mercoledì 19 dicembre 2012

Grissini rustici con avanzi di pasta madre

Siete intente a preparare pane, focacce e dolcetti vari in occasione delle feste in questi giorni? Io si e devo dire che mi è capitato di ritrovarmi in frigorifero una quantità di pasta madre eccessiva, a forza di rinfreschi per renderla più attiva. E allora che fare? Certo si possono fare altro pane, altri cornetti o altri manicaretti ma se volete semplicemente liberarvi dell'impasto in eccesso senza dover per forza lasciare lievitare ore ed ore o magari non ne avete proprio il tempo, ecco una ricettina facile facile. Di solito si fa per smaltire gli avanzi ma secondo me vale la pena provarla a prescindere, questi grissini sono troppo buoni!
Prima di continuare però devo fare una premessa importante. Quando si usa la pasta madre, soprattutto all'inizio, può capitare di avere tra le mani un impasto non particolarmente forte, che da solo non è in grado di far lievitare un composto come quello del pane ad esempio. In questi casi o si aspetta che la pasta madre diventi più attiva, oppure si aggiunge un pò di lievito di birra e si procede ugualmente.
Nel primo caso però bisogna continuare a fare rinfreschi per rafforzarla, e allora cosa si fa con gli avanzi? Tranne i primissimi scarti subito dopo la creazione della pasta madre che sarebbero troppo acidi per essere mangiati, guai a buttarli via! Questa ricetta è ottima nel caso in cui vogliate riciclarli e vi permetterà di avere dei grissini buonissimi, economici, veloci da realizzare e versatili perchè si possono personalizzare a piacere.

GRISSINI RUSTICI CON AVANZI DI PASTA MADRE

avanzi di pasta madre
sale
olio
farina

Avrete notato che non ho messo le quantità, questo perchè dipende esclusivamente da quanto avanzo vi ritrovate a dover smaltire.
La prima cosa da fare è tirare fuori la vostra pasta madre dal frigorifero e lasciarla almeno 30 minuti a temperatura ambiente, sempre dentro al suo bel contenitore di vetro chiuso.
Quando si sarà ripresa un pò (ve ne accorgerete perchè si gonfierà un pochino), prendete gli avanzi e lavorateli un pò con le mani per ridare loro elasticità. Dopodiché mettete la palla di pasta in una ciotola, aggiungete un pizzico di sale, un filo d'olio evo e un pò di farina (tanta quanta ne basta a rendere il tutto lavorabile con le mani senza risultare appiccicoso).
Lavorate bene con le mani e quando l'impasto sarà omogeneo dividetelo in tanti pezzettini della grandezza desiderata. Con le mani date loro la classica forma allungata dei grissini e posateli su una teglia rivestita di carta da forno. Se volete potete cospargerli di semini o magari di rosmarino o timo o quello che preferite. Io non posso fare esperimenti del genere perchè in casa mia non sono apprezzate spezie, erbe e sapori simili, quindi vado sul classico.
Infornate immediatamente a 180° senza lasciare lievitare e vedrete che comunque dopo qualche minuto i grissini si gonfieranno con il calore e si apriranno leggermente.
Non lasciateli dorare troppo, basta un lieve colore.
Sono davvero buonissimi, credetemi!

sabato 15 dicembre 2012

MERCATINO DI NATALE

Natale per me è sempre stato il momento più bello dell'anno ma non solo perchè si ricevono i regali, soprattutto perchè si fanno. Ho sempre avvertito dentro la necessità e la voglia di regalare, di donare, di condividere con gli altri, che si tratti di un pranzo a casa mia con 12 persone o di un regalo materiale, o ancora di un gesto di solidarietà. Tutti gli anni a Natale per esempio compro un gioco per un bambino e lo porto all'associazione A.G.EO.P. della mia città, che si occupa dei piccoli malati di cancro (quest'anno ho fatto una raccolta e grazie ad un gruppetto di persone siamo riusciti a portare tantissimi regali). Qualche anno fa ho acquistato una Pigotta all'Unicef, l'anno scorso ho comprato lì addirittura quasi tutti i regali. Quest'anno ho voluto partecipare alla realizzazione di un mercatino di Natale che si svolge presso la mia ex parrocchia, nel quartiere dove vivevo prima di sposarmi.
E cosa potevo fare se non qualcosa da mangiare??
Premetto che ho fatto tutto da sola, dalla preparazione in sé alla cottura, ho riordinato, lavato i piatti e impacchettato tutto quello che potevo impacchettare!
Ho deciso di preparare cibi semplici come è mia tradizione, soprattutto perchè credo nella bontà dei cibi genuni e senza grossi intrugli, calorie e grassi (ma chi segue questo blog lo sa bene). Le ricette sono tutte prese dai miei piatti, ho solo modificato gli stampi delle torte preferendo preparare ciambelline più piccole, con porzioni singole o al massimo da tre persone. Il tutto è stato realizzato in 5 ore, diciamo dalle 7 di mattina alle 12, tranne ovviamente il pane che ha dovuto lievitare una notte in forno spento e che ho dovuto preparare la sera prima.
Con una spesa che si aggira sui 7/10 euro (più o meno, non posso fare un conto preciso perchè molti ingredienti li avevo già in casa e fanno parte della mia spesa da sempre), ho realizzato

1,3 KG DI PANE CON PASTA MADRE (non c'è la foto purtroppo)
3 TORTINE DI MELE
3 CIAMBELLINE CON GRANELLA DI ZUCCHERO
BISCOTTI GLASSATI

Non ci credete? Ecco la lista degli ingredienti:

- IL PANE: Farina 0, farina manitoba, semola, acqua, olio evo, sale, pasta madre
- TORTA DI MELE: 4 mele, burro, uova, farina 00, lievito vanigliato, latte, zucchero
- CIAMBELLE: farina 00, uova, acqua, zucchero, lievito vanigliato, olio di mais, granella di zucchero
- BISCOTTI: burro, uova, farina 00, fecola di patate, zucchero, latte, zucchero a velo, cioccolato, succo di limone, albumi

Come vedete con poco si può fare davvero tanto! Il ricavato della vendita di questi prodotti e di tutti quelli in vendita al mercatino andrà alle famiglie bisognose del quartiere e io lo trovo un gesto appropriato più che mai in questo periodo.




Buon Natale a tutti!

venerdì 14 dicembre 2012

OMELETTE DI ALBUMI

La ricettina di oggi è tra le più economiche in assoluto e anche tra le più sane. Si tratta di una semplice frittatina di albumi, da arricchire con verdure o con quello che si vuole, basta aprire il frigorifero e svuotarlo!
Avevo sentito parlare più volte di queste omelette di albumi ma ad essere sinceri sono sempre stata un pò scettica, invece devo dire che è proprio buona, leggera e soprattutto sana.
Avevo necessità di smaltire alcuni albumi che mi erano rimasti dopo aver preparato la crema pasticcera e oltre alla ricetta delle lingue di gatto
http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2012/04/oggi-voglio-postare-una-ricettina.html
volevo provare qualcosa di nuovo (in realtà mi ero stufata di ricette dolci e avevo voglia di salato). Detto fatto ho pensato di metterli in padella e vedere cosa succedeva!

OMELETTE DI ALBUMI

2 albumi
grana padano
olio
1 sottiletta

Più semplice di così si muore! Prendiamo gli albumi e mettiamoli in un bicchiere o in una ciotolina, dopodiché spolveriamo di grana padano a piacere e sbattiamo il tutto con una forchetta come faremmo con una normalissima frittata. L'unica differenza che noteremo è che il composto privo di tuorlo non si amalgama con il parmiggiano quindi vedremo le scagliette di formaggio perfettamente visibili. A questo punto se volete aggiungere delle verdure fatelo, altrimenti procedete con la cottura.
Versate una goccia d'olio evo in una padellina e con un foglio di scottex asciugatela spalmandola bene. In questo modo avrete la padellina unta ma non sentirete il sapore dell'olio nella frittata. Versate il composto e fate cuocere a fiamma bassa, vedrete che il liquido piano piano si schiarirà e diventerà uniforme. Quando il primo lato sarà cotto voltate l'omelette e fate cuocere dall'altra parte. Mettete una sottiletta e chiudete a metà l'omelette dopo pochi secondi. Spegnete il fuoco e impiattate.

In America spesso usano questo tipo di omelette anche per la colazione, soprattutto chi è attento alla linea e deve tenere sotto controllo il colesterolo. In effetti questa ricetta non presenta grassi se non il goccio d'olio evo che comunque viene assorbito in grande quantità dal foglio di scottex. Non è una ricetta calorica perchè gli albumi sono molto leggeri a differenza dei tuorli e si presta a moltissime variabili soprattutto con le verdure ma anche con cubetti di prosciutto cotto o pancetta. In questo caso però attenzione perchè le calorie salgono di molto

mercoledì 5 dicembre 2012

CORNETTI DOLCI CON PASTA MADRE

Forse non tutti sanno che la pasta madre si può utilizzare sia negli impasti salati che in quelli dolci. E' per così dire un sostituto del lievito piuttosto versatile, che si può aggiungere agli ingredienti di ricette di ogni tipo. Finora l'avevo utilizzata per fare pane, focacce e prodotti salati ma ieri mi sono cimentata in una ricetta golosa e ho scoperto che anche con nutella e marmellate varie, il sapore è squisito.
La ricetta originale l'ho trovata navigando in rete e ancora una volta l'ho modificata secondo le mie esigenze. Come sa chi legge abitualmente questo blog io sono per i piatti economici ma anche privi di grassi inutili, per tenere sotto controllo le calorie senza però dover rinunciare a tutto. Ecco perchè ho dimezzato la quantità di uova e di burro e ho farcito alcuni cornetti, lasciandone però vuoti la maggior parte.

CORNETTI DOLCI CON PASTA MADRE

250 g. pasta madre rinfrescata il giorno prima
350 g. manitoba
150 g. farina 00
180 g. zucchero
1 uovo
70 g. burro fuso
200 ml. latte tiepido
zucchero a velo
nutella e marmellata per farcire

Per prima cosa ho rinfrescato la pasta madre il pomeriggio del giorno prima, diciamo intorno alle 17 e l'ho lasciata lievitare fuori dal frigo tutta la notte nel suo bel barattolone di vetro sottovuoto.
La mattina alle 7 ho iniziato l'impasto. Ho sciolto la pasta madre nel latte tiepido, aggiunto l'uovo e mescolato bene con un cucchiaio. In una ciotola capiente ho messo le farine, lo zucchero e il burro fuso, poi ho aggiunto il composto con la pasta madre e ho impastato con le mani per almeno una quindicina di minuti su un tagliere infarinato.
A questo punto ho preso alcune teglie usa e getta e le ho ricoperte con carta da forno. Sul tagliere ho steso la pasta con il mattarello fino a farla diventare piuttosto sottile (sono andata ad occhio, non saprei dire lo spessore), consiglio in questa fase di dividere l'impasto in più parti per poter lavorare meglio con il mattarello. Ho poi tagliato tanti triangoli con il coltello, ho messo un cucchiaino di nutella o di marmellata dentro ognuno e poi li ho arrotolati su se stessi partendo dalla parte più larga. Ho sistemato ogni cornetto ben distanziato dall'altro nelle teglie, poi ho coperto con un canovaccio e con un foglio di plastica (un sacchetto pulito della spazzatura tagliato a metà) per non far passare l'aria. A questo punto li ho lasciati lievitare per circa 10 ore coperti da due grossi panni di pile perchè in casa mia fa piuttosto freddino in questi giorni.
Devo dire che sul momento ero rimasta un pò delusa perchè apparentemente non erano lievitati arrivati alle 17 del pomeriggio, così ho pensato di cuocerli ugualmente per poi riprovarci più avanti. Credevo che la mia pasta madre non fosse abbastanza forte ma una volta infornati si sono gonfiati tantissimo e sono venuti perfetti. Li ho messi in forno caldo a 180° fino a doratura e successivamente li ho spolverizzati di zucchero a velo.
Una parte li abbiamo mangiati ma ne sono venuti davvero tanti quindi ne ho congelati circa la metà. Non so come saranno una volta scongelati ma vi saprò dire.
Ci tengo a precisare che ci sono tantissime ricette di cornetti con pasta madre online e che molti di esse prevedono la sfogliatura con il burro. Certo questo passaggio permette di avere un croissant molto simile a quello del bar ma a mio parere è un'aggiunta inutile di grassi che in questo periodo dell'anno si sprecano davvero. Questi cornetti non sono sfogliati ma sono morbidissimi e buonissimi, ragior per cui credo che valga la pena di provarli almeno una volta.

martedì 4 dicembre 2012

PANE CON LE 3 FARINE E PASTA MADRE

Continuano gli esperimenti con la pasta madre al posto del classico lievito di birra. Non che io abbia niente in contrario ad usarlo (di solito compravo quello secco in bustine) ma devo ammettere che un pò la mia mania di mangiare cose sane e naturali, un pò la soddisfazione di aver creato da sola la pasta madre, ora non riesco più a tornare indietro. Il sapore è sicuramente diverso, più simile al pane che si acquista dal fornaio e poi diciamocelo, il risparmio è notevole! Ci sono anche persone che usano la pasta madre rinfrescandola con farine ricercate e particolari, magari acquistate ai mulini o in rete e forse in quel caso la spesa addirittura aumenta, ma se siete come me e utilizzate le farine acquistate al supermercato, magari in sconto, vi garantisco che la spesa è minima. Certo cambiano i tempi di lievitazione, bisogna imparare ad organizzarsi, a lavorare gli impasti un giorno per un altro ma non significa per forza stare ore ed ore incollate alle vostre pagnotte! Basta impastare la sera e lasciare lievitare tutta la notte per poi infornare al mattino, oppure come faccio io, impastare la mattina e lasciare lievitare tutto il giorno e poi cuocere nel tardo pomeriggio per la cena.
L'esperimento di oggi dunque è il mio classico pane fatto con le 3 farine, che solitamente prevedeva l'uso di 2 bustine di lievito di birra ma che da oggi sostiuirò con 350 g. di lievito madre.
Come ho scritto già in altri post la mia pasta madre è giovane e si sta rafforzando piano piano, quindi il risultato finale dipende molto anche dalla forza della vostra creatura. Nel mio caso le pagnotte sono venute buonissime e gonfie, ben lievitate ma con pochi alveoli.

PANE CON LE 3 FARINE E PASTA MADRE

500 g. farina manitoba
300 g. semola
200 g. farina 0
350 g. pasta madre rinfrescata il giorno prima
5 cucchiaini di sale
5 cucchiaini di olio
acqua tiepida (circa 2 bicchieri e mezzo)


Io ho impastato al mattino per poi cuocere verso sera quindi l'inizio di tutta la preparazione ha avuto luogo il giorno prima. Verso le 17 ho fatto un rinfresco di pasta madre per avere la giusta quantità per il pane, l'ho lasciato lievitare tutta la notte nel suo bel barattolone di vetro chiuso ermeticamente e la mattina dopo era triplicato. L'ho preso e l'ho sciolto grossolanamente nell'acqua, ho aggiunto le farine, poi il sale e l'olio. Ho lavorato l'impasto con le mani per almeno 15/20 minuti, finchè non ha raggiunto la giusta consistenza, poi l'ho messo sotto ad una ciotola capovolta e piano piano ho iniziato a fare le pagnottine. Io preferisco non cuocere la pagnotta grande unica perchè così riesco a congelare in porzioni già pronte e per me è più comodo. Con l'uso della bilancina poi riesco a preparare pagnotte di vario peso, così anche le dosi e le calorie stanno sotto controllo.
In questo caso ho fatto delle piccole pagnottine da 30 g. per mia figlia e delle pagnotte da 100 g. per me e mio marito. Alcune di quelle grandi le ho incise a croce con il coltello e altre le ho modellate a bastoncino (tipo grissino) e poi le ho arrotolate su se stesse per avere più o meno la forma dei barillini che si trovano dal fornaio.
Ho messo tutto ben distanziato in 4 teglie grandi usa e getta rivestite di carta da forno, le ho coperte con dei canovacci puliti e poi le ho sigillate con fogli di plastica (sacchetti puliti della spazzatura tagliati a metà) infine, siccome in casa mia in questi giorni fa davvero un pò troppo freddo, ho steso sopra una coperta di pile piuttosto pesante e ho lasciato lievitare per circa 6 ore. Forse bisognava lasciarle lì ancora un pò ma dato che volevo mangiare il pane per cena alle 17 circa ho dovuto accendere il forno.
Ho cosparso la superficie delle pagnottine con un pò di semola e ho infornato a 160° fino a doratura. Questo perchè a me non piace il pane con la crosta dura e in questo modo si mantiene morbido ma se preferite cuocere in maniera classica allora potete alzare anche a 220°.
La foto mostra solo una piccola parte del pane perchè il resto era già stato mangiato e in ogni caso si vedono i tre tipi di pagnottine che ho preparato.


domenica 2 dicembre 2012

FOCACCIA SUPERSOFFICE CON PASTA MADRE

Dopo un paio di tentativi sono riuscita a raggiungere il livello che mi ero prefissa e con soddisfazione posto questa ricetta, non inventata da me ma come al solito rielaborata secondo i miei gusti.
Si tratta di una focaccia, una crescenta fatta con la pasta madre, non con gli avanzi, proprio con la pasta madre usata come agente lievitante. La mia è ancora giovane, ha circa un mesetto, ma vedo che è piuttosto attiva e considerando il livello di lievitazione che ha raggiunto questa focaccia devo dire che va benissimo!
Dunque faccio subito una premessa. A me la crescenta non piace dura, non mi piace la crosta croccante quindi ho fatto in modo di ottenere un risultato morbido e poco dorato (come si vede dalla foto) ma è tutta questione di cottura quindi la ricetta in se va benissimo anche per chi invece ama le cose croccanti.
Ero dunque alla ricerca di una focaccia supersoffice da farcire o perchè no, anche da mangiare al posto del pane e dopo un primo tentativo in cui mi era riuscita una crescenta lievitata in modo disomogeneo e con una crosta bella dura in superficie ho provato a modificare le quantità e i modi di cottura ed è venuta fuori questa meraviglia.

FOCACCIA SUPERSOFFICE CON PASTA MADRE

240 g. pasta madre rinfrescata da 3 ore
500 g. farina (200 g. manitoba + 300 g. farina 0)
400 g. acqua
olio
sale

Dunque queste sono le dosi che ho trovato in rete ma devo dire che alla fine ho dovuto aumentare di un pò la dose di farina perchè altrimenti il composto non si riusciva a lavorare con le mani.
Partiamo dall'inizio. Alle ore 18 ho fatto il rinfresco di 100 g. di pasta madre, che poi sono diventati 240. Ho lasciato lievitare 3 ore abbondanti e alle ore 21 (21.30 in realtà) ho preparato l'impasto.
Ho preso una grande ciotola, ho messo la pasta madre spezzettandola con le mani, ho aggiunto l'acqua e l'ho sciolta piano piano, poi ho aggiunto 200 g. di farina manitoba e 300 g. di farina 0, 1 cucchiaino e mezzo di sale fino e 2 cucchiaini d'olio evo.
In questo modo mi sono impantanata le mani nell'impasto e per renderlo lavorabile ho dovuto aggiungere diciamo altri 50/ 70 g. di farina ad occhio. L'impasto deve rimanere sì molto liquido e leggero ma deve comunque essere lavorabile con le mani.
A questo punto ho preso una terrina grande di vetro, l'ho unta d'olio sulla base e ho messo il composto a lievitare coperto con la pellicola trasparente e uno strofinaccio, nel forno spento per circa 12 ore.
Questo è quello che ho trovato al mattino. Anche se non ho la foto dell'impasto iniziale vi garantisco che è cresciuto tantissimo, un tripudio di alveoli! A questo punto ho preso una teglia e l'ho unta alla base, poi molto delicatamente ho trasferito l'impasto cercando di modellarlo con le dita perchè aderisse a tutti i bordi. L'ho ricoperto con la pellicola e lo strofinaccio e ho rimesso a lievitare per altre 3 ore in forno spento con la luce accesa per aiutare l'ultima lievitazione.
Alle 11.30 circa l'ho ripresa e ho fatto tante impronte con le dita per creare piccoli solchi, poi ho spennellato un'emulsione di acqua e olio in parti uguali su tutta la superficie e infine ho sparso del sale grosso un pò ovunque.
A questo punto viene il discorso della cottura che sarà in base ai vostri gusti. Solitamente crescente e pane vanno cotti in forno caldo a 220° se non di più ma in questo modo si crea la crosta che a me non piace. Io ho iniziato con lo scaldare il forno solo in basso a 180°, ho messo dentro la teglia coperta con un foglio di alluminio e dopo una ventina di minuti ho alzato a 200° sempre con il foglio di alluminio. Gli ultimi 20 minuti ho acceso anche la parte in alto e ho lasciato il foglio di alluminio, togliendolo solo alla fine negli ultimi 10 minuti per farlo cuocere bene anche sopra. Come si fa nelle classiche torte dolci, per verificare la cottura ho inserito uno stuzzicadenti (che è sprofondato tanto era alta la focaccia) e quando la consistenza e la doratura mi sono sembrate sufficienti ho sfornato. Immagino che per chi non abbia problemi di crosta 30 minuti a 220° o più dovrebbero andare bene.
Questo è lo spessore della fetta, da notare la lievitazione che con una pasta madre di solo un mese mi aspettavo nettamente inferiore.
Che dire? E' una bontà! Assolutamente da rifare e da consigliare



giovedì 29 novembre 2012

Pagnottine con avanzi di pasta madre

Dato che ormai la mia pasta madre ha quasi un mesetto di vita, ho iniziato ad usare gli avanzi dopo i rinfreschi. Cosa significa? Beh, che quando si rinfresca si usano diciamo 100 g. di pasta madre ai quali si aggiungono 100 g. di farina e 50 di acqua, ma se l'impasto originale era di 200 g.? Certo di possono raddoppiare le dosi e rinfrescare tutto ma teniamo presente che di solito ne basta un panetto per cucinare, da aggiungere a farina, acqua e altri ingredienti e a meno che non vogliamo riempirci il frigorifero di pasta madre... soprattutto all'inizio mi sento di consigliare di scartarne una parte. Questo non significa affatto che bisogna buttare via gli avanzi, ci mancherebbe! Il bello di questo impasto è proprio questo: da un semplice composto di acqua e farina fermentato si possono creare un sacco di buone ricettine a costo zero.
In questo caso ho voluto verificare la forza della mia pasta madre e vedere quanto lievitava da sola. Ho fatto il rinfresco alle 8 di mattina prelevando 100 g. dall'impasto originale, il che mi ha permesso di avere 120 g. di avanzi. A questi ho aggiunto esattamente il doppio di farina 0, quindi 220 g., 1 cucchiaio di olio, 1 cucchiaino di sale e acqua tiepida quanto bastava per impastare bene il tutto.
Ho lavorato con le mani il composto fino a renderlo omogeneo e poi l'ho suddiviso in pagnottine, ho dato loro la forma che desideravo e le ho incise a croce in superficie con un coltello. Ne sono venute 5 in totale ( nella foto sono solo 4 perchè non ho fatto in tempo a fotografarle che c'era già chi le aveva assaggiate).
Le ho messe in una teglia con carta da forno, coperte con uno strofinaccio pulito e le ho lasciate tutto il giorno nel forno spento con la luce accesa.
A sera, diciamo intorno alle 18 le ho controllate ed erano lievitate visibilmente. Ho acceso il forno a 200° e le ho cotte.
In questo modo sono venute morbide dentro e croccanti fuori. Lo specifico perchè ad esempio  mio marito ha storto il naso dato che a lui non piace il pane con la crosta e immagino che per ovviare a questo problema basti ricoprire la teglia con della pellicola.
Ovviamente in questo caso non si tratta di usare la pasta madre come agente lievitante perchè essendo ancora giovane la sua forza è limitata. Qui si è trattato di utilizzare l'impasto in eccesso per realizzare delle pagnottine. Il risultato è stato più che soddisfacente anche se forse usando una farina manitoba il pane sarebbe stato un pò più leggero.
Concludo dicendo che ovviamente ci sono mille modi per fare il pane in casa, tantissime ricette sia con lievito di birra che con pasta madre ma vi assicuro che il profumo di "fornaio" e di pane che esce dal forno utilizzando la pasta madre io non l'ho mai avuto in casa, nonostante cucini il pane da oltre un anno! Consiglio a tutti di provare almeno una volta l'esperienza di questo impasto a dir poco magico.

mercoledì 28 novembre 2012

PASTA MADRE: cos'è e come si fa

Buon mercoledì a tutti, eccomi di ritorno con un argomento piuttosto scottante: la pasta madre. Perchè è scottante? Beh senza dubbio perchè in molti non la conoscono e chi ne ha sentito parlare storce il naso all'idea di un impasto che impegni "tanto quanto un figlio". Ebbene si, parlando con persone che conosco mi sono sentita dire anche questa frase.. Bene, tranquille perchè non c'è niente di più falso!
Partiamo dall'inizio. Che cos'è la pasta madre? Avete presente il lievito di birra che si mette in tutte le ricette che prevedono una lievitazione come il pane, la pizza, le focacce e cose del genere? Ecco, la pasta madre (o pasta acida o impasto madre) si sostituisce al lievito, cucinando così un alimento completamente naturale e adatto anche a chi è intollerante al glutine perchè in quel caso basterà usare una farina priva di esso. Si, perchè la pasta madre ve la fate voi, scegliendo di volta in volta quello che volete usare..
Se conoscete qualcuno che ce l'ha e la usa vi consiglio di farvene regalare un pezzetto e di cominciare ad usare una pasta già matura, se invece volete partire dall'inizio, eccomi qui a spiegarvi come fare.
Voglio subito precisare che non sono affatto un'esperta, anzi. Ho aspettato quasi un mese per scrivere di questo argomento perchè volevo vedere se ero in grado di parlarne dopo un minimo di esperienza e ad oggi mi sento in grado di farlo. Una mia carissima amica virtuale ed esperta di pasta madre più di me è stata la mia guru in questa avventura gastronomica ed è per questo che ne approfitto per linkare il suo stupendo blog pieno di ricette economiche e soprattutto a base di pasta madre.
http://portafoglioadieta.blogspot.it/
Detto questo cominciamo.
Ci sono molti modi per iniziare una pasta madre, c'è chi usa farina, acqua e miele, chi usa farina acqua e yogurt, chi usa il passato di pomodoro e chi più ne ha più ne metta. Questa è la ricetta che ho usato io.

PASTA MADRE

200 g. farina
90/100 g. acqua tiepida
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di olio

Mettete insieme tutti gli ingredienti e mescolate con le mani fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Incidetelo a croce con un coltello e mettetelo dentro ad un contenitore di vetro ben oliato (evitate la plastica) possibilmente alto e stretto per verificare la crescita dell'impasto. Copritelo con il coperchio o con un piatto e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido (vicino al termosifone ad esempio) per 48 ore.
Questo è l'impasto appena fatto

 
L'impasto dopo 24 ore

 
 

Purtroppo non ho una foto dell'impasto dopo 48 ore ma sostanzialmente era cresciuto solo un pò. Trascorso questo tempo prendete e reimpastate con le mani semplicemente, senza aggiungere altro. Rimettete l'impasto nel contenitore di vetro oliato e coperto, sempre in luogo tiepido e aspettate altre 48 ore.
Trascorso questo tempo potete fare il primo rinfresco. Rinfrescare la pasta madre significa "darle da mangiare"; siccome si tratta di un impasto vivo, che cresce e si sviluppa (in realtà si sviluppano i batteri che creano la lievitazione) bisogna seguirla passo passo, ecco perchè alcuni l'hanno paragonata all'impagno di un figlio, ma esagerano!
 
PRIMO RINFRESCO
 
Bene, ora che avete la vostra pasta madre non preoccupatevi se non somiglia a quella nella foto, è possibile che la consistenza sia diversa, non fa niente. E' giunto il momento di darle da mangiare per la prima volta.
Prendete una ciotola o un tagliere, prelevate 100 g. dalla vostra pasta madre, possibilmente prenderndoli dal cuore dell'impasto (se c'è la crosticina evitate quella), aggiungete 100 g. di farina e 50 g.. di acqua tiepida. Impastate tutto e riformate il panetto, incidetelo di nuovo a croce e rimettetelo a lievitare.
Personalmente prima di metterlo in frigorifero ho aspettato che si formassero i primi alveoli perchè avevo un pò fretta di usarla e di farla sviluppare, ma credo che a questo punto si possa già tenere in frigo. Per aiutare la lievitazione potete usare la farina manitoba, più forte della classica 0, vi garantisco che aiuta parecchio.
 
 
Ecco la foto dell'impasto dopo 24 ore dal primo rinfresco. Come vedete si sono formati gli alveoli che saranno poi quelli che permetteranno la lievitazione di pane, pizza e altri alimenti da forno. Ora mettetela in frigorifero e fate rinfreschi ogni 2/3 giorni per i primi tempi, poi dopo circa un mesetto o anche meno (dipende da quanta forza ha acquisito la vostra pasta madre) potete anche passare ad 1 volta alla settimana.
Se vi accorgete che emana un cattivo odore (a me era successo proprio che puzzasse), rinfrescatela subito (magari con la manitoba) e aggiungete 1 cucchiaino di miele. E' come se fosse un nutrimento, le da forza e la fa tornare a profumare come dovrebbe.
NON BUTTATELA MAI VIA mi raccomando. Sia che ve la dimentichiate in frigo, sia che puzzi, sia che abbia fatto la crosta, è possibile farla tornare viva in ogni caso, non gettatela mi raccomando!
 
Presto inizierò a pubblicare ricette con avanzi di pasta madre e tra qualche mese anche con la pasta madre stessa (datemi il tempo di farla rafforzare bene). Per ora sappiate che per i primi 3 o 4 rinfreschi purtroppo non possiamo usare gli avanzi perchè la pasta è ancora molto acida e dobbiamo buttarli, ma dopo piano piano si possono riutilizzare, vedremo insieme come.
 
 
 
 
 
 

domenica 11 novembre 2012

TAGLIATELLE FATTE IN CASA

Da sempre il mio motto è: se lo facevano le nostre nonne 50 anni fa significa che si può fare anche oggi. So bene che basta andare in un supermercato per trovare pacchi di pasta già pronti, magari in anche in offerta. Ammetto che in casa mia non mancano mai ma ogni tanto ho voglia di pasta fresca, fatta in casa, una pasta buona e saporita fatta con uova e farina.
In molti mi dicono che è una faticaccia inutile, che se proprio ho la fissa di fare la pasta posso benissimo usare la macchina per tirarla ma allora che gusto c'è? Si lo so che il gusto sta nel mangiare, ma per me è anche nel cucinare. I sapori rustici di una volta, i piatti preparati con quattro o cinque ingredienti, poveri, sani e genuini, per me sono i migliori. E si, ci sono tagliatelle buonissime di famose marche già pronte, comodamente preparate in nidi da prendere e far cuocere direttamente in pentola, ma per me non è la stessa cosa.
Forse sono matta, forse sono nata in un'epoca sbagliata, può essere vero. Resta il fatto che sono disgustata dai cibi pronti, dai conservanti, dai coloranti alimentari, dagli zuccheri aggiunti, da tutte quelle cose che rovinano i sapori e la salute dei consumatori. Cerco di ovviare in ogni modo cucinando il più possibile, utilizzando le materie prime e creando il cibo, invece di toglierlo da una scatola e metterlo a scaldare nel forno. E non è perchè sono un'ambientalista che odia gli imballaggi, non amo particolarmente riciclare e sinceramente me ne frega il giusto dell'ambiente, per non parlare del fatto che mangio la carne e il pesce attirando l'odio degli animalisti. Lo faccio per la salute, per far crescere mia figlia con la passione dei sapori veri, per mantenere le vitamine, le proteine dei cibi e per tenere vive le tradizioni di una volta, quando il cibo era importante e la gente pensava a doversi sfamare. C'era povertà ma le nostre nonne sono riuscite a dare da mangiare a una nidiata di figli con pochissimo, ingegnandosi e rimboccandosi le maniche. Oggi pensiamo ai menù vegetariani, a quelli vegani, a quelli macrobiotici, alle diete, ai carboidrati, eccetera eccetera. E poi dicono che non si fanno più figli, per forza! Per mettere a tavola 3 persone serve un capitale in questo modo! La pasta fatta in casa è buona, sana ed economica. 1 kg. di farina costa 50 centesimi circa, 1 pacco di uova 90 centesimi circa e con 1 chilo di farina e 6 uova se ne possono fare di cose...
Bene, tornando alla ricetta di oggi come avrete capito gli ingredienti sono solo 2, poi serve pazienza e tanto olio di gomito!

TAGLIATELLE FATTE IN CASA

100 g. farina
1 uovo

Queste sono le dosi in proporzione. Io oggi ne ho fatti 300 g. con 3 uova e ci abbiamo mangiato in 3, poi ne sono anche rimaste.
Prendiamo la farina e mettiamola a fontana sul tagliere, rompiamo le uova in una ciotolina e mettiamole al centro. Con una forchetta amalgamiamo il tutto piano piano e iniziamo ad impastare con le mani fino ad ottenere una palla liscia ed elastica.
Lavoriamola ancora un pò, poi avvolgiamola con un pò di pellicola e mettiamola in frigorifero per qualche minuto.
Riprendiamola e lavoriamola ancora un pò. A questo punto prendiamo un mattarello grande e iniziamo a stenderla cercando di mantenere una forma rotonda. Stendiamo la pasta facendo pressione sul mattarello tirandola dal centro verso l'esterno, piano piano senza fretta.
Quando avrà raggiunto lo spessore desiderato avremo una sfoglia grande e sottile, possibilmente di forma rotonda. (come si può vedere dalla foto a me non è venuta proprio rotonda!) Bene, a questo punto cospargiamola di farina e lasciamola seccare un pò.
Ora arrotoliamo la sfoglia su se stessa partendo dal lato più vicino a noi e quando saremo a metà iniziamo a rotolarla anche dall'altra parte, finchè i due lati non si incontreranno nel centro. Mettiamo un pò di farina su uno dei due e appoggiamo l'altro sopra fino ad avere un unico rotolo di pasta.
Spero di essermi spiegata bene in questo passaggio.
Ora prendiamo un coltello affilato e iniziamo a tagliare il rotolo di sfoglia in varie "fettine". Apriamole e liberiamo le tagliatelle, appoggiandole su un canovaccio pulito e infarinato. Se le cuociamo subito non serve fare altro, se le vogliamo congelare cerchiamo di non farle seccare l'una sull'altra, altrimenti si attaccheranno.
Mettiamo l'acqua a bollire a aggiungiamo un goccio d'olio evo per non fare attaccare la pasta. Non appena le tagliatelle verranno in superficie saranno pronte.
Buon appetito!

lunedì 5 novembre 2012

Waffle fai da te senza stampo


Alzi la mano che conosce i waffle? Secondo me il nome non vi dice molto ma se guardate la foto forse capirete a cosa mi riferisco.
I waffle venivano preparati in antichità in Grecia e Belgio e ancora oggi si possono gustare all'estero magari accompagnati con sciroppo d'acero, gelato o cioccolato. Qui in Italia non si trovano con facilità purtroppo, ma se proprio non volete rinunciare a questi dolci tranquille, sono facilissimi anche da preparare in casa.
Come dico sempre io le cose fatte con le proprie mani sono diecimila volte più buone perchè ne conosciamo gli ingredienti e perchè sono alimenti unici e sani. In questo caso ancora di più perchè possiamo decidere che ricetta utilizzare a seconda dei nostri gusti.
Navigando un pò in rete ho trovato varianti con lievito di birra, con lievito vanigliato, con uova, latte, anice, estratto di vaniglia, eccetera. Io ho provato una ricetta base modificando di molto le dosi perchè su 500 g. di farina indicava 480 g. di burro e per quanto mi riguarda è inconcepibile!
La ricetta è quindi stata sottoposta alla mia critica revisione e ciò che ne è uscito è un alimento non leggerissimo perchè in ogni caso contiene 90 g. di burro, ma che comunque si può mangiare tranquillamente senza sentirsi troppo in colpa. Per compensare la mancanza di burro che in questa ricetta è sciolto e quindi serve a fare amalgamare l'impasto, ho utilizzato del latte tiepido, finchè il composto non è venuto morbido ma non liquido. Sono convinta che si possano ridurre ancora le quantità di burro e aumentare il latte magari ma questo lo devo ancora sperimentare.
Per i veri waffle è necessario avere uno stampo a pressione, che dia loro la caratteristica forma a cuore, ma dato che io non ce l'ho ho dovuto improvvisare! Non sia mai che una cosa come uno stmpo possa fermare la mia creatività culinaria... :) E allora cosa potevo usare? Una bistecchiera a pressione che è in casa nostra da non so quanti anni e che ha svolto alla perfezione il suo compito. E' bastato girare il biscotto a metà cottura per fargli avere una bella griglia sulla superficie.

WAFFLE DI MAMMA FRANCESCA

200 g. farina 00
100 g. zucchero
1 uovo
90 g. burro
latte tiepido


Sciogliere il burro in un pentolino. Mettere la farina, lo zucchero e l'uovo in una ciotola poi aggiungere il burro. Per rendere l'impasto ben amalgamato aggiungete il latte tiepido (io sono andata ad occhio per la quantità). Il composto non deve risultare liquido ma una specie di crema densa, mi raccomando. Se vi accorgete di aver messo troppo latte basterà aggiungere un pò di farina.
Scaldate lo stampo o la bistecchiera in questo caso. Mettere una cucchiaiata di impasto e chiudete lasciando cuocere per qualche minuto, se volete creare l'effetto a scacchi girate il biscotto a metà cottura dall'altro lato.
Qui in foto c'è un grande biscotto che poi abbiamo ritagliato con gli stampini e le dosi che ho messo sono per due grandi biscottoni ma se volete potete farne tanti piccoli, è uguale.

sabato 3 novembre 2012

PANE NERO O AI 7 CEREALI

Pane pane pane, cosa c'è di più buono e delizioso del pane fatto in casa? Si lo so, molte di voi non hanno il tempo per prepararlo e lo capisco, ma per le casalinghe che vogliono cimentarsi in questa avventura culinaria posso garantire non solo che non si tratta di una ricetta impossibile da preparare, ma soprattutto che ne vale la pena.
Ho già pubblicato la ricetta del pane bianco con farina manitoba che di solito non manca mai nel mio frigo e anche quella del pane al mais fatto con la farina di mais della polenta. Oggi voglio pubblicare una ricetta che in realtà ricetta non è perchè mi sono limitata ad acquistare il preparato e a seguire le istruzioni. Si tratta del pane nero, o ai 7 cereali.
Preciso subito che si tratta di un tipo di pane che potrebbe non piacere a tutti, dipende molto dai gusti. Per i tradizionalisti forse non è adatto ma per chi ha voglia di sperimentare gusti diversi secondo me vale la pena provarlo.
La lavorazione è molto più semplice del classico pane con le 2 o 3 farine perchè in questo caso abbiamo un preparato unico. Sinceramente non so come si possa realizzare senza usare il preparato, so solo che ci sono 7 cereali e che il sapore mi è piaciuto molto.

PANE NERO O AI 7 CEREALI

Per mezzo chilo di pane.

500 g. di preparato per pane nero
2 cucchiai d'olio evo
1 bustina di lievito di birra secco
280 g. d'acqua tiepida

Mettere il preparato in una ciotola con il lievito e l'olio e mescolate con le mani. Poi aggiungete lentamente l'acqua tiepida e impastate fino ad ottenere una palla non troppo appiccicosa.
Chiudete la ciotola con un pò di pellicola trasparente e copritela con un canovaccio pulito. Lasciate lievitare 15 minuti, dopodiché riprendete l'impasto e date la forma desiderata. Se volete delle piccole pagnottine usate gli stampini usa e getta in alluminio da muffin bene oliati, altrimenti vi consiglio di utilizzare la clssica teglia grande ricoperta di carta da forno, oliata alla base.
Lasciate lievitare 3 ore in luogo tiepido coprendo le pagnotte con un canovaccio finchè non triplicano il loro volume. Per qusto motivo non riempite troppo gli stampini.
Cuocete in forno caldo. Sulla confezione c'è scritto di cuocere per 20 minuti a 200° ma siccome io non amo la crosta ho cotto a 150° finchè il profumo non è uscito dal forno. Si lo so che è un'indicazione approssimativa ma nel mio caso mi sono resa conto che quasi sempre funziona.
Se avete usato gli stampini, a questo punto togliete i pani dagli stampi e rimetteteli dentro a forno spento 10 minuti in modo che anche le basi delle pagnottine si cuociano per bene.
Inutile dire che anche questo tipo di pane si presta benissimo al congelamento in freezer.

lunedì 29 ottobre 2012

La zucca di Halloween

Quest'anno avevo pensato di evitare di mettere troppi addobbi di Halloween a casa ed ero quasi riuscita a convincere mia figlia a non fare la classica zucca quando mio marito ci ha messo lo zampino.. La settimana scorsa è tornato a casa con una zucca enorme bella tonda e arancione, pronta per essere intagliata.. E sia!
So che in commercio ci sono tantissime forme già fatte in plastica, più economiche forse, sicuramente più durature e soprattutto che non richiedono un lungo lavoro per essere lavorate, ma cosa volete.. la zucca vera è tutta un'altra cosa, ammettiamolo..
Ma come si intaglia una zucca, lo sapete?
Dunque innanzitutto bisogna lavarla bene con una spugna o un panno umido, dopodichè va asciugata e con l'aiuto di un pennarello nero si disegna il viso da intagliare. Generalmente due triangoli al posto degli occhi, uno al posto del naso e una bocca gigante piena di denti. Poi ci sono espressioni più o meno paurose, ma sinceramente io la preferisco sorridente :)
Con l'aiuto di un coltellino intagliate il cappello della zucca, praticando dei tagli obliqui a zig zag nella parte alta. In seguito andrà sollevato, pulito dai fili e dai semi e infine rimesso al suo posto.
Con un cucchiaio raschiate i bordi interni della zucca, vi troverete fra le mani tutti i fili e i semi. Buttate i primi e lavate bene i secondi sotto l'acqua corrente. Una volta asciugati e messi in un contenitore d'alluminio ricoperto di carta da forno con una grande quantità di sale grosso, potrete farli cuocere a 180° per una quindicina di minuti. Sono quelli che noi bolognesi chiamiamo "brustolini" e sono buonissimi!!
Bene a questo punto non vi resta che seguire le linee del disegno fatto sulla zucca e intagliarla con attenzione. Sebbene sia una decorazione che di solito si fa più per il bambini che per i grandi, è assolutamente necessario l'aiuto di un genitore soprattutto in questa fase. Non lasciate che siano i bambini a usare il coltello, mi raccomando.
Con tanta pazienza praticate tutti i tagli e pulitela bene anche nel fondo perchè dovrà essere pari, dato che poi andrà sistemata la candelina.
A questo punto se sono rimasti dei segni di pennarello toglieteli con un pezzo di carta scottex bagnata, accendete una candela di quelle piccole e tonde che di solito si mettono sotto ai brucia essenze e chiudete con il coperchio.
Ecco fatto!
Ricordatevi però che la zucca vera intagliata non dura moltissimo, tre o quattro giorni al massimo, dopodiché farà la muffa e sarà da buttare. Se avete in mente di usarla per la notte di Halloween potete prepararla il giorno prima, meglio ancora la sera stessa.

mercoledì 24 ottobre 2012

Castagne che passione!

Proprio qualche giorno fa mi hanno portato un bel sacco di castagne raccolte direttamente sulle nostre montagne, per la precisione in zona Castel di Casio. Con il prezzo che hanno quelle del supermercato (ne ho viste di recente a 6,90 euro al chilo), ho fatto i salti di gioia quando me le sono viste regalare! Ovviamente tutti sanno che esistono le castagne (generalmente più piccole e adatte alla cottura in acqua salata) e i marroni (più grossi e buonissimi fatti al forno).
Oltre alle tantissime ricette a base di castagne e farina di castagne, devo dire che io apprezzo molto questo frutto anche consumato da solo, senza troppi sapori aggiunti.
Dato che le castagne che mi hanno portato erano di diverse dimensioni e né troppo grandi né troppo piccole, ho deciso di farne una parte bollite e una parte al forno.

CASTAGNE BOLLITE

Ricetta che più facile non si può. Si prendono le castagne, si lavano bene sotto l'acqua corrente e poi si lasciano bollire in acqua salata per almeno 2 ore a fuoco medio. Prima di consumarle vanno fatte raffreddare. Io le mangio spaccandole con i denti e spremendole direttamente in bocca ma immagino che sia più educato tagliarle con un coltello e gustarle con più finezza! :)




MARRONI AL FORNO

Si prendono le castagne, si lavano sotto l'acqua corrente, poi bisogna praticare un taglio orizzontale con il coltello. E' importante farlo in tutte per evitare che scoppino nel forno. Si mettono a bagno nell'acqua fredda per circa mezz'ora, poi si mettono a cuocere in una ciotola di alluminio rivestita di carta apposita, in forno a 180° per un'altra mezz'ora.
Quando sentite il profumo delle caldarroste invadere la stanza significa che sono pronte!


Cucinate in entrambi i modi si conservano bene per qualche giorno fuori dal frigo, ma generalmente non durano tanto da doversene preoccupare! Buon appetito e attenzione a non esagerare perchè le castagne contengono moltissimi carboidrati e si rischia di ingrassare..

venerdì 19 ottobre 2012

0,15 CENT PER 3 PERSONE: LA VERA POLENTA

Non c'è niente da fare, quando arriva il freddo è automatico: mi viene voglia di polenta! Un bel piattone allegro, di un giallo sgargiante ricoperto da un profumato sugo al ragù di carne o magari da un bel tris di formaggi spalmabili..
Però c'è polenta e polenta, non dimentichiamocelo! C'è quella istantanea che quasi tutti ormai fanno perchè non hanno tempo, e c'è quella VERA, fatta con le due farine. Lungi da me criticare i consumatori di preparati già fatti sia chiaro, ma se devo esprimere un parere non ho dubbi, il gusto è completamente diverso.
Ma voi l'avete mai assaggiata la polenta fatta come la facevano le nostre nonne? Lo sapete che per questo piatto occorre solo mezz'ora di tempo? Certo, quella istantanea è più veloce ma come sapete io sono contro tutte le scorciatoie gastronomiche e parto dal presupposto che se una volta si faceva in un modo allora dev'essere sicuramente migliore, non fosse altro che per mancanza di molti conservanti e schifezze varie che oggi si trovano ovunque.
E allora promuoviamole le ricette di una volta, quelle vere e genune, quelle che permettevano alle nostre nonne di sfamare 5 o 6 figli con poco! In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando è assurdo pensare di continuare a viaggiare sui binari della comodità e del risparmio di tempo, non ne usciremo mai! Quello che serve è solo una netta e decisa ridistribuzione delle nostre ore libere, destinandone qualcuna in più alla cucina, scegliendo di preparare alimenti sani e puntando sul nostro benessere e sulla nostra salute.
Quanto vi costa un preparato per polenta? Non lo so perchè non ne ho mai comprato uno ma sapete quanto costano le due farine? Due pacchi di farine di mais da 1 kg costano 0,77 cent. l'uno e se non ne mangiate tutte le settimane vi durano per tutto l'inverno! Capite il risparmio? Certo c'è la spesa del gas per cucinarla ma potete sempre prepararne in quantità, poi congelarla già tagliata o utilizzarne una parte per fare altri piatti. Inoltre se mangiamo la polenta non mangiamo il pane e la pasta perchè si tratta sempre di carboidrati, quindi c'è un risparmio in ogni caso.
Per circa 3 porzioni abbondanti di polenta occorrono solo 100 g. di farina per tipo e 1 l. d'acqua. L'unica seccatura è che bisogna restare al fornello per tutto il tempo senza potersi allontanare ma se pensiamo a quanto ci vuole per preparare un piatto di pasta alla fine i tempi non cambiano molto.

Le due farine in realtà sarebbero 3 nel senso che sul mercato esistono 3 tipi di farina di mais: quella a grana fine, quella a grana media e quella a grana grossa. A voi la scelta. Io uso sempre quella fine e quella grossa ma l'unica cosa che cambia è se vi piace sentire i granelli in bocca oppure no.

POLENTA CON LE DUE FARINE

100 g. di farina di mais a grana fine
100 g. di farina di mais a grana grossa
1 l. d'acqua ( o più dipende)
sale


Mettiamo a scaldare l'acqua salata e non appena bolle togliamone un poco e teniamola da parte. Versiamo la farina grossa e mescoliamo con un cucchiaio di legno. Lasciamo cuocere a fiamma bassa per 15 minuti continuando a mescolare. Di solito in questa fase non occorre aggiungere acqua ma molto dipende dal calore della fiamma quindi non è detto. Se risulta troppo densa aggiungetene un pò di quella messa da parte, altrimenti conservatela per dopo.
Passati i 15 minuti spegniamo il fuoco e versiamo la farina fine mescolando bene. Riaccendiamo il fuoco e mescoliamo di continuo per altri 15 minuti. Ora probabilmente avremo bisogno di aggiungere acqua, fatelo un pò per volta senza rendere il composto troppo liquido.
Se avessimo bisogno di ulteriore acqua basterà scaldarne ancora su un pentolino a parte e ricordarsi di salarla.
Alla fine versiamo la polenta su un tagliere di legno o su un piattone grande e copriamolo IMMEDIATAMENTE con un canovaccio pulito, altrimenti si formerà la crosticina.
Lasciamo riposare una mezz'ora e poi tagliamo la polenta a fette e serviamola come più ci piace. Le nostre nonne la tagliavano con un filo di cotone (almeno la mia lo faceva) ma in questo caso andrà benissimo anche un coltello.

Se avete degli avanzi di polenta potete lavorarli un pò con la forchetta e con le mani per ammorbidirla, formare delle palline tipo polpette e poi schiacciarle con le mani, passarle nel pangrattato e con un filo d'olio evo metterle nel forno. Altrimenti potete tagliarla a fettine sottili e friggere la polenta in olio bollente, oppure sempre a fettine adagiarvi sopra del formaggio e metterle in forno finchè non fonde.


mercoledì 17 ottobre 2012

Bocconcini di pollo alla cannella

Non sono mai stata un'amante delle spezie lo confesso. La mia cucina è sempre stata un pò povera di sapori, un pò per abitudine, un pò per pigrizia. Mia figlia e mio marito sono due bocche piuttosto ordinarie e se il secondo difficilmente si riesce a cambiare, con la prima forse ho ancora qualche possibilità. Una volta superata la fase di rifiuto dei cibi nuovi, negli ultimi mesi sono riuscita a far assaggiare alla mia bimba tanti sapori a lei sconosciuti, gli stessi alimenti cucinati in maniera diversa e anche qualche piatto caratteristico di altre culture. Posso quindi ritenermi soddisfatta, tanto più che ieri sera ha mangiato un piatto di carne cucinata con la cannella, cosa che tre mesi fa non avrebbe mai accettato.
Di recente ho scoperto l'importanza di questa spezia e piano piano ho deciso di inserirla un pò ovunque per abituare i componenti della mia famiglia al suo sapore. Mio marito continua a storcere il naso (ma parliamo di un uomo che fino a qualche mese fa inondava qualunque piatto di maionese, persino la pizza) mentre mia figlia sta allargando i suoi orizzonti culinari.
La cannella è un ottimo antisettico naturale, le stecche o la polvere come in questo caso, vengono ricavati dalla corteccia dell'albero e si possono usare sia in ambito curativo che in cucina.
Contiene inoltre molte vitamine tra cui alcune del gruppo B, vitamina A, C, E, K, J ma anche alcuni aminoacidi tra cui l'acido aspartico.
La dose massima consigliata giornaliera è di 3 grammi a persona, ovviamente parliamo di adulti, e non va somministrata a bambini inferiori ai 2 anni.
Ha proprietà digestive e per questo dopo i pasti si può bere una tisana alla cannella, lasciando in infusione 1 cucchiaino da caffè di polvere, filtrando il liquido e poi sorseggiando ancora caldo. (Non più di tre tazze al giorno)
Regola la glicemia, disinfetta (e per questo è ottimo contro il fungo della candida e il virus dell'Escherichiacoli) e cosa non meno importante, da ai cibi un sapore deciso ma a mio parere molto buono. Avete mai fatto caso che in molte ricette di biscotti natalizi è presente la cannella? E allora perchè non comprarne un barattolino in polvere o in stecche da frantumare e iniziare a usarla anche nei piatti di tutti i giorni?
Beh, ieri sera ero in fase creativa e ho preso la carne bianca, l'ho tagliata a bocconcini e mi sono sbizzarrita con quello che avevo in casa. Ecco il risultato!

BOCCONCINI DI POLLO ALLA CANNELLA
(Dose per 3 persone, nel mio caso per 2 e mezzo)

- 3 petti di pollo
- 1 carota
- cipolla (qualche fettina)
- prezzemolo
- olio evo
- 1 cucchiaino di cannella in polvere
- sale q.b.
- passata di pomodoro
- 2 cucchiai di conserva di pomodoro
- 1 bicchiere d'acqua

Dico subito che la conserva l'ho aggiunta perchè dovevo finire una bottiglia di passata di pomodoro e non era sufficiente, così l'ho integrata con qualche cucchiaio di conserva dei miei suoceri che avevo in casa. Ovviamente potete usare solo la passata.
Sminuzziamo la carota, la cipolla e il prezzemolo in un mixer. Se avete una costa di sedano mettetecela pure, ci sta benissimo. La quantità di cipolla spetta a voi perchè dipende dai gusti, io non ne ho messa molta perchè già c'era il sapore forte della cannella, non volevo esagerare.
In un giro d'olio evo in padella facciamo rosolare i bocconcini di pollo, poi aggiungiamo il trito di verdure e lasciamo insaporire un pò mescolando bene.
A questo punto mettiamo la cannella e mescoliamo, poi aggiungiamo la passata di pomodoro e un bicchiere d'acqua. Regoliamo di sale e mescoliamo ancora.
Lasciamo che il sugo di restringa un pò e quando sarà di nostro gradimento spegnamo il fuoco e serviamo ben caldo.
L'ideale per questo piatto sarebbe cuocerlo in un wok ma se non l'avete andrà benissimo una padella grande. Se proprio volete un piatto dall'aspetto esotico consiglio di aggiungere anche una dose di cous cous (vedi ricetta http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2012/10/cous-cous-con-pollo-e-verdure.html sostituendo ovviamente il condimento con quello preparato qui)
Il piatto viene benissimo anche sostituendo i fusi di pollo ai bocconcini, a voi la scelta!
 

domenica 14 ottobre 2012

ZUPPA STREGATA O VELLUTATA DI ZUCCA

Non capita quasi mai che mia figlia veda una ricetta da qualche parte e mi chieda di realizzarla, anche perchè non è mai stata troppo attratta dal cibo, ma quando succede non posso certo esimermi! L'altro giorno le ho comprato un giornalino per bambini sul tema di Halloween e tra le altre cose c'era la presentazione di una ricetta che ha colpito la sua fantasia.
Naturalmente l'elemento principale è stato il pane nero a forma di cappello da strega perchè potrei giurare che senza quello ai suoi occhi sarebbe stata soltanto una zuppa di zucca, la stessa zucca che ogni volta le propongo cucinata in maniera diversa e che puntualmente viene respinta con una smorfia.
Ecco perchè quando mi ha chiesto di cucinarle questa "Zuppa stregata" ho detto subito si, tanto più che sapevo mi sarebbe piaciuta moltissimo, quindi non sarebbe andata sprecata.
Gli ingredienti sono davvero pochi e il sapore finale è squisito.  La ricetta prevedeva l'uso di pane di segale, ai cereali o comunque di un pane nero che ricordasse il colore del cappello della strega ma io ho usato qualche fetta di pane confezionato, l'ho abbrustolita ben bene nel fornetto elettrico e poi con l'uso di un coltellino ne ho ricavato alcuni cappelli.
Inutile che io ribadisca in questa sede le qualità della zucca, soprattutto in questa stagione in cui si trovano fresche e di tutte le forme e dimensioni. Vi basti sapere che è un alimento pieno di Vitamina A, nonchè di Vitamine B e C, di calcio e soprattutto è priva di grassi e di colesterolo. E' molto adatta a chi deve stare a dieta poichè è una verdura a basso contenuto calorico, contiene fibre, magnesio e potassio e, cosa molto importante, può essere cucinata in ogni modo, dal primo al secondo, al contorno e perfino al dolce!
Ma torniamo alla nostra zuppa, o meglio alla nostra vellutata (perchè alla fine altro non è che quello).
Avete mai comprato una vellutata di zucca già pronta, magari di qualche marca molto conosciuta? Io si perchè a me le minestre, le zuppe e tutto quello che si mangia con il cucchiaio piace tantissimo, ma stavolta senza volerlo mi sono resa conto che questa ricetta è praticamente uguale a quella già pronta. E' passato parecchio tempo da quando l'ho assaggiata l'ultima volta, dato che in questi anni ho sempre preferito fare tutto in casa ma devo dire che il sapore è lo stesso.

ZUPPA STREGATA O VELLUTATA DI ZUCCA

- polpa di zucca
- patate
- sale
- cipolla
- olio evo

Non ho indicato le quantità perchè nella ricetta non erano specificate e io sono andata a occhio. Ho messo comunque due parti di zucca e una di patate. Dato che l'ho acquistata a pezzi in confezioni singole poichè non ho trovato quella intera e poi ho dovuto sbucciarla, non so quantificare la zucca, ma posso dire che erano 6 fette piene. Le patate erano 3 di media grandezza e per quanto riguarda la cipolla io ne ho usata metà. Ho preferito cucinarla fresca questa volta perchè in una ricetta del genere se non si da un pò di sapore con la cipolla, si rischia di avere un piatto insipido e infatti l'aroma si è sentito bene. Posso confermare che anche dopo 13 ore me lo sento ancora in bocca! (si vede che non sono abituata a mangiare cipolle, eh??)

Tagliamo la zucca, le patate e la cipolla a dadini e facciamo soffriggere quest'ultima in un pentolone con un pò d'olio evo. Aggiungiamo la zucca e le patate e un litro di acqua calda. Mescoliamo, saliamo e lasciamo sobollire per 20/ 30 minuti, ovvero finchè le verdure non saranno morbidissime.
A questo punto prendiamo un frullatore ad immersione e creiamo la nostra vellutata, regoliamo di sale e voilà!
A parte abbrustoliamo il pane nel fornetto o nel tostapane e creiamo la forma del cappello da strega con un coltellino. Serviamo la vellutata in una ciotolina adatta (io non ne avevo di nere quindi ho usato quelle color legno della minestra di fagioli) e aggiungiamo il pane.
Mia figlia ne ha mangiata mezza scodella, quindi posso garantire che è un successo!
Buona, sana e simpatica, provatela anche voi e non ve ne pentirete

mercoledì 10 ottobre 2012

BANANA CAKE O TORTA DI BANANE

Non è che me la voglio tirare a tutti i costi chiamando con un nome inglese una semplicissima torta di banane, per carità, è che questa ricetta è tipica dei paesi oltreoceano e se la si cerca online compare con il nome "Banana cake". Esiste anche il "Banana Bread", cioè pane alle banane che ricorda più che altro un plumcake soffice e profumato ma la ricetta è più elaborata della mia e comprende burro, uvetta, mandorle e altri ingredienti nocivi per il colesterolo nonchè per le tasche!
Come sempre io ho rimodellato la ricetta secondo le mie esigenze e i miei gusti e ho adattato quella del "Ciambellone nuvola soffice" alla banana cake.
Potete giocare con le quantità di uova, di olio, aggiungerci uno yogurt, togliere una banana, insomma si presta bene a tante varianti, ma già così con 1 uovo e 50 ml di olio vi assicuro che è bella sostanziosa.
Ovviamente è un ottimo modo per smaltire le banane annerite e cambiare faccia ad una classica ciambella. Vista dal di fuori può sembrare uguale ma basterà tagliarne una fetta per notare il colore scuro dell'impasto e il profumo caratteristico di questo frutto.

BANANA CAKE O TORTA DI BANANE

2 banane mature
50 ml di olio
200 ml acqua
250 g. farina
180 g. zucchero
1 bustina di lievito vanigliato
1 uovo (anche piccolo)

Prendiamo le banane e frulliamole insieme all'olio e all'acqua. In una ciotola mescoliamo tutti gli altri ingredienti e aggiungiamo l'emulsione di banana incorporandola preferibilmente con una frusta a mano. In questo modo il dolce risulterà più soffice perchè sarà passata più aria.
Versiamo il tutto in uno stampo e inforniamo a 150° per 30 minuti circa. Controlliamo sempre con lo stuzzicadenti per capire quando la torta è pronta.
La superficie tenderà a scurirsi, è normale, ma attenzione a non farla bruciare.

Non appena aprirete il forno sarete invasi da una zaffata di profumo alla banana, cosa che con altri dolci non succede! E' davvero meraviglioso..

Antitarme e profumatori naturali: mandarini con cannella e chiodi di garofano

Oggi voglio inaugurare una nuova sezione del blog: idee riciclose e supereconomiche, ovvero come ottimizzare tutto ciò che abbiamo in casa per non buttare quello che si può riutilizzare e creare nello stesso tempo oggetti utili e pratici.
Non so voi, ma di tutti i 5 sensi di cui siamo forniti, secondo me l'odorato è quello più sottovalutato nonchè più importante. A volte basta sentire un profumo, un odore caratteristico di un piatto o di una persona o magari un aroma legato alla nostra infanzia per tornare indietro nel tempo e rivivere immediatamente ricordi che ci sono cari. Il Natale ad esempio è una di quelle feste comandate che nel mio caso oltre ad appagare la vista con luci, addobbi e decorazioni varie, soddisfa più che altro l'odorato. Per me Natale è l'odore della neve, il profumo dei biscotti da preparare la Vigilia, l'incenso che si respira in chiesa durante la Messa di mezzanotte, l'odore della cannella e dei chiodi di garofano con cui preparo spesso dolci e snack croccanti da consumare in inverno, o magari il profumo di un'arancia appena sbucciata tipica della stagione fredda. Io collego immediatamente il freddo con il Natale quindi forse nella mia testa l'associazione di idee è particolare.. :)
Tornando a noi, l'idea di oggi come dicevo prima, è un'ottima alternativa all'acquisto di un prodotto confezionato, una di quelle proposte che non costano quasi niente e che ci permette di sfuttare al massimo ciò che la natura ci regala ogni giorno.
L'altro giorno mi hanno regalato una rete di clementini ma dato che sono i primi della stagione, il loro sapore non è particolarmente buono e allora che fare? Non sia mai che io butto via qualcosa! E vogliamo parlare di quel barattolino di chiodi di garofano che ho comprato l'anno scorso e che alla fine non sono ancora riuscita ad utilizzare? Si è scaduto d'accordo, ma è ancora chiuso dalla plastica e poi non li mangio mica.. Infine stamattina ho comprato un barattolino di stecche di cannella (avevo degli sconti da usare alla Coop) perchè una mia amica mi ha consigliato un'ottimo rimedio naturale contro il raffreddore e volevo tenermi pronta per l'inverno. A proposito Simona, ti prometto che prima o poi lo proverò!
E allora ho messo insieme il tutto e navigando un pò in rete ho scoperto questo modo semplice semplice per profumare gli armadi e i cassetti proteggendo allo stesso tempo i capi d'abbigliamento dalle tarme. Non so voi ma a me non piacciono per niente le profumazioni artificiali che si comprano in giro, per non parlare degli antitarme che puzzano proprio.
Per entrare ancora di più nell'atmosfera natalizia ho utilizzato anche un filo rosso e ho realizzato questi profumatori naturali in pochi minuti.

MANDARINI CON CHIODI DI GAROFANO E STECCHE DI CANNELLA

1 mandarino o 1 arancia
chiodi di garofano
1 stecca di cannella
nastro per legare

Prendete un'arancia o in questo caso un mandarino, legatelo con del nastro proprio come fareste con un pacco regalo e annodate in cima una stecca di cannella in modo che stia ben ferma. Negli spazi vuoti infilate dei chiodi di garofano distanziati tra loro.
Lasciateli all'aria per qualche giorno in modo che si secchino bene e poi appendeteli negli armadi o metteteli nei cassetti. Se volete quando sarà ora di accendere il termosifone potete appenderli sopra in modo che il loro aroma si spanda per tutta la casa.
Secondo me questi tre profumi messi insieme sono impagabili!

martedì 9 ottobre 2012

UNCINETTO: FASCIA PER CAPELLI TUTORIAL

Evidentemente mia figlia ci ha preso gusto. Ogni tanto mi dice "Mamma mi fai questo, mi fai quello con l'uncinetto?" Beh, da una parte sono ovviamente lusingata ma dall'altra so che devo rimanere all'altezza delle sue aspettative perchè si sa che i bambini non hanno peli sulla lingua e se una cosa non piace te lo dicono in faccia!
Era un pò di tempo che mi chiedeva una fascia per capelli, dato che avendoli lisci e a caschetto c'è sempre il problema di tenere indietro i ciuffi davanti. Avevo pensato di realizzargliela in lana data la stagione, ma non c'è stato verso, lei l'ha voluta in cotone, si è scelta i colori e perfino il fiore da applicare sopra e alla fine non mi è rimasto che accontentarla.
La cosa bella è che una fascia per capelli si realizza in un paio d'ore con una mano esperta, forse un pò di più nel caso di una principiante ma quella che ho fatto io è davvero semplice e basta un pò di pazienza per crearla dal nulla.

FASCIA PER CAPELLI

Cotone n. 5 bianco e rosa
Uncinetto n. 3

Ho deciso di utilizzare l'uncinetto n. 3 per dare un pò più di respiro alle maglie, per rendere la fascia più elastica pur senza aggiungere l'elastico. Dato che ci sono diversi tipi di fasce per capelli, molte delle quali appunto elastiche, io ho provato a farne una semplice modificando un modello che ho trovato in rete.
Questo è il link da cui ho preso spunto
http://lamongolfieracreativa.blogspot.it/2010/10/con-la-fascia-i-capelli-restano-in.html
Come vedete basta cambiare il materiale e i colori per realizzare oggetti totalmente diversi. A differenza di questo schema però io ho preferito lavorare una striscia di cotone non chiusa, abbondando un pò sulle dimensioni della stessa per poter effettuare poi un nodo alla base una volta prese le misure della testa della bambina. In questo modo se dovesse crescere basterà disfare il nodo e rifarlo più largo. Al momento ho cucito le estremità del nodo per permetterle di gestirsi da sola la fascia anche quando è all'asilo e potersela sistemare semplicemente su e giù.

Con il primo colore facciamo le catenelle di base. Io ne ho fatte 150 con il cotone ma se usate la lana ve ne serviranno molte di meno. Tenete presente che la circonferenza della testa presa in esame è di 53 cm dalla fronte alla nuca.
1° giro: 3 catenelle per voltare, 1 maglia alta per ogni catenella
2° giro: fate 3 catenelle per voltare + 2. Saltate 2 catenelle di base e fate 1 maglia alta, 2 catenelle, saltate 2 catenelle di base e 1 maglia alta, così fino alla fine.
3° giro: 3 catenelle + 2. Saltate 2 catenelle di base 1 maglia alta e così fino alla fine.
Io ho fatto 3 giri di rosa e 3 giri di bianco ma potete farne quanti volete a seconda della dimensione della fascia che desiderate.
Una volta finiti i giri fate un ultimo giro di maglie alte e staccate il filo.
A questo punto non vi resta che realizzare il fiore.
In questo caso io ho usato lo schema del fiore nella mattonella del poncho
http://ricettineanticrisi.blogspot.it/2012/10/poncho-bambina-uncinetto-tutorial.html

Devo ammettere che non è l'oggetto più bello che ho fatto finora (il poncho resta sempre al n. 1... :)) soprattutto ho notato che si è un pò deformata una volta cucito sopra il fiore, forsa avrei potuto applicarlo meglio ma ormai la fascia è di mia figlia e non c'è verso di riprenderla per modificarla. Ala prossima che farò presterò più attenzione..

lunedì 8 ottobre 2012

CASALINGA A CHI???

Quante volte nel corso degli ultimi 5 anni mi sono sentita giudicare per la mia scelta di fare la casalinga.. Ma come, a 32 anni con un diploma e un cervello potresti fare qualunque cosa e tu vuoi fare la casalinga? Fai la vita di una nonnina di 70 anni, ti stai perdendo gli anni migliori, se tutte le mamme stessero a casa dal lavoro per seguire i figli torneremmo all'età della pietra! Tutte tornano al lavoro, tutte devono lasciare i figli ai nonni o alle babysitter, se la casa non è pulita pazienza, insomma bisogna che ti dai da fare anche tu!
Ecco la frase che mi fa ribollire il sangue nelle vene... Bene oggi mi sento in vena di sfatare questo falso mito e di gridare a gran voce che la mia è una scelta, oltre che una necessità.
Chi l'ha detto che le casalinghe non fanno niente? Immagino che il problema derivi dalla concezione che abbiamo di lavoro: lavoro uguale denaro. Oh certo se la pensiamo così allora le casalinghe non lavorano, ma non lavorano neanche i volontari, per non parlare di chi è assunto regolarmente ma per un motivo o per l'altro non viene retribuito (in questo periodo ne ho sentiti tanti purtroppo). Quindi chi non riceve uno stipendio non fa niente dalla mattina alla sera? E chi non si ammazza di lavoro in fabbrica o in ufficio, chi non fa un mestiere rispettabile ma va in televisione o corre dietro ad un pallone per 90 minuti e viene strapagato allora? Quello non è un paradosso?
Beh, per come la vedo io al mondo dovrebbe esserci spazio per tutti, per chi la pensa in un modo e chi in un altro. Conosco donne che molto candidamente ammettono che non sarebbero in grado di "stare a casa tutto il giorno" (tradotto non fare niente dalla mattina alla sera) per carattere, perchè hanno bisogno di stare in mezzo alla gente e che non riuscirebbero mai a stringere la cinghia e a rinunciare al loro massaggio settimanale o al parrucchiere mensile. Bene, loro fanno bene a lavorare per quanto mi riguarda. Se vuoi mantenere un certo stile di vita senza scendere a compromessi è giusto lavorare e aveve una propria indipendenza economica che ti permette di toglierti i tuoi sfizi. Ma come la mettiamo con chi non vive schiavo del consumismo ed è disposto a cambiare vita e a fare sacrifici per uno scopo più grande?
Certo ci sono donne disoccupate che non amano fare i mestieri di casa e che soffrono perchè vorrebbero un'entrata mensile per fare shopping ma non ne dispongono. Rispetto anche loro.
Poi c'è la categoria alla quale appartengo io: le VERE casalinghe. Quelle donne che si alzano all'alba per preparare il pane, che sbrigano i lavori di casa giornalmente, che comprano le materie prime per cucinare dei piatti sani (e non si affidano ai cibi precotti), che s'ingegnano per risparmiare sulla spesa, che cercano di far durare lo stipendio del marito o del compagno il più a lungo possibile e che se hanno dei figli seguono in prima persona anche loro. Posso garantire che queste donne non hanno un minuto libero e arrivano a sera stanchissime, esattamente come chi passa 8 ore in ufficio, se non di più.
Dato che (mio malgrado) vivo in un'epoca tecnologica, dove le macchine governano il mondo e dove senza l'ausilio di dispositivi elettronici la vita parrebbe impossibile, ho deciso di sfruttarne almeno uno e di pubblicare questo post per esprimere il mio punto di vista.
Navigando un pò in rete mi sono accorta che c'è tutta una schiera di persone che ha SCELTO di vivere in maniera alternativa, senza acquistare i classici prodotti di consumo ed arricchire le multinazionali, facendo tutto in casa senza rinunciare a niente. Donne che vivono in maniera più sana scegliendo di fare un passo indietro, invece di seguire la massa che corre dietro al tempo e ai soldi e che hanno trovato la felicità. Quando poi si ha un figlio si cerca di farlo crescere in maniera più genuina possibile, trasmettendogli dei valori veri, magari come la famiglia e l'amore. Non voglio certo dire che chi lavora non trasmette questi valori ai figli, ci mancherebbe, ma quando un bambino cresce quotidianamente affidato ad una terza persona dalla mattina alla sera (sia un nonno che un baby sitter), quale messaggio percepisce con il passare del tempo? Che la mamma è troppo impegnata a lavorare per stare con lui e che se non ci fosse la nonna o la tata, lui sarebbe da solo. Questo è quello che è successo a me da piccolina ed è esattamente quello che non voglio accada a mia figlia. Io l'ho messa al mondo e io me ne prendo cura.
Massimo rispetto per tutte le donne in carriera che decidono di dedicare la propria vita al lavoro e al successo, ma lo stesso rispetto lo pretendo anch'io.
A volte i giudizi sono più sottili e vengono anche da persone che ci stanno intorno, persone che pur dicendo che ci capiscono e che comprendono il nostro punto di vista, non possono evitare di lasciar trasparire un'ombra di disappunto per le nostre scelte. A queste persone chiedo un esame di coscienza prima di tutto.
Sempre più spesso si sente parlare di persone disoccupate, di donne o uomini senza lavoro che devono mantenere una famiglia e non sanno come fare, è inutile secondo me ammazzarsi di lavoro per prendere due soldi in più se non si cambia lo stile di vita. Le nostre nonne come facevano? Qualcuno se lo domanda mai? Una volta si sfornavano 5 o 10 figli come niente, c'era povertà, mancanza di cibo e persino la guerra, eppure in qualche modo si viveva... Perchè al giorno d'oggi non si può mettere in pratica lo stesso sistema per mandare avanti una famiglia? La crisi incombe ovunque ormai e nessuno di noi può farci niente, quindi per come la vedo io se una strada non funziona bisogna cambiare. Non tutti sono adatti ai cambiamenti, certo, ma se io scelgo di cambiare perchè devo essere giudicata?
Credo di essere molto più felice di una donna che lavora tutto il giorno in ufficio dovendo sopportare un capo anarchico e magari dei colleghi cattivi, che torna a casa la sera esausta e che si sente anche in colpa per aver abbandonato i figli per ore.
Detto questo credo che sia solo questione di educazione e di concezione della vita.
Non siamo tutti uguali per fortuna ma al giorno d'oggi, in una società in cui tutti tendono ad assomigliarsi e ad uniformarsi con la tecnologia, la moda e la chirurgia plastica, qualcuno fuori dal coro deve pure cantare....   

sabato 6 ottobre 2012

PONCHO BAMBINA UNCINETTO TUTORIAL

Devo dire che vado particolarmente fiera di questo poncho, un pò perchè è un oggetto che ho sempre voluto realizzare per mia figlia e un pò perchè è stato relativamente semplice farlo. Visto così finito e in gruccia può sembrare complicato e magari un progetto lungo ma in realtà ci sono volute solo 2 settimane circa, lo schema di una mattonella e un pò di pazienza.
Ma andiamo con ordine.

Il poncho in foto è per una bambina di 5/6 anni ma ovviamente si può ingrandire o rimpicciolire a seconda delle proprie esigenze. E' interamente realizzato a mano con filo di lana 80% merinos e con un uncinetto n. 4,5.
E' composto da 16 mattonelle e da una lavorazione ulteriore nella parte del collo per renderlo adatto anche alla stagione un pò più fresca. E' stato poi rifinito con un giro di punto a ventaglietti e ovviamente per finire c'è stato il noiosissimo passaggio in cui vengono nascosti tutti i fili "volanti" con un ago da lana.

Le mattonelle sono composte di due parti, in questo caso contraddistinte anche da colori diversi: una rosa a tre strati e una lavorazione a forma quadrata. Man mano che continuiamo con i giri quadrati aumenterà anche la grandezza della mattonella.
Questo è lo schema della mattonella  http://falandodecrochet-graficos.blogspot.it/2007/03/square_9364.html
Dato che non tutte sono abili ad interpretare gli schemi, ci tengo a dare una minima spiegazione anche a parole.

Avviate 8 catenelle e chiudete con un punto bassissimo a cerchio.
1° giro: 3 catenelle che sostituiscono la prima maglia alta + 2 catenelle. 1 maglia alta dentro al cerchio, 2 catenelle. Continuate finchè non avete 8 raggi poi chiudete con un punto bassissimo.
2° giro: nel primo archetto lavorate 1 maglia bassa, 1 maglia alta, 3 maglie doppie, 1 maglia alta, 1 maglia bassa. Continuate per tutto il giro fino a quando non avrete i primi 8 petali. Chiudete con un punto bassissimo.
3° giro: ora dovete creare degli archetti dietro i petali per dare profondità al fiore. Con l'uncinetto passate da fuori a dentro prendendo la maglia alta del giro precedente, gettate il filo sull'uncinetto e tornate indietro. Ora dovreste essere posizionate con l'uncinetto dietro al primo petalo e a questo punto potete fare una maglia bassa per chiudere il punto. Questo passaggio è un pò difficile da spiegare ma molto semplice da fare, spero di essere stata chiara. Procedete con 4 catenelle e continuate a passare l'uncinetto intorno ai raggi del cerchio finchè non avrete 8 archetti. Chiudete con un punto bassissimo. Assicuratevi che siano 8 altrimenti la rosa non viene.
4° giro: in ogni archetto lavorate 1 maglia bassa, 1 maglia alta, 4 maglie doppie, 1 maglia alta, 1 maglia bassa. Procedete fino a fine giro e chiudete con il solito punto bassissimo.
5° giro: procedete con il passaggio di prima per creare il terzo strato di petali e create altri 8 archetti dietro ai petali che già avete lavorando questa volta 5 catenelle.
6° giro: lavorate in ogni petalo 1 maglia bassa, 1 maglia alta, 6 maglie doppie, 1 maglia alta, 1 maglia bassa. Chiudete con un punto bassissimo.
A questo punto dovreste avere una cosa del genere.

Cambiate colore e fissate il filo sulla terza maglia doppia di uno dei petali. Lavorate 7 catenelle poi 3 maglie alte chiuse insieme. Qui c'è la spiegazione del punto. http://clubhobbyrosa.altervista.org/index.php?main_page=document_general_info&cPath=101_133&products_id=830
Procedete con 4 catenelle, 3 maglie alte chiuse insieme, 4 catenelle, 3 maglie alte chiuse insieme. Queste maglie chiuse insieme altro non sono che le foglie del vostro fiore. Lavorate 7 catenelle, 1 punto bassissimo nella terza maglia doppia del petalo seguente, 7 catenelle e di nuovo 3 maglie alte chiuse insieme e così via per tutti e 4 gli angoli.
Ora siete a questo punto

Tagliate il filo e riattaccatelo nel secondo gruppo di maglie chiuse insieme, praticamente la seconda foglia dell'angolo in alto a destra. Da ora sarà l'inizio del vostro giro.
1° giro: 3 catenelle per la prima maglia alta, 2 maglie alte nella stessa maglia delle catenelle. 1 catenella, 3 maglie alte in ogni maglia, 1 catenella, 3 maglie alte in ogni maglia fino all'angolo dopo. Quando arrivate alla seconda foglia dell'angolo in alto a sinistra lavorate 3 maglie alte nello stesso punto, 2 catenelle, 3 maglie alte nello stesso punto di prima per fare l'angolo. Procedete con 1 catenella e 3 maglie alte in ogni punto. Fate la stessa cosa per tutti gli angoli.
2° giro: 3 catenelle, 1 maglia alta nello stesso punto, 1 catenella, 3 maglie alte nella catenella del giro precedente, 1 catenella, 3 maglie alte nella catenella del giro precedente e così via. Quando arrivate all'angolo procedete come nel giro prima ma invece che lavorare 3 alte, 2 cat, 3 alte fare 2 alte, 2 cat, 2 alte. In questo modo alla fine la mattonella non risulta troppo ondulata. Finite il giro.
3° giro: 3 cat, 1 maglia alta nello stesso punto, 1 cat, 3 maglie alte nella catenella del giro precedente, 1 cat e così via. Quando arrivate all'angolo lavorate 2 maglie alte, 3 cat, 2 maglie alte. In questo modo darete uno spigolo più deciso al vostro quadrato.
Alla fine avrete la prima mattonella.
 
 
Lo schema per unire le 16 mattonelle è questo  http://glihobbydidaniela.blogspot.it/2009/11/poncho-alluncinetto-tutte-pazze-per-i.html io ho usato un giro di maglia bassa ad uncinetto e non ago e filo.
Ora dato che il collo risultava troppo ampio per mia figlia, ho chiuso lo scollo davanti e dietro a misura, poi ho fatto un giro di maglie alte per tutto il collo.
Per dare l'effetto a rilievo tipico delle maglie invernali a collo alto ho eseguito dal secondo giro in poi una maglia alta e una maglia a rilievo alternate, sempre seguendo lo stesso ordine finchè il collo non fosse a misura.
Ho rifinito con un giro di punto a ventaglietto del colore della rosa e 3 giri di collo rosa per dare un bordo anche al collo.
Ecco come sta una volta indossato

Che dire? Con una spesa di 28,8 euro, 2 settimane di lavoro, 12 gomitoli a 2,40 euro l'uno + 2,80 euro di uncinetto che non avevo delle giuste dimensioni sono riuscita a fare un capo che di sicuro terrà calda la mia bambina e che troverà un suo utilizzo. Certo non è il massimo del risparmio ma se pensiamo che il poncho è in lana merinos all'80% tutto sommato non c'è male. La maggior parte delle cose che acquistiamo in negozio sono in acrilico e quando si tratta di bambini è sempre meglio evitare. Io sono soddisfatta, tanto è vero che oggi ho già acquistato i filati per realizzare un poncho anche per me! (questa volta però in acrilico o il portafoglio piange!)