di tutti quei vasetti di omogeneizzati che mi erano rimasti nella credenza. Alcuni li ho buttati, è vero, ma con quello che costano mi piange il cuore non riutilizzarne nessuno... e in un baleno ecco la soluzione!
Io e la mia piccola grande peste ci siamo messe all'opera e nel giro di un'oretta siamo riuscite a realizzare questi bellissimi segnaposti dalle sembianze di tacchini, con tanto di bigliettino interno con il nome della persona. Non sono simpaticissimi? Sono bastati dei cartoncini colorati, qualche pennarello, forbici, nastro adesivo e un pò di fantasia.. ah e naturalmente anche i nostri vasetti di omogeneizzati vuoti!
I suoi occhi si sono illuminati quando una semplice idea le ha permesso di realizzare materialmente qualcosa con le sue mani e questo ancora una volta mi dimostra quanto sia importante la manualità per la crescita di un bambino, molto più che trascorrere ore ed ore davanti alla televisione o peggio ancora ad armeggiare con tablet o videogames.
Ogni commensale si è portato a casa il suo segnaposto in ricordo di questa giornata e dato che ancora i vasetti vuoti abbondano in casa nostra, a presto nuove idee per riutilizzarli ancora e ancora.

domenica 2 novembre 2014

IL TACCHINO RIPIENO SPEZIATO - HAPPY THANKSGIVING!

Anno nuovo ricetta nuova.
Per chi ancora non lo sapesse da qualche anno a questa parte ogni autunno mi diletto nel preparare il classico pranzo del Ringraziamento, seguendo le ricette americane il più possibile fedeli alle originali. Su internet di trova di tutto, da quelle irrealizzabili a quelle reinterpretate con ingredienti nostrani (che personalmente trovo assurde). Bisogna spulciare strato dopo strato, sito dopo sito, per trovare la ricetta vera e buona, con ingredienti che possano piacere e soprattutto spiegata come si deve, senza sorprese dell'ultimo momento. Confido nel fatto che chi afferma di pubblicare le ricette americane sappia quello che dice e che non si inventi nulla, ad ogni modo quella di quest'anno era veramente ottima, così ho deciso di postarvela.
So che state pensando "perchè cavolo dovrei cucinare un tacchino ripieno in Italia se non abbiamo un motivo per festeggiare come fanno oltreoceano?" Me lo sento ripetere ogni anno dai miei commensali, che puntualmente si lamentano del fatto che vengono sfamati da un menù insolito dal sapore non proprio tradizionale. Si, siamo in Italia, e allora? Non andiamo forse a mangiare cinese o marocchino, o indiano nei nostri ristoranti preferiti? Cosa cambia? Ve lo dico io: niente! Se poi chi contesta afferma che la festa del Ringraziamento ha una base storica che non appartiene al popolo italiano, allora ha perfettamente ragione, tanto più che il Thanksgiving viene fatto l'ultimo giovedì di novembre e non certo il 2 che tra l'altro è la commemorazione dei defunti. In questo caso io rispondo che il bello di questa festa è poter stare tutti insieme seduti ad un tavolo, consumando un pranzo unico che nessun altro al di fuori di me preparerebbe mai nella mia famiglia! Nel mio caso la scelta della data è puramente casuale, in base agli impegni di tutti e del calendario dell'anno. Sinceramente l'idea di fare un pranzo del genere molto vicino a Natale non mi piace perchè appesantisce troppo, così ho pensato di anticiparlo e il caso ha voluto che ieri fosse la domenica del tacchino, a casa mia.
Per quanto riguarda la scelta di festeggiare il Thanksgiving... beh, sarà che sono cresciuta a film e telefilm americani, sarà che ho visto la scena del pranzo del Ringraziamento milioni di volte in ogni tipo di pellicola, sarà che amo cucinare, sarà che mi piace provare ricette nuove e un pò particolari, fatto sta che non riesco a resistere. Ogni anno preparo questo menù e qualunque cosa ne dicano i tradizionalisti, a me piace proprio tanto!
Ma veniamo a noi e alla ricetta del mitico turkey.

L'anno scorso ho seguito quella classica
http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2013/10/tacchino-ripieno-ricetta-americana-del.html
(che secondo me è anche la più semplice) ma c'è stato chi ha storto il naso per l'uso del timo e della maggiorana come erbe aromatiche previste per profumare la carne, così quest'anno ho optato per una versione più speziata e saporita.

L'avevo vista in tv durante una puntata del programma di Nigella, in cui la cuoca inglese preparava il tacchino per Natale ma non mi ricordavo i singoli ingredienti, così ho cercato online.
La differenza sta nella marinatura, che è fondamentale per ammorbidire e insaporire la carne.
Nella ricetta dell'anno scorso il tacchino appena uscito dalla macelleria andava spulciato da tutte le piume rimaste, pulito bene dentro e fuori e immerso in acqua e aceto per un giorno intero. Non che si sentisse l'aceto al momento del pasto, ma la carne non era profumata, nè particolarmente speziata. In questa versione invece, dopo aver pulito e lavato bene l'animale, lo si immerge immediatamente in acqua fredda dentro ad un catino da bucato abbastanza grande da contenerlo insieme a:

- 125 g. sale fino
- 200 g. zucchero di canna
- 1 stecca di cannella a pezzi
- 1 radice di zenzero fresco con la buccia
- 1 arancia tagliata a metà
- 2 limoni tagliati a metà
- 2 cipolle tagliate in 4 con la buccia (ovviamente lavate e private del primo strato di pelle)
- 4 chiodi di garofano
- 4 cucchiai di sciroppo d'acero
- 4 cucchiai di miele
- qualche rametto di rosmarino e salvia

Ci sarebbero volute anche 4 stelle d'anice ma io non le ho trovate da nessuna parte, così non le ho messe.

Lasciamo il tacchino in ammollo per 2 giorni, coperto da un asse o da un tagliere pesante e lasciato in terrazzo o in frigo se ne abbiamo uno veramente gigante.
Diciamo quindi che per mangiare la domenica, dobbiamo iniziare la preparazione il giovedì, tenere il tacchino in marinatura fino al sabato, diciamo a mezzogiorno. Dobbiamo avere il tempo di farlo sgocciolare bene e asciugarlo dentro e fuori. Successivamente dobbiamo strofinare le carni esterne e interne con mezzo limone e metterlo sotto sale (usando il sale grosso) sia dentro che fuori. 

Da questo momento in poi procediamo come nell'altra ricetta: prepariamo il ripieno e quando si sarà raffreddato lo inseriamo dentro al tacchino, cucendo prima il buco della testa e poi quello della coda. Con qualche giro di spago leghiamo bene il tutto e mettiamo tra le zampe qualche rametto di rosmarino.


Rimettiamolo in terrazzo per tutta la notte del sabato e domenica di prima mattina accendiamo il forno a 180°. Come dicevo l'anno scorso bisogna contare 1 ora per chilo circa. Io avevo un tacchino da 6,2 kg. e volendo restare larga con i tempi l'ho messo in forno alle 6 del mattino. State attenti a non farlo bruciare nella parte alta; copritelo da subito con un foglio di carta forno unto di olio evo e controllatelo spesso. aggiungete un bicchiere di vino al fondo dopo un paio d'ore e spennellate la superficie dell'animale con il sughetto ogni 40 minuti circa per mantenere morbida la carne.
Se si scurisce troppo abbassate il forno a 160°, se potete fatelo scaldare solo nella parte inferiore in modo che non cuocia troppo la superficie. 
Una volta cotto lasciatelo in forno spento per 40 minuti circa. 


Ed eccolo qui il nostro tacchino ripieno! Ora non resta che servirlo insieme al purè di patate dolci e alla salsa di mirtilli che andrà versata sulla carne. Ah mi raccomando, non dimenticatevi il magico ossicino portafortuna che va preso da due persone e dopo aver espresso ognuno un desiderio andrà spezzato nello stesso momento. Chi si ritroverà in mano la parte più grande vedrà realizzarsi il proprio desiderio... 
Buon appetito!!!

venerdì 31 ottobre 2014

GNOCCHI DI PATATE VIOLA


L'altro giorno ero al supermercato e mi sono trovata davanti una confezione di patate viola. Era tanto che le cercavo perchè ne avevo sentito parlare ma non ero mai riuscita ad assaggiarle e così oggi ho fatto gli gnocchi.
Non sono di facile reperibilità, credo che si trovino più che altro in questo periodo. Io le ho prese al Carrefour: 600 g. per € 1,86, un prezzo più che accettabile per provarle.
Il colore viola nel cibo è qualcosa che raramente troviamo e secondo me è bellissimo. Gli gnocchi preparati con questo tipo di patate fanno un gran figurone quindi ve li consiglio se avete ospiti a pranzo o volete impressionare qualcuno.
Il sapore non è molto diverso dalle patate classiche, forse sono un pò più dolci ma niente di strano. La ricetta che avevo io non prevedere l'uso del sale e io non l'ho messo se non nell'acqua per bollirle ma io vi consiglio di metterne un pizzico anche nell'impasto.

GNOCCHI DI PATATE VIOLA

600 g. patate viola
1 uovo
200 g. farina

PER LA SALSA AL PARMIGIANO

300 ml latte
30 g. burro
30 g. farina
100 g. parmigiano

Per prima cosa laviamo bene le patate sotto l'acqua corrente e mettiamole a cuocere in una pentola con abbondante acqua salata per circa 30/40 minuti.
Scoliamole, lasciamole raffreddare e sbucciamole. Per questa operazione consiglio l'uso di un paio di guanti di plastica perchè il colore viola rimane sulle mani, quindi occhio!
Passiamo le patate nel passaverdure, aggiungiamo farina e uovo e impastiamo bene con le mani. Su un tagliere infarinato facciamo tanti filoncini con l'impasto, poi con il coltello tagliamo gli gnocchi della misura desiderata.
Mettiamoli a riposare su un tagliere infarinato e cosparso di pan grattato.
Nel frattempo prepariamo la salsa di accompagnamento.
Mettiamo su un pentolino il burro, facciamolo sciogliere e aggiungiamo a pioggia la farina, mescolando con una frusta a mano per non creare grumi. Aggiungiamo il latte tiepido poco alla volta sempre mescolando con la frusta e lasciamo addensare sul fuoco (ci vorranno pochi minuti) continuando a mescolare. Spegniamo il fuoco e aggiungiamo il parmigiano, mescoliamo e lasciamolo sciogliere per bene.
Cuociamo gli gnocchi in acqua salata, non appena verranno in superficie scoliamoli e serviamoli ben caldi con la salsa al parmigiano.


martedì 14 ottobre 2014

PANETTONE FATTO IN CASA CON LIEVITO MADRE

Se c'è una cosa che amo in cucina sono gli impasti lievitati. Il fatto stesso di sapere che quella palla di farina, acqua e lievito possa trasformarsi in un ammasso di bollicine di alveoli mi fa impazzire. E' un impasto vivo, che si gonfia e cresce in base alla temperatura e alla cura che ci si mette e nel caso della pasta madre questo vale ancora di più. Non ci sono dubbi sul fatto che l'utilizzo del lievito naturale comporti un impegno maggiore, tempi più lunghi ma per come la vedo io anche la soddisfazione finale è molto più grande. Erano settimane che studiavo un modo per fare il panettone in casa, non che io ne vada matta (infatti preferisco il pandoro) ma scegliendo gli ingredienti e omettendo i canditi che non mi piacciono, ho pensato che valesse la pena provare. E avevo ragione.
Dopo il disastro totale della prima volta, dovuto soprattutto alla ricetta e alle spiegazioni poco chiare che avevo trovato online, questa volta sono riuscita a sfornare un panettone soffice, pieno zeppo di alveoli e buono, dal sapore uguale a quello acquistato, anzi più buono!
E' venuto a forma di fungo perchè ho usato uno stampo da 750 g. per un impasto da 1 kg ma è un puro fatto estetico.
Il merito va indubbiamente al mio lievito naturale che per l'occasione ho trasformato in polish, ovvero semiliquido ma sicuramente anche al sito www.vivalafocaccia.com e a Vittorio che ha postato una videoricetta utilissima per i principianti come me. Mi ritengo una principiante perchè ho ancora molto da imparare su questo tipo di lievito, sulle tecniche da usare e sui lievitati in generale. Vittorio ha lavorato in una panetteria per tanti anni e spiega con chiarezza ogni passaggio, aggiungendo consigli pratici e utili.
Per la ricetta originale vi rimando al suo sito che in ogni caso vale la pena di visitare, credetemi.. Io qui mi limito a postare la mia esperienza con il panettone, cercando di essere il più chiara possibile per aiutare chiunque volesse provare.

Prima di iniziare bisogna spendere due parole su alcuni ingredienti. Non fatevi spaventare dal latte in polvere o dal malto d'orzo, o ancora dalla farina Manitoba. Si trovano ma soprattutto alcuni sono indispensabili e altri no. La Manitoba è fondamentale, la trovate alla Coop e al Carrefour senza problemi, il latte in polvere io non l'ho trovato e ho usato 57 g. di latte tiepido (sostituendolo alla dose di latte in polvere + quella dell'acqua in modo che costituisse la parte liquida del secondo impasto), il malto d'orzo io l'ho trovato da Natura si e ho preso quello liquido, non quello in polvere. Gli aromi si trovano senza problemi al supermercato della marca Paneangeli, sono fialette da 50 cent. l'una.

E' indispensabile usare il lievito madre in questa ricetta ma su vivalafocaccia.com c'è anche la versione con lievito di birra.
Io avevo la pasta madre solida e come dicevo prima per questa ricetta serve un lievito semiliquido quindi l'ho trasformato in questo modo:
- primo rinfresco idratazione al 130% (viene liquido)
- secondo rinfresco dopo circa 4 ore idratazione al 100% (ancora piuttosto liquido)
- terzo rinfresco dopo circa 4 ore idratazione all'80% (semiliquido)
Ecco che abbiamo la consistenza giusta. Il polish va idratato all'80%, il che significa che se dobbiamo rinfrescare 50 g. di lievito faremo: 50 g. pasta madre, 40 ml. acqua e 50 g. farina.

PANETTONE FATTO IN CASA CON LIEVITO MADRE
Dosi per 1 panettone da 1 kg

Primo impasto:
- 290 g. farina Manitoba
- 160 g. lievito naturale Polish (semiliquido)
- 3 tuorli
- 95 ml. acqua a temperatura ambiente
- 70 g. zucchero
- 75 g. burro a temperatura ambiente

Secondo impasto:

- 145 g. farina 00
- 25 g. zucchero
- 12 g. latte in polvere
- 3 tuorli
- 45 ml. acqua
- 5 g. sale
- 5 g. miele
- 5 g. malto d'orzo
- 75 g. burro a temperatura ambiente
- 130 g. uvetta
- 60 g. scorza di cedro (facoltativo)
- 60 g. scorza d'arancia (facoltativo)
- 5 gocce di aroma alla vaniglia
- 5 gocce di aroma al rhum

Per il panettone serve la farina Manitoba, fondamentale altrimenti non viene. Se iniziate da zero e non rinfrescate da qualche giorno il vostro lievito consiglio di farlo una volta al giorno per almeno 4 o 5 giorni in modo da renderlo molto attivo e poi il giorno in cui iniziate ad impastare rinfrescatelo 3 o 4 volte a distanza di 3 ore circa. Il lievito polish quando si attiva forma delle bollicine in superficie e nel momento in cui andrete a muoverlo con il cucchiaio di legno vedrete tutti gli alveoli nella parte centrale. Se si presenta così significa che è attivo. Nel giorno dell'impasto, durante gli ultimi rinfreschi usate la farina Manitoba in modo che sia ancora più vivo.

Procedete con il primo impasto la sera, diciamo verso le 19 o 20.
Fate bollire circa 200 ml di acqua, spegnete il fuoco e versatevi dentro l'uvetta.
Mettete nell'impastatrice l'acqua a temperatura ambiente, il lievito, lo zucchero e metà dose di farina. Iniziate ad impastare ad una velocità medio bassa per non surriscaldare il composto.
Una cosa importantissima che ho scoperto è che se l'impasto si scalda non si stacca dalle pareti e il panettone non vi viene come dovrebbe. Per ovviare a questo o mettete la ciotola dell'impastatrice in freezer un paio d'ore, oppure fate come me e appoggiate dei sacchetti congelati fuori dalla ciotola mentre impastate.
Quando il composto ha preso nervo e si stacca dalle pareti aggiungete il resto della farina e i tuorli uno alla volta. Lasciate lavorare bene e vedrete che poco a poco il composto si trasformerà in una palla liscia ed elastica. Ancora una volta aspettate che si stacchi dalle pareti e si formi la rete glutinica poi aggiungete il burro a temperatura ambiente (non fuso) a pezzettini.
Quando è stato tutto assorbito e la pasta è diventata solida ed elastica staccandosi dalle pareti della ciotola, allora è pronta. Ci vorranno circa 50 minuti in totale.
Mettetela in una ciotola infarinata, coprite con pellicola e mettetela in forno spento con la luce accesa per circa 12 ore (quindi dalla sera alla mattina). Dovrebbe triplicare di volume. Controllate la temperatura con un termometro da ambiente, dovrebbe essere sui 30°.
Scolate l'uvetta e lasciatela nel colino tutta la notte in modo che esca tutta l'acqua in eccesso.

Quando la lievitazione è completa procedete con il secondo impasto.
Mettete il primo impasto nell'impastatrice, aggiungete la farina e fate andare la macchina sempre ad una velocità medio bassa.
A parte mescolate con una frusta a mano il resto degli ingredienti (tuorli, miele, malto, sale, zucchero, aromi, latte e acqua). Io come dicevo prima invece di acqua e latte in polvere ( 45 + 12) ho messo 57 ml di latte tiepido.
Aggiungete questo composto all'impasto e lasciate innervare.
E' importante capire e riconoscere questa fase perchè il trucco è tutto qui. La pasta deve diventare elastica e staccarsi dalle pareti. Tenete sempre dei sacchetti di surgelati attorno alla ciotola per mantenere una temperatura costante.
Aggiungete il burro a pezzetti.
Lasciate impastare ancora, ci vorranno circa 50 minuti in tutto.
Aggiungete e uvette e i canditi mettendo prima un pò di farina nella ciotolina in cui li avevate fatti sgocciolare.
Impastate ancora qualche minuto poi prendete fuori la palla, fate un paio di pieghe e lasciatela riposare su un tagliere infarinato per circa 40 minuti, coperta da una ciotola.
Ora fate ancora un paio di pieghe per dare struttura all'impasto, fate una palla e mettetelo dentro allo stampo da panettone (deve riempirlo circa per 3/4), mettete in forno spento con la luce accesa per circa 6 ore, aggiungendo un pentolino d'acqua calda all'interno per non farlo seccare. Quando il centro del panettone arriva al bordo è pronto.
Nel mio caso sono bastate 3 ore.

Ora tenete il panettone all'aria per circa 45 minuti per fargli fare un pò la pelle. Mi raccomando non toccatelo e non muovete lo stampo altrimenti si smonta tutto. Togliete dal forno la grata sulla quale avete adagiato lo stampo e toccare sempre quella, così l'impasto non subirà scossoni.
Con un coltellino praticate un'incisione a croce molto delicatamente.
La versione di Vittorio ora prevede che voi solleviate i bordi, spennelliate l'interno con il burro fuso e poi riadagiate i bordi ma io non me la sono sentita. Ho fatto l'incisione a croce e ho messo una noce di burro al centro. E' andata benissimo così.
Accendete il forno a 200° e quando è ben caldo infornate nel ripiano subito sotto quello centrale. Dopo 6 o 7 minuti aprite il forno, lasciate uscire un pò di calore e abbassate a 190°. Fate cuocere per altri 40 minuti. Se vi accorgete che il panettone tende a strinarsi in superficie perchè è troppo vicino alle serpentine mettete un foglio di alluminio sopra la cupola che nel frattempo si sarà solidificata.

Dopo la cottura infilzate il panettone in basso da entrambi i lati con due ferri da maglia o da spiedini, poi capovolgetelo e lasciatelo raffreddare almeno 12 ore a testa in giù per evitare che si smonti.

Ecco la parte centrale

Da notare l'alveolatura da urlo che è venuta! 
Il panettone si conserva per un paio di settimane chiuso dentro ad un cellophane tipo quello dei fiorai oppure nei sacchetti alimentari di plastica, ma difficilmente durerà così tanto!

lunedì 13 ottobre 2014

FOCACCIA CON AVANZO DI PASTA MADRE

In questi giorni sto rinfrescando la mia pasta madre a più non posso. Ho in progetto alcuni impasti importanti e il mio lievito deve essere al massimo della forma, tanto più che ne sto trasformando una parte anche in polish, quindi semiliquido. Avevo circa 250 g. di pasta solida da smaltire e così ho provato questa ricettina semplice semplice che mi ha risolto la serata in sostituzione del pane.
Io l'ho messa a lievitare nel forno spento coperta con pellicola ma se la volete ancora più alta e soffice vi consiglio di accendere la luce per alzare la temperatura.


FOCACCIA CON AVANZO DI PASTA MADRE

250 g. pasta madre non rinfrescata (la mia era di un paio di giorni)
125 ml. acqua tiepida
250 g. farina
10 g. sale
10 g. olio

Per prima cosa togliamo dal frigo la pasta madre e lasciamo che diventi a temperatura ambiente. Io ho usato 250 g. quindi le dosi di acqua e farina sono state calcolate di conseguenza ma se avete più pasta da smaltire dovrete usare le dosi di un comune rinfresco: metà dose di acqua e la stessa quantità di farina. Praticamente facciamo un rinfresco, poi aggiungiamo olio e sale e impastiamo bene fino a quando diventa una palla liscia.
A questo punto la stendiamo a forma rotonda con il mattarello, la mettiamo in una teglia foderata con carta da forno e la copriamo con pellicola. Come dicevo prima io l'ho messa in forno spento ma se la volete più soffice consiglio di accendere anche la luce.
Lasciamo la focaccia a lievitare dalla mattina alla sera o dalla sera alla mattina, dipende quando vogliamo mangiarla. Io l'ho preparata per cena quindi è rimasta ferma dalle 8 di mattina fino più o meno alle 18.
Prepariamo un'emulsione con acqua, olio e sale, spennelliamola sulla superficie, poi con le dita facciamo i classici buchi nella pasta. Inforniamo a 180° fino a doratura.

giovedì 9 ottobre 2014

TORTA AL CACAO CON ALBUMI E YOGURT


L'altro giorno ho provato a fare il panettone in casa con il lievito madre: è stato un disastro... Non ho ancora capito cosa è andato storto ma ci sto lavorando e conto presto di scrivere un post sull'argomento, non appena riuscirò a sfornarne uno come si deve.
Per l'impasto da 1,5 kg avevo usato la bellezza di 12 tuorli (probabilmente la ricetta era sbagliata) e in frigorifero mi sono trovata a dover smaltire tutti gli albumi! Come fare? Non è che si possano fare chili e chili di lingue di gatto... avevo pensato di fare una Angel cake ma a parte il fatto che non avevo in casa il cremor tartaro, non avevo voglia di cimentarmi in un'altra ricetta difficile, con il rischio che si smontasse anche la torta, oltre al panettone.
Navigando un pò in rete ho trovato questa ricetta buonissima, una specie di ciambellone soffice soffice, ideale per smaltire un pò di albumi, leggero perchè non contiene tuorli nè burro e goloso grazie all'aggiunta del cacao amaro.
L'unità di misura è il vasetto dello yogurt, facilmente sostituibile con un bicchiere di plastica (provate a mettere la farina dentro al vasetto ancora sporco di yogurt.. )

TORTA AL CACAO CON ALBUMI E YOGURT

- 1 vasetto di yogurt (se prendete lo Yomo potete usare qualsiasi gusto di frutta perchè essendo privo di conservanti non si sente l'aroma)
- 3 vasetti di farina 0
- 2 vasetti di zucchero
- 6 albumi
- mezzo vasetto di olio di mais
- 4 cucchiai di cacao amaro (io sono andata ad occhio)
- 1 bustina di lievito
- latte q.b.

Per prima cosa versiamo in una ciotola lo yogurt e lo zucchero e iniziamo a mescolare. Poi aggiungiamo la farina e l'olio, infine il cacao e il lievito. La quantità di cacao dipende dai gusti, diciamo che l'impasto deve diventare scuro ma non troppo, tenendo anche presente che poi con l'aggiunta degli albumi tenderà a schiarirsi.
A parte montiamo gli albumi a neve fermissima (rovesciando la ciotola gli albumi non devono cadere) e incorporiamoli delicatamente all'impasto mescolando con una spatola o un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto.
Versiamo il composto in uno stampo piuttosto grande e inforniamo a 180° per 25-30 minuti. Facciamo la prova dello stuzzicadenti per essere sicure della cottura.
Se volete potete gustare questa torta con una spolverata di zucchero a velo o anche semplicemente così.

lunedì 6 ottobre 2014

GUFETTI, FANTASMINI E ZUCCHE DI POLENTA

Se anche voi avete un figlio che non mangia niente che non siano i soliti 4 o 5 piatti sapete bene quanto una madre si debba e si possa ingegnare per fargli accettare un nuovo sapore. Non che la polenta sia una pietanza fondamentale quanto la carne o il pesce, ma comunque fa sempre parte dei cibi che a mio parere i bambini dovrebbero imparare ad amare, soprattutto perchè si tratta di un piatto povero ma buono, semplice e genuino (se fatta in casa).
Insomma, anche solo per ampliare un pò i gusti alimentari di mia figlia, oggi ho provato una nuova tecnica e devo dire che ha avuto un gran successo!
Qualche giorno fa eravamo in giro insieme a fare shopping e lei ha voluto comprare uno stampo di silicone con piccoli personaggi sul tema Halloween: gufi, zucche e fantasmini. Stamattina mentre era a scuola ho preparato la polenta seguendo questa ricetta http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2012/10/la-vera-polenta.html
e invece di farla raffreddare su un tagliere l'ho versata nei vari stampini di Halloween, l'ho coperta con pellicola a contatto per evitare che si formasse la crosticina e l'ho lasciata intiepidire. Quando sono andata a prenderla da scuola le ho raccontato del mio esperimento, le ho lasciato scegliere il soggetto che preferiva e gliel'ho servito su un piattino insieme ad una generosa porzione di ragù. Risultato? Se n'è mangiati 2: un zucca e un fantasmino!
Per quanto riguarda mia figlia è stato un vero miracolo perchè la bimba ha gusti difficili, quindi ho pensato che questa idea potrebbe tornare utile anche ad altre mamme. Ovviamente si possono usare stampini di tutte le forme e dimensioni, persino creare degli animaletti ritagliando dalla polenta pezzetti con coppapasta o con il coltello. Insomma... scatenate la fantasia e buon appetito!

venerdì 26 settembre 2014

PANINI DOLCI ALLO YOGURT CON PASTA MADRE

Qualcuno penserà che ho sempre le mani in pasta e che invece di cercare di semplificarmi la vita usando merendine e prodotti già pronti me la complico ulteriormente, come se non bastasse la gestione della casa e due figlie da crescere di cui una di neanche 8 mesi. Beh comunque la pensiate io amo impastare, tanto che non ho neanche l'impastatrice ma faccio tutto a mano usando il lievito madre per giunta, che è molto più economico del lievito di birra ma che in cambio necessita di tempi di lievitazione molto più lunghi.
Ieri ho iniziato a preparare questi panini dolci per cercare l'ennesima alternativa alle brioches confezionate da dare a scuola a mia figlia per merenda. Non sopporto di vederla uscire di casa con il sacchettino in mano, mi fa sentire una madre snaturata! Ecco l'idea di oggi quindi: dei panini morbidissimi con yogurt e latte da preparare e conservare per qualche giorno sotto la campana portatorte.
La ricetta originale era con il lievito di birra e in questo caso nel giro di mezza giornata si fa tutto ma io l'ho modificata per il lievito madre. A dire la verità l'impasto è diventato troppo bagnato nonostante le continue aggiunte di farina e se dovessi rifarli penso che diminuirei il latte ma il sapore è molto buono anche così quindi vi do le dosi che ho usato io ieri.
Il problema principale è che essendo così bagnato non si riesce a manipolare l'impasto per dare la forma ai panini, quindi l'ho lavorato fino ad ottenere una striscia tipo quella per fare gli gnocchi ma più grossa e con una spatolina ho diviso l'impasto in tanti pezzettini, poi li ho messi nella teglia a lievitare.

PANINI DOLCI ALLO YOGURT CON PASTA MADRE

- 140 g. farina manitoba
- 250 g. farina 00
- 150 g. pasta madre attiva
- 130 ml latte
- 1 yogurt alla frutta a piacere (io ho usato lo Yomo alle fragole)
- 30 ml olio di mais
- mezzo cucchiaino di sale
- 60 g. zucchero

Per prima cosa scaldiamo un pò il latte fino a farlo diventare tiepido, poi sciogliamo il lievito madre e aggiungiamo le farine setacciate. Aggiungiamo anche tutti gli altri ingredienti e iniziamo ad impastare. Se volete aggiungete farina, cercate di rendere lavorabile l'impasto ma come dicevo prima io vi consiglio di calare la dose di latte.
Fate una palla con l'impasto e mettetela dentro ad una ciotola chiusa con pellicola e coperta con un telo pulito, lasciatela lievitare nel forno spento con la luce accesa fino al raddoppio (a me sono servite 7 ore). Riprendete l'impasto e dividetelo in tante palline del peso circa di 30 g. l'una, mettetele in una teglia con carta da forno, chiudete di nuovo con pellicola e con un telo, mettete a lievitare tutta la notte in forno spento con la luce accesa.
La mattina cuocete a 180° per una decina di minuti meglio non farli scurire troppo altrimenti si induriscono. Cospargete i panini con zucchero a velo e lasciateli raffreddare. Sono ottimi sia vuoti che farciti con marmellata o nutella.

giovedì 25 settembre 2014

PORTARE I BAMBINI: LA FASCIA MEDELA E I SUOI INNUMEREVOLI VANTAGGI

Anche stamattina mentre accompagnavo mia figlia a scuola sono stata avvicinata da una mamma che mi ha chiesto informazioni sulla fascia che uso per portare la mia cucciola di 7 mesi. Ogni giorno infatti carico la piccola nella fascia e porto la grande alle elementari, in modo da poterla tenere per mano ed essere più libera nei movimenti. Il passeggino è una gran cosa, ci mancherebbe! Soprattutto quando devo andare a fare la spesa lo uso per sostenere il peso degli acquisti, ma quando devo solo camminare preferisco avere la mia bimba a contatto con il mio corpo, comodamente "appesa" in fascia.
Quando sono diventata mamma per la prima volta non conoscevo questo oggetto meraviglioso, non ne avevo neanche sentito parlare. Mi avevano regalato un marsupio di una nota marca che si poteva usare dalla nascita ma a conti fatti era inutilizzabile. Proprio all'altezza della testa c'erano borchie e fibbie su entrambi i lati e la bambina rischiava di farsi male. Inoltre era scomodo da indossare e anche la piccola non lo gradiva molto.
Poco prima che nascesse la seconda invece mi hanno parlato di questa fascia della marca Medela, lodandone talmente tanti aspetti che non ho potuto restarne indifferente. Non facevano che dirmi quanto fosse comoda, quanto fosse sicura e quanto fosse intensa la sensazione di tenere la tua bambina attaccata al corpo, quasi si potesse ricreare per magia la meravigliosa sensazione della gravidanza.
Ebbene posso confermare che è tutto vero.
Ho acquistato la fascia Medela in un famoso negozio in provincia di Bologna, anzi in realtà me la sono fatta regalare ma la fascia l'ho scelta io. La versione con il fiore rosa è per le femmine, mentre per i maschietti c'è una bella stella azzurra al centro.
Si tratta di una fascia lunga 5 metri in tessuto anallergico e molto resistente che viene arrotolata più volte e in modo specifico intorno al corpo del genitore e al cui interno viene "inserito" il bambino che risulta essere sostenuto da 3 strati di stoffa. Si può utilizzare dalla nascita fino ai 18 kg anche se in realtà arrivati a quel peso non credo che la schiena della mamma o del papà possa reggere... In ogni caso io la uso da quando la mia bimba aveva meno di un mese e ora che ne ha quasi 8 mi trovo ancora benissimo.
Ci sono varie posizioni che si possono usare a seconda dell'età del bimbo e della comodità dell'adulto. Davanti in posizione fetale alla nascita, con le gambe fuori dopo i 3 mesi, sul fianco e anche sulla schiena. Tenendo il piccolo un pò più in basso è possibile anche allattare con discrezione mentre si cammina. Il bimbo sta comodo e questo lo posso garantire perchè Nicole spesso di addormenta quando la metto in fascia, cullata dal movimento della passeggiata e dalle carezze che le faccio sostenendole la testa con la mano (anche se non ce ne sarebbe bisogno perchè l'ultimo strato della fascia serve anche a sostenere la testa ma per precauzione io gliela tengo sempre)
Ho parlato anche con un ortopedico in occasione della prima ecografia alle anche della bimba e mi ha assicurato che portare i neonati in fascia (soprattutto le femmine) aiuta a mantenere una corretta posizione per le anche e che fa benissimo. Inoltre a differenza del marsupio la fascia permette una migliore distribuzione del peso sull'inguine del piccolo senza poggiare esclusivamente sui genitali.
Un'altra cosa che ho notato quando Nicole era più piccola è che portarla in fascia la aiutava a liberarsi l'intestino, stimolando l'evacuazione.
Non credo si possa descrivere la sensazione stupenda che si prova portando un bimbo in fascia, qualunque fascia sia. Certo io mi trovo molto bene con questa ma conosco tante mamme che hanno usato tipi diversi e che hanno provato tutte la stessa emozione.
E' un modo naturale per tenere i bambini, attaccati al proprio corpo in modo che possano sentire il calore della mamma, il battito del suo cuore e possano guardare il mondo senza paura.
Ho scoperto di recente che c'è tutta una cultura sul portare i bambini, una scelta di educazione che di solito va in parallelo con l'igiene naturale del bimbo e uno stile di vita ecologico e sano. Non ne conoscevo l'esistenza ma devo dire che ne condivido tutti gli aspetti.
Mi permetto quindi di scrivere questo post sulla fascia Medela che mi ha permesso di vivere momenti davvero intimi con la mia bimba fin dalla nascita, tanto che mi sento di consigliarla a tutti coloro che sono diventati genitori da poco o che stanno per diventarlo.
Mi piace ma allo stesso tempo mi dispiace che ci sia ancora così tanta gente che rimane sorpresa nel vedere una mamma che porta il proprio figlio. Forse nella società di oggi è visto come un modo per viziare i bambini, preferendo quindi un più pratico passeggino, o forse per molti genitori è troppo faticosa anche solo l'idea di tenere addosso un bimbo, ma con questo tipo di fascia posso assicurarvi che non è per niente doloroso. Se indossata correttamente infatti il peso del bambino viene distribuito bene in tutta la schiena senza creare tensioni o strappi.
E' anche vero che spesso sono i nonni a portare in giro i bambini e anche per una questione di età forse la fascia non è indicata, però mi capita spesso di vedere genitori con i marsupi, ma mai con la fascia. Come saprete è una pratica antica come il mondo, usata spesso nei paesi poveri (tanta gente mi dice "sembri un'africana" quando mi vede con la mia piccola addosso), quindi non ho scoperto niente di più dell'acqua calda, lo so bene. Mi dispiace che questa non sia un'abitudine molto comune qui in Italia ( o almeno dove abito io) perchè sono convinta che sia ricca di vantaggi sia per i bimbi che per i genitori.
Lascio il link del sito della Medela con le info sulla fascia per chiunque fosse interessato
http://www.medela.com/IT/it/breastfeeding/products/accessories/baby-carries.html

mercoledì 24 settembre 2014

PASTA AL FORNO CON POMODORO E FORMAGGIO

Una ricetta semplice semplice, talmente semplice da essere quasi imbarazzante... Il fatto è che qui bisogna fare di necessità virtù: la famiglia cresce, le cose da fare si moltiplicano e le ore sono sempre le stesse quindi bisogna ingegnarsi e trovare nuovi modi per organizzarsi al meglio.
Dovendo uscire all'ora di pranzo per andare a prendere mia figlia da scuola, tornare e dare da mangiare all'altra mia figlia, lavare i piatti e tutto il resto avevo necessità di trovare un modo per buttare giù anch'io un boccone SANO senza dover stegamare troppo e perdere troppo tempo. La soluzione è stata una bella pasta al forno, saporita, genuina e soprattutto divisa in porzioni e messa a congelare pronta per l'uso.
Vediamo come ho fatto


PASTA AL FORNO CON POMODORO E FORMAGGIO

(dosi per 300 g. di pasta che io ho diviso più o meno in 4 porzioni abbondanti)

- 300 g. pasta
- 700 ml passata di pomodoro
- 100 g. asiago
- pangrattato
- 1 scalogno
- olio evo
- sale


Per prima cosa mettiamo a scaldare un giro d'olio evo in padella e facciamo soffriggere lo scalogno tagliato finemente. Quando sfrigola aggiungiamo la passata di pomodoro e mezzo bicchiere di acqua. Mescoliamo, saliamo e lasciamo rapprendere un pò.
Nel frattempo cuociamo la pasta in abbondante acqua salata e scoliamola a metà cottura.
Tagliamo il formaggio a dadini (io ho scelto l'asiago ma può andare bene qualunque formaggio: il galbanino, la provola, il caciocavallo). Mescoliamo la pasta con poco sugo di pomodoro.
Prendiamo una teglia di vetro da forno e mettiamo un pò d'olio sul fondo, versiamo metà pasta, mettiamo sopra un pò di sugo e i dadini di formaggio, poi ancora pasta, sugo e formaggio. Terminiamo con una pioggia di pangrattato e se volete anche un pò di parmigiano grattugiato.
Un filo d'olio e in forno a 180° per circa 30 minuti, o fino a quando non si forma una bella crosticina in superficie.
Se volete servite subito altrimenti dividete in porzioni, fate raffreddare e mettete in freezer.

giovedì 11 settembre 2014

EC IGIENE NATURALE DEL BAMBINO: PRIME ESPERIENZE E PREGIUDIZI

Da qualche settimana ormai sto provando un nuovo approccio nei confronti del vasino con la mia seconda figlia. Con la prima avevo provato ad abituarla ad usarlo già da 7-8 mesi, ma la stagione fredda e le temperature di casa mi avevano scoraggiato e così ho abbandonato quasi subito. Risultato? Per togliere completamente il pannolino anche la notte ho dovuto attendere i 5 anni compiuti. Detto tra noi non ne potevo più.. Al di là della spesa economica, psicologicamente è stata dura, soprattutto perchè era la prima esperienza e non volevo forzare la bimba ad un passo per cui sentivo che non era ancora pronta. Quando è nata la seconda mi sono detta "non ripeterò più questa esperienza".
Navigando online nei mesi passati ho scoperto moltissimi blog di mamme "ecologiche", attente all'ambiente, alla salute naturale del bambino e più inclini ad un approccio dolce e intimo con il proprio pargoletto. Mi sono rivista molto in questo modo di essere madre, soprattutto dopo la mia seconda gravidanza e così ho iniziato ad informarmi sempre di più sui metodi di crescita, di svezzamento e di educazione dei piccoli.
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente è stata l'EC, l'igiene naturale del bambino.
Per chi volesse informazioni maggiori e più dettagliate, lascio un link molto utile ed esplicativo che potrà essere d'aiuto a chiunque voglia provare questo tipo di approccio
http://www.naturalentamente.it/cose-lec-nostra-esperienza/

In sintesi l'igiene naturale del bambino prevede l'uso del vasino già dai primi mesi di vita, se non addirittura dalla nascita, proponendo al piccolo di usarlo senza fai forzarlo. L'osservazione attenta di una mamma che vive a stretto contatto con il cucciolo tutto il giorno è sufficiente per capire fin dai primi momenti l'attimo in cui il bambino sta spingendo per vuotarsi l'intestino, o i lassi di tempo che intercorrono tra una pipì e l'altra.
In questa prima fase il ruolo fondamentale lo gioca la mamma che appunto si deve accorgere dell'attimo giusto e mettere sul vasino il bambino. Giorno dopo giorno il piccolo si abitua a fare i suoi bisogni in un luogo diverso dal pannolino, restando più pulito e più asciutto, finchè una volta cresciuto abbastanza da parlare e camminare inizierà da solo a cercarlo.

Devo ammettere che la cosa mi intrigava molto, soprattutto perchè la mia piccola aveva avuto problemi di arrossamenti e un'infezione da curare e l'idea che stesse meno a contatto possibile con feci e urina mi allettava non poco. Ho comprato un vasino piccolo della sua misura (IKEA € 1,99) e dal momento in cui ha iniziato a stare a sedere da sola ho provato. Il giorno prima l'ho osservata bene e mi sono accorta subito quando stava facendo pupù, quindi sono partita da questo. Ho visto che non aveva degli orari precisi, anche perchè stavo iniziando lo svezzamento e lei non era molto regolare, poi introducendo anche il pasto serale piano piano ha iniziato ad avere dei ritmi precisi e ora riesco ad intercettarla quasi sempre.
E' importante non avere grosse aspettative, non rimanerci male se il bimbo fa cacca o pipì nel pannolino, anzi è normalissimo. E' giusto lodarlo quando riesce a liberarsi sul vasino e se proprio non ci vuole stare non forzarlo mai a rimanere lì seduto.
Grazie all'aiuto di una mia amica virtuale, che ha un blog bellissimo che vi consiglio di visitare mammatrafficona.blogspot.it sono riuscita nel giro di pochi giorni a prendere un ritmo, a capire quando la mia piccola aveva la pipì e a fargliela fare sul vasino invece che nel pannolino.

Come si inizia? Me lo sono chiesta anch'io. La mole di lavoro pareva enorme, il cambiamento ancora di più e soprattutto mi chiedevo se era giusto metterla sul vasino tutte le volte che pensavo dovesse fare pipì per abituarla e seguire una linea di condotta, oppure se fargliela fare ogni tanto nel pannolino con il rischio di confonderla. Ho deciso di seguire l'istinto e i tempi della bimba, cercando un approccio il più naturale possibile, provando a comunicare con lei.
Ora, dopo qualche settimana di EC, la mia piccola fa la cacca sul vasino 3 volte al giorno e tutte le volte che si sveglia da un pisolino o dalla nanna notturna la metto a sedere e lei fa la pipì tranquillamente. Consumo lo stesso una valanga di pannolini perchè ogni volta che la svesto per metterla sul vasino c'è un pò di pipì e non voglio rimetterglielo bagnato ma conto presto di usarne meno, non appena la bimba inizierà a fare pipì meno spesso.
Sono felice perchè è meno sporca, meno a contatto con germi e batteri e perchè lei l'ha preso come un gioco: sorride tutte le volte che si siede sul suo vasino verde e mi tiene le mani per stare in equilibrio, toccandomi la faccia e facendo tutti i suoi versetti.

Aspetti negativi. Finora ne ho trovato uno solo: i pregiudizi della gente. Se avete letto il link che ho messo qui sopra avrete scoperto che questa pratica è vecchia come il mondo, risale infatti al periodo in cui non c'erano pannolini usa e getta e anche se il bimbo veniva fasciato con pezze di cotone, bisognava comunque cambiarlo ogni volta. L'EC viene praticato soprattutto nei paesi poveri, dove non ci sono i soldi per acquistare pannolini o pezze e dove le madri tengono i piccoli nella fascia tutto il tempo, instaurando un rapporto intimo e unico con i propri figli. In questo modo si accorgono dei loro bisogni, li ascoltano e capiscono quando devono urinare o vuotarsi l'intestino.
Tutto questo per dire che mettere in pratica l'EC non significa sottoporre i propri bambini ad una tortura assurda, nata dalla mente malata di qualcuno, come pensa tanta gente. E' una cosa naturale, così come dice il nome, che risale ai tempi antichi, ad una società in cui la madre si prende cura dei bambini tutto il tempo, vivendo in simbiosi con i figli. Certo al giorno d'oggi può apparire complicato perchè molte madri lavorano ma, se avete scelto di crescere il proprio bambino come ho fatto io restando a casa, non vi sembrerà poi così assurdo.
Purtroppo la società ci ha abituato all'uso automatico del pannolino usa e getta, prendendolo come un accessorio scontato, immancabile. Non è così! Non è sempre stato così, basta un pò di pazienza. Certo avendo due figli a casa come nel mio caso, tenerla completamente senza pannolino sarebbe più difficile perchè dovrei pulire ogni volta che scappa una pipì, ma se siete a casa con il vostro primo figlio non è poi una cosa così impensabile da fare. Inoltre si tratta solo dei primi tempi, poi il piccolo piano piano si abitua e la cosa diventa automatica.
Io in prima persona mi sono dovuta scontrare con i pregiudizi della gente che non capisce, che mi punta il dito contro accusandomi di pretendere da mia figlia cose assurde per un neonato di 6 mesi. Per prima la mia pediatra che mi ha detto "Signora se lo scordi di mettere un bimbo di 6 mesi sul vasino, non sia assurda!" Invece posso garantire che è stato semplicissimo, molto più di quello che potevo immaginarmi.
Se siete delle mamme che lavorano e vi rispecchiate nel modo "moderno" di crescere i figli, che deve essere pratico, veloce e incline al consumismo, allora forse questa pratica non fa per voi. Se invece vi sentite più vicine ad un approccio naturale, diverso da quello imposto dai costumi della società del giorno d'oggi e credete nell'importanza del vivere il momento, sviluppando un rapporto intimo e comunicativo con il proprio bambino, allora vi consiglio di provare.
Con questo non voglio dire che se lavorate o non vi rivedete nel mio modo di essere madre allora non potete avere un rapporto unico e intimo con vostro figlio, ci mancherebbe. Anch'io con la mia prima figlia la pensavo così. Quello che voglio dire è che io allora non sapevo che ci fossero modi diversi di sentirsi madre, di essere madre. Alla prima esperienza mi sono fidata di medici, pediatri e amici che mi hanno parlato sempre e solo di pannolini, di omogeneizzati di grandi marche, di medicine e di vaccini.. Oggi invece so che è possibile scegliere di non usare pannolini usa e getta, di scegliere omo biologici o addirittura non acquistarli mai, di curare i bambini in modo naturale senza medicine invasive, e di informarsi e scegliere se vaccinare i propri figli o meno.

Consiglio quindi di pensare e di riflettere prima di scartare completamente questo approccio meraviglioso. Io sono solo alle prime fasi, ma mi sto trovando talmente bene da voler condividere sul mio blog questa esperienza per essere d'ispirazione alle altre mamme, per proporre loro un'alternativa al pannolino giorno e notte no stop fino ai 3 anni di età.
Secondo me è il modo migliore per conoscere i propri figli e crescere insieme a loro

lunedì 8 settembre 2014

CORNETTI DOLCI CON PASTA MADRE

Lo so, non c'è niente come il cornetto del bar... e se state cercando la ricetta da fare in casa vi dico subito che non è questa. Il procedimento è molto più complicato e soprattutto la sfogliatura richiede una quantità di burro imbarazzante (pensateci la prossima volta che ne vorrete comprare uno). Queste sono brioches dolci, da farcire o lasciare vuote, morbide e profumate ma che non hanno niente a che fare con i croissant.
La ricetta e il procedimento sono molto semplici, io li ho fatti con la pasta madre ma suppongo che, modificando i tempi di lievitazione, sia possibile farli anche con il classico lievito di birra.
Questa mattina sono stata svegliata all'alba dalla mia figlia più piccola e invece di aspettare metà mattina per cuocerle, ho controllato che avessero lievitato bene e ho deciso di infornarle subito, per mangiarmele a colazione. Sono buonissime!
Come vedete dalla lista degli ingredienti sono molto semplici e genuine. Il burro questa volta serve, anche se in piccolissime quantità, altrimenti il sapore cambia e per 25 g. in totale ne vale la pena. Io ho fatto una dose piccola perchè non avevo abbastanza pasta madre rinfrescata e volevo prepararle subito ma raddoppiando le dosi otterrete tranquillamente 12 cornetti.

CORNETTI DOLCI CON PASTA MADRE
(dosi per circa 6/8 cornetti di piccola/media dimensione)

50 g. pasta madre attiva
150 g. farina manitoba
50 ml. latte
25 g. burro
1 tuorlo
30 g. zucchero


Prima di tutto rinfreschiamo la pasta madre e lasciamola lievitare bene. Quando è al massimo della potenza possiamo iniziare. Io ho impastato alle 20 circa e cotto al mattino alle 6.
In una ciotola versiamo il latte tiepido, il burro ammorbidito a pezzetti piccolissimi, lo zucchero e il tuorlo.Mescoliamo bene e aggiungiamo la pasta padre spezzettata e la farina setacciata. Impastiamo energicamente e se dovesse servire aggiungiamo un pò di farina per non fare attaccare alle mani il composto. Lavoriamo il tutto fino a quando non avremmo ottenuto una palla liscia e lucida.
Lasciamo riposare qualche minuto coprendola con la ciotola capovolta e nel frattempo prepariamo una teglia con carta da forno.
Stendiamo l'impasto a forma di cerchio dello spessore di circa mezzo cm, poi dividiamolo in tanti triangoli quanti saranno i nostri cornetti.Se volete potete farcirli con nutella o marmellata poco bagnata (altrimenti uscirà durante la cottura). Arrotoliamo ogni cornetto su se stesso partendo dalla parte larga e sistemiamolo sulla teglia distanziandolo dagli altri perchè dovrà lievitare molto. Pieghiamo leggermente in basso le punte del cornetto, tenendo la parte arrotolata in alto.
Chiudiamo con pellicola, copriamo con un canovaccio pulito e mettiamo in forno spento con la luce accesa per tutta la notte.
Al mattino spennelliamo la superficie con il tuorlo sbattuto e inforniamo a 170° fino a doratura.

ATTENZIONE: questi cornetti si cuociono molto in fretta e basta un momento di distrazione per bruciarli (io ci sono andata vicino). Non distraetevi durante la cottura e buon appetito!

martedì 2 settembre 2014

PETTO DI POLLO ALLE MELE

Chi non ha una mela in casa alzi la mano! E' uno di quegli ingredienti che non accosteremmo mai ad una pietanza o ad un piatto di carne, lo so, ma in realtà si sposa perfettamente anche con il pollo, provare per credere.
L'altra sera ero alla ricerca di un nuovo modo di cucinare la carne bianca, giusto per non farla sempre alla piastra con poco sale (a causa dei miei problemi di cellulite) e guardando in dispensa mi sono accorta di avere una mela sola soletta che mi guardava con aria sconsolata :)
Così mi è venuta l'idea di provare questo accostamento e l'ho trovato ottimo, quindi vi passo la ricetta. Si tratta ancora una volta di un piatto semplice ed economico, da preparare in pochi minuti e che potrebbe anche aiutarvi a far mangiare la frutta ai vostri figli, nel caso in cui abbiate di questi problemi.
Dato che l'esperimento l'ho assaggiato solo io, vi lascio le dosi per una persona, da moltiplicare a seconda di quanti piatti volete fare.

PETTO DI POLLO CON LE MELE

- 1 mela
- 1 o 2 bistecche di pollo
- 1 spicchio d'aglio
- olio evo
- sale
- rosmarino
- mezzo bicchiere d'acqua


In una pentola mettiamo a scaldare l'olio aggiungendo l'aglio intero. Io non amo molto il suo sapore, o meglio mi piace ma non lo digerisco, senza contare che in allattamento è un alimento da evitare, quindi non lo uso quasi mai in cucina. Per questo piatto però è indispensabile per dare sapore, quindi l'ho lasciato intero giusto per profumare l'olio. Inclinate la padella di lato tenendo l'aglio a bagno nell'olio direttamente sul fuoco, in modo che questo prenda l'aroma, ma solo per qualche secondo.
Sbucciate e tagliate a tocchetti la mela, quindi mettetela in padella e mescolatela spesso per non farla attaccare, fino a quando non avrà preso colore. A questo punto aggiungete il petto di pollo intero o tagliato a tocchetti della stessa dimensione della mela e fate rosolare per qualche minuto. Aggiungete l'acqua e il sale e fate cuocere finchè il pollo non sarà pronto. L'acqua dovrebbe essere stata assorbita del tutto nel frattempo ma se così non fosse alzate il fuoco e fate rapprendere il sughetto. Aggiungete qualche rametto di rosmarino e servite.
Buon appetito!

domenica 17 agosto 2014

FOCACCIA CON PASTA MADRE RIPIENA DI RICOTTA E ZUCCHINE

Ecco una ricetta che vi farà fare un figurone se avete ospiti a pranzo e la pasta madre nel frigorifero. Si tratta di una focaccia molto semplice, fatta con gli ingredienti del pane e della pizza, che racchiude un cuore morbido di ricotta e zucchine. E' un'alternativa alla classica torta salata fatta con la pasta sfoglia (piena di burro) che proprio non mi piace, una sorta di pagnottona ripiena davvero bella e buona. Naturalmente si può realizzare anche con il lievito di birra accorciando i tempi di lievitazione e si può farcire con tutto quello che volete ( o magari che avete in frigo da smaltire): prosciutto, speck, piselli, melanzane, carote, provola, caciotta e chi più ne ha più ne metta.
Io ho scelto la ricotta e le zucchine perchè ne avevo tantissime e dovevo consumarle ma anche così devo dire che il risultato è stato ottimo.


FOCACCIA CON PASTA MADRE RIPIENA DI RICOTTA E ZUCCHINE

- 170 g. pasta madre attiva
- 300 g. farina 0
- 300 g. farina manitoba
- 40 ml olio evo
- 10 g. sale
- 400 ml acqua tiepida
- 1 cucchiaino di miele
- 4 zucchine piccole
- 1 scalogno
- 250 g. ricotta


Per prima cosa ho reso attivo il lievito madre. Io ho fatto 2 rinfreschi nel corso della giornata e la sera verso le 18 ho fatto l'impasto. Avevo necessità di cucinare la focaccia per il pranzo del giorno dopo quindi una volta fatto l'impasto l'ho lasciato lievitare 4 ore e poi l'ho messo in frigorifero coperto con pellicola ma se lo fate la mattina per la sera potete tranquillamente lasciarlo fuori a completare la lievitazione.

In una ciotola ho creato un'emulsione sbattendo con la frusta a mano l'acqua, l'olio, il sale e il miele. Poi ho setacciato 300 g. di farina (mista tra 0 e manitoba) e l'ho aggiunta a pioggia continuando a mescolare con la frusta. Ho aggiunto anche il lievito spezzettato e il resto della farina e ho iniziato ad impastare con le mani, passando a lavorare il composto su un tagliere. Se dovesse essere troppo appiccicoso aggiungete farina fino a renderlo lavorabile.
Come dicevo prima io ho messo il tutto in una ciotola unta di olio evo, l'ho coperta con pellicola e l'ho messa in frigo per tutta la notte.
Al mattino ho lasciato un paio d'ore la ciotola a temperatura ambiente, poi ho diviso l'impasto in 2 e ne ho steso metà con il mattarello. Ho foderato una teglia tonda con carta forno bagnata e strizzata, l'ho ricoperta con la pasta stesa, bucherellato la base e lasciato i bordi all'esterno perchè poi serviranno per chiudere la focaccia.
Nel frattempo ho scaldato un giro d'olio evo in padella, soffritto lo scalogno e fatto cuocere le zucchine tagliate a pezzettini per qualche minuto. Devono essere cotte ma croccanti, non disfatte. Cercate di cuocerle senza aggiungere acqua, regolando il fuoco. Salate e lasciate raffreddare.
A questo punto ho scolato la ricotta, l'ho lavorata con olio e sale mescolandola bene, poi l'ho stesa sulla base della focaccia. Ho aggiunto le zucchine e ho chiuso il tutto con l'altra metà dell'impasto stesa con il mattarello.
Ho fatto qualche buco in superficie con la forchetta per evitare bolle d'aria, ho spennellato con olio evo e lasciato lievitare per 2 ore coperta con pellicola in forno spento.
Ho poi cotto a 200° per 40 minuti circa nel ripiano più basso del forno.
Ecco come si presenta l'interno della focaccia. Come vedete la lievitazione ha spinto tutto il ripieno al centro gonfiandosi ai bordi. Consiglio per questo motivo di stendere bene l'impasto, la prossima volta farò meglio anch'io ;)

mercoledì 23 luglio 2014

FOCACCIA GENOVESE CON PASTA MADRE

Questa è in assoluto la focaccia più buona che abbia mai preparato. E' piaciuta a tutti, il che la dice lunga.. Si tratta di una focaccia soffice e morbida, tipo quella genovese, con olio e sale, anche se a dire il vero il sale grosso in superficie io non l'ho messo perchè non mi piace. Ovviamente si possono realizzare moltissime versioni: con i pomodorini e origano, con le olive, con il prosciutto crudo, al rosmarino. Insomma liberate la fantasia! Se invece siete amanti delle versioni base e della semplicità vi propongo questa classica all'olio d'oliva, magari tagliata a metà e farcita con salumi di ogni tipo.
Avevo già pubblicato una focaccia simile ma con lievito di birra
http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2013/01/focaccia-al-rosmarino-con-lievito-di.html
tutta un'altra cosa rispetto a questa versione con la pasta madre, devo dire.


FOCACCIA GENOVESE CON PASTA MADRE

600 g. farina manitoba
400 ml. acqua
40 ml. olio evo
170 g. pasta madre attiva
10 g. sale
1 cucchiaino di miele

Io ho preparato questa focaccia per cena, il che significa che ho iniziato alle 7.30 del mattino a rinfrescare la pasta madre. L'ho lasciata lievitare bene e verso le 11 ho fatto l'impasto.
In una ciotola sbattete olio, acqua, miele e sale con una frusta a mano (o se volete con l'impastatrice), deve venire un'emulsione. Poi aggiungete 300 g. di farina e continuate ad usare la frusta a mano per evitare la formazione di grumi. Infine aggiungete la pasta madre spezzettata con le dita, il resto della farina e rovesciate il composto su un tagliere per impastarlo bene con le mani. Vi accorgerete che sarà appiccicoso, deve esserlo ma non troppo, deve comunque essere lavorabile. Nel caso non lo fosse aggiungete poca farina.
In una teglia grande mettete un pò d'olio evo, poi posizionatevi l'impasto a forma di palla, coprite con pellicola e mettete nel forno spento a lievitare finchè non raddoppia di volume (ci vorranno circa 4 ore, dipende dalla temperatura di casa e dalla vostra pasta madre).
Ora stendetelo piano con le dita per non togliere l'aria all'interno e spennellate la superficie con l'olio recuperato dal fondo della teglia.
Ricoprite con pellicola e lasciate lievitare 1 ora.
Ora fate i classici buchetti della focaccia affondando i polpastrelli nell'impasto, se volete aggiungete il sale grosso in superficie. Coprite e lasciate lievitare ancora 1 ora o più.
Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 15/20 minuti, lasciate raffreddare su una gratella e servite!

Questa focaccia si conserva ben chiusa in sacchetti per alimenti per un paio di giorni, altrimenti potete congelarla già tagliata ma perderà un pò in morbidezza.

lunedì 21 luglio 2014

MUFFIN ALLE CAROTE

Ieri ho provato questa ricetta perchè dovevo smaltire un pò di carote che avevo nel frigorifero. Non che mi abbia risolto in pieno il problema perchè ne servono solo 3 per questi muffin ma era tanto che volevo sperimentare questa versione e alla fine mi sono decisa.
Sono venuti davvero buoni, freschi, delicati e il sapore delle carote non si sente neanche, il che se avete dei bambini, forse non è un male. Mia figlia li ha assaggiati e ne è rimasta piacevolmente colpita (e per me è già tanto!)
Niente a che vedere con le camille del Mulino Bianco, sia chiaro. Lì ci sono mandorle, succo d'arancia e conservanti vari, ma se volete una versione più sana, poco calorica e dal gusto originale vi consiglio questi dolcetti. Ovviamente è possibile realizzare anche una torta di carote con questi ingredienti, ma io ho preferito delle monoporzioni, con i bambini sono più facili da gestire. Ideali da preparare nello stampo rigido con pirottini di carta da togliere al momento, accompagnati da un buon bicchiere di latte o di succo di frutta sono perfetti per la merenda.
La ricetta originale è di Giallo Zafferano ma io l'ho modificata togliendo la farina di mandorle (è troppo cara per le mie tasche) e calando notevolmente la quantità di olio, sostituendolo con del buon latte. Certo, le camille sono buonissime e capisco che questi muffin non siano alla loro altezza, ma se volete risparmiare qualcosa e offrire al tempo stesso una colazione sana ai vostri figli... beh secondo me vale la pena provarli.

MUFFIN ALLE CAROTE

250 g. farina
50 g. fecola di patate
250 g. carote (circa 3 di medie dimensioni)
50 ml. olio di mais
100 ml. latte
1 bustina di vanillina
200 g. zucchero
1 uovo
1 tuorlo
1/2 bustina di lievito vanigliato

Per prima cosa laviamo, peliamo e tagliamo a pezzetti le carote, poi frulliamole nel mixer. Se non l'avete potete anche grattugiarle a mano.
In una ciotola montiamo l'uovo e il tuorlo insieme allo zucchero con una frusta elettrica fino a che non otteniamo un composto soffice e spumoso, poi aggiungiamo le carote. A parte setacciamo la farina, la fecola, il lievito e la vanillina e uniamo il tutto alle uova mescolando dal basso verso l'alto per non smontare gli albumi.
Aggiungiamo l'olio e il latte e mescoliamo con una frusta a mano per togliere tutti i grumi.
A questo punto versiamo il composto nello stampo per muffin riempiendo i pirottini fino a 3/4. In questa ricetta infatti c'è poco lievito ma vedrete che i muffin cresceranno parecchio in cottura. Inforniamo a 180° per 20 -25 minuti. Fate la prova dello stuzzicadenti per sicurezza