Continuano gli esperimenti con la mia pasta madre, ebbene si ormai ci ho preso gusto! Sto cercando tante ricette online da provare per rendermi conto della differenza di sapore e della praticità dell'uso di questo lievito naturale. No non sto scherzando. So che la pasta madre ha dei tempi di lievitazione molto più lunghi del classico panetto di lievito di birra ma in realtà per me è molto più comodo da usare. Spesso faccio l'impasto di sera e lascio lievitare tutta la notte in forno spento e poi la mattina cuocio. Con il lievito in polvere o il panetto invece ogni 2 o 3 ore bisogna muovere l'impasto, dare la forma a ciò che si vuole preparare e infine cuocere: praticamente questo è un procedimento che tiene incollati in casa per un giorno intero.
In ogni caso come avrete capito sto cercando anche delle ricette dolci che possano sfruttare questa incredibile forza della natura che è la pasta madre. Si certo con il pane è favolosa ma anche con i dolci! La ricetta di oggi è un tipico esempio di come con un pò di organizzazione e di buona volontà sia possibile realizzare una merenda buona, economica, sana e senza conservanti, a dispetto di quella che troviamo al supermercato confezionata, che paghiamo una cifra assurda e che alla fine sa pure di plastica.... No no non c'è confronto credetemi!!
La ricetta originale è questa https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3228614291950&set=gm.444620585651858&type=1&theater e invece del cioccolato io ho preferito farcire i flauti con la marmellata di albicocche ma ovviamente voi potete fare quello che volete. Ho preferito dimezzare le dosi per rendermi conto di quanti flauti riuscivo a fare con 200 g. di farina e alla fine ne sono venuti 8 piccoli quindi suppongo che con le dosi del link riusciate a farne almeno il doppio.
FLAUTI ALLA MARMELLATA FATTI IN CASA SENZA BURRO E CON LIEVITO MADRE
15 g. zucchero
75 ml. latte
1 uovo
75 g. pasta madre rinfrescata
15 g. olio evo
200 g. farina 0
1 pizzico di sale
Per prima cosa il giorno prima ho fatto i soliti 2 rinfreschi della pasta madre a distanza di almeno 3 ore l'uno dall'altro. Consiglio sempre di farne uno con la farina manitoba per dare al lievito più forza. La sera ho fatto l'impasto sciogliendo la pasta madre nel latte e aggiungendo tutti gli altri ingredienti. Ho lavorato bene il tutto e ho lasciato a lievitare tutta la notte dentro ad una ciotola capiente chiusa con pellicola, in forno spento. La mattina dopo l'impasto era raddoppiato. Ne ho preso dei piccoli pezzi, ho dato loro la forma di un rettangolo e da un lato ho spalmato un pò di marmellata, mentre dall'altro ho fatto alcuni tagli verticali con un coltello. Ho arrotolato il rettangolino su se stesso partendo dalla parte con il ripieno e ho messo ogni flauto su una teglia ricoperta di carta da forno. Ho poi lasciato lievitare un'altra ora, spennellato con del latte e cotto in forno a 180° per circa 10/12 minuti.
A voi la sentenza... sono o non sono più buoni di quelli del supermercato? Ovviamente si possono fare anche con il lievito di birra in polvere o in panetto, provate!
venerdì 28 febbraio 2014
mercoledì 26 febbraio 2014
FIORE DI PANE FATTO IN CASA CON PASTA MADRE
L'ho chiamato fiore di pane perchè a me ricorda un pò la forma dei petali di un fiore. In realtà è una ricetta semplicissima da realizzare in casa con il lievito madre che vi darà un pane buono e profumato per più giorni. Forse non tutti sanno infatti che la pasta madre ha la caratteristica di mantenere il pane morbido anche per un paio di giorni, senza bisogno di metterlo in freezer per conservarlo. Basta avvolgerlo in un canovaccio pulito e in un telo di plastica per mantenere la fragranza e il profumo.
Questa ricetta non è mia, l'ho presa da questo link
http://blog.giallozafferano.it/le100/pane-bianco-2/ e per una volta non ho cambiato nessun ingrediente! L'unica cosa che ho fatto è stata raddoppiare le dosi per avere due belle pagnotte di pane anzichè una.
FIORE DI PANE FATTO IN CASA CON PASTA MADRE (dosi per 2 pagnotte)
200 g. pasta madre
300 ml acqua tiepida
300 g. manitoba
200 g. farina 0
6 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di sale
La prima cosa da fare è procedere con i rinfreschi della pasta madre. Io ne ho fatti 2 e verso le 17 ho iniziato ad impastare.
Sciogliamo il lievito madre nell'acqua tiepida, in una ciotola mettiamo le farine e al centro aggiungiamo il composto di lievito e acqua. Mescoliamo e amalgamiamo bene, poi aggiungiamo l'olio e per ultimo il sale.
Lavoriamo bene l'impasto per qualche minuto e poi lo mettiamo a riposare nella ciotola coperta da pellicola trasparente dentro al forno spento con la luce accesa per 2 o 3 ore.
Trascorso questo tempo riprendiamo l'impasto, dividiamolo in due parti e formiamo 5 palline per ciascuna pagnotta. In una teglia coperta da carta da forno disponiamo le palline in cerchio, copriamo con un canovaccio pulito e con un telo di plastica e lasciamo lievitare tutta la notte nel forno spento.
L'indomani cuociamo a 200° per 30 minuti circa.
Questa ricetta non è mia, l'ho presa da questo link
http://blog.giallozafferano.it/le100/pane-bianco-2/ e per una volta non ho cambiato nessun ingrediente! L'unica cosa che ho fatto è stata raddoppiare le dosi per avere due belle pagnotte di pane anzichè una.
FIORE DI PANE FATTO IN CASA CON PASTA MADRE (dosi per 2 pagnotte)
200 g. pasta madre
300 ml acqua tiepida
300 g. manitoba
200 g. farina 0
6 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di sale
La prima cosa da fare è procedere con i rinfreschi della pasta madre. Io ne ho fatti 2 e verso le 17 ho iniziato ad impastare.
Sciogliamo il lievito madre nell'acqua tiepida, in una ciotola mettiamo le farine e al centro aggiungiamo il composto di lievito e acqua. Mescoliamo e amalgamiamo bene, poi aggiungiamo l'olio e per ultimo il sale.
Lavoriamo bene l'impasto per qualche minuto e poi lo mettiamo a riposare nella ciotola coperta da pellicola trasparente dentro al forno spento con la luce accesa per 2 o 3 ore.
Trascorso questo tempo riprendiamo l'impasto, dividiamolo in due parti e formiamo 5 palline per ciascuna pagnotta. In una teglia coperta da carta da forno disponiamo le palline in cerchio, copriamo con un canovaccio pulito e con un telo di plastica e lasciamo lievitare tutta la notte nel forno spento.
L'indomani cuociamo a 200° per 30 minuti circa.
giovedì 20 febbraio 2014
PAN GOCCIOLI FATTI IN CASA CON LIEVITO MADRE E SENZA BURRO
Da quando ho ripreso ad usare il lievito madre mi sto sbizzarrendo a provare tutte le ricette che trovo online, per la gioia di mio marito che mangia di continuo e di mia figlia che va pazza per torte e biscotti.
Oggi voglio postare l'esperimento che ho fatto ieri, prendendo la ricetta dei classici pan goccioli (che altro non sono che panini dolci con gocce di cioccolato) e modificandola per adattarla al lievito madre.
Questo tipo di lievitazione è molto più lungo del più usato lievito di birra ma a mio parere dona ai cibi un gusto tutto particolare, tipico dei sapori di una volta e soprattutto molto più leggero da digerire e adatto anche a chi è intollerante al classico lievito.
La cosa bella della pasta madre (una delle tante!) è che è molto versatile e si può usare sia per gli impasti salati che per quelli dolci e la ricetta di oggi ne è una dimostrazione. Certo i pan goccioli che trovate al supermercato sono molto soffici e morbidi mentre questi sono più consistenti ma il sapore è davvero buonissimo e, cosa non meno importante, sono privi di burro. Si ho fatto una gran fatica a trovare in rete una ricetta che non includesse questo ingrediente che proprio non sopporto ma alla fine ce l'ho fatta e devo dire che il risultato è davvero buono.
PAN GOCCIOLI FATTI IN CASA CON LIEVITO MADRE E SENZA BURRO
250 g. farina manitoba
250 g. farina 00
1 uovo
50 g. zucchero
200 ml latte
3 cucchiai di olio evo
150 g. pasta madre rinfrescata
gocce di cioccolato
1 cucchiaino di sale
Dopo aver rinfrescato la pasta madre e lasciata lievitare ne preleviamo 150 g. e la sciogliamo nel latte tiepido, poi aggiungiamo il resto degli ingredienti e iniziamo ad impastare. Lavoriamo bene bene l'impasto fino a quando non diventa liscio e morbido, e per ultime aggiungiamo le gocce di cioccolato. Facciamo attenzione a non scaldarle troppo con le mani, nel dubbio se volete potete metterle in freezer una mezz'oretta prima di iniziare per renderle più compatte.
A questo punto non resta che foderare una teglia con la carta da forno e formare tante palline della dimensione desiderata, avendo cura di lasciarle un pò distanti l'una dall'altra perchè in fase di lievitazione cresceranno parecchio. Copriamo il tutto con un canovaccio pulito e con della plastica e mettiamo in forno spento con la luce accesa a lievitare almeno 4 ore.
Cuociamo a 160° fino a doratura dei panini.
Oggi voglio postare l'esperimento che ho fatto ieri, prendendo la ricetta dei classici pan goccioli (che altro non sono che panini dolci con gocce di cioccolato) e modificandola per adattarla al lievito madre.
Questo tipo di lievitazione è molto più lungo del più usato lievito di birra ma a mio parere dona ai cibi un gusto tutto particolare, tipico dei sapori di una volta e soprattutto molto più leggero da digerire e adatto anche a chi è intollerante al classico lievito.
La cosa bella della pasta madre (una delle tante!) è che è molto versatile e si può usare sia per gli impasti salati che per quelli dolci e la ricetta di oggi ne è una dimostrazione. Certo i pan goccioli che trovate al supermercato sono molto soffici e morbidi mentre questi sono più consistenti ma il sapore è davvero buonissimo e, cosa non meno importante, sono privi di burro. Si ho fatto una gran fatica a trovare in rete una ricetta che non includesse questo ingrediente che proprio non sopporto ma alla fine ce l'ho fatta e devo dire che il risultato è davvero buono.
PAN GOCCIOLI FATTI IN CASA CON LIEVITO MADRE E SENZA BURRO
250 g. farina manitoba
250 g. farina 00
1 uovo
50 g. zucchero
200 ml latte
3 cucchiai di olio evo
150 g. pasta madre rinfrescata
gocce di cioccolato
1 cucchiaino di sale
Dopo aver rinfrescato la pasta madre e lasciata lievitare ne preleviamo 150 g. e la sciogliamo nel latte tiepido, poi aggiungiamo il resto degli ingredienti e iniziamo ad impastare. Lavoriamo bene bene l'impasto fino a quando non diventa liscio e morbido, e per ultime aggiungiamo le gocce di cioccolato. Facciamo attenzione a non scaldarle troppo con le mani, nel dubbio se volete potete metterle in freezer una mezz'oretta prima di iniziare per renderle più compatte.
A questo punto non resta che foderare una teglia con la carta da forno e formare tante palline della dimensione desiderata, avendo cura di lasciarle un pò distanti l'una dall'altra perchè in fase di lievitazione cresceranno parecchio. Copriamo il tutto con un canovaccio pulito e con della plastica e mettiamo in forno spento con la luce accesa a lievitare almeno 4 ore.
Cuociamo a 160° fino a doratura dei panini.
lunedì 17 febbraio 2014
TRECCIA DI PANE CON PASTA MADRE
Dieci giorni fa ho deciso di riprovare a fare la pasta madre. Avevo iniziato l'anno scorso ma evidentemente qualcosa era andato storto perchè aveva finito per diventare acida e proprio non riuscivo a fare del pane commestibile per cui l'avevo gettata ed ero tornata al caro vecchio lievito in polvere.
La cosa però non mi era andata giù, soprattutto perchè se fatta bene, la pasta madre da al pane quel sapore tipico del fornaio, ben diverso da quello cucinato con il lievito di birra e quindi avevo deciso di riprovarci.
Il primo giorno ho impastato usando come starter un cucchiaino di miele, dopo due giorni ho rinfrescato, poi dopo altri due giorni di nuovo ho rinfrescato, poi per 4 giorni nessuno l'ha più toccata perchè eravamo fuori casa ed è avvenuto il miracolo! La sera del quarto giorno sono tornata e la prima cosa che ho fatto è stato il rinfresco e la mattina dopo era letteralmente esplosa. Così per altri 3 giorni ho continuato a rinfrescare ogni 24 ore e ieri ho deciso di provare a vedere se era pronta per svolgere il suo lavoro con una bella pagnotta di pane.
TRECCIA DI PANE CON PASTA MADRE
- 150 g. pasta madre rinfrescata
- 350 g. farina 0
- 150 g. farina manitoba
- 12 g. sale
- 15 g. olio evo
- 250 ml acqua tiepida
Il giorno prima ho rinfrescato la pasta madre 2 volte e l'ho lasciata raddoppiare di volume per 4 ore dopo ogni rinfresco. La sera verso le 20 ho preso 150 g. di pasta madre e l'ho sciolta nell'acqua tiepida. Ho aggiunto gli altri ingredienti avendo cura di setacciare le farine e ho impastato accuratamente per circa 10 minuti. E' importante lavorare bene il composto perchè deve essere privo di aria e bello liscio quindi armatevi di pazienza.
Ho poi diviso in 3 parti uguali l'impasto e ho realizzato dei "serpentoni" , dei filoncini tutti uguali per intenderci. Ho unito le estremità da un lato e ho realizzato la treccia facendo passare all'interno le strisce di pasta più esterne (come farei con una treccia di capelli), arrivata alla fine ho chiuso le estremità e le ho rincalzate sotto la treccia. Ho messo tutto in una teglia con carta da forno, ho coperto con un canovaccio pulito e un telo di plastica per non far passare l'aria e ho lasciato lievitare tutta la notte nel forno spento.
La mattina verso le 8 ho infornato a 220° per i primi 15 minuti in modo da creare una bella crosticina in superficie, poi ho abbassato a 180° per altri 7 minuti e infine ho lasciato il pane in forno spento per altri 10 minuti.
Ho sfornato, lasciato raffreddare e mangiato per pranzo! Era delizioso!!
La cosa però non mi era andata giù, soprattutto perchè se fatta bene, la pasta madre da al pane quel sapore tipico del fornaio, ben diverso da quello cucinato con il lievito di birra e quindi avevo deciso di riprovarci.
Il primo giorno ho impastato usando come starter un cucchiaino di miele, dopo due giorni ho rinfrescato, poi dopo altri due giorni di nuovo ho rinfrescato, poi per 4 giorni nessuno l'ha più toccata perchè eravamo fuori casa ed è avvenuto il miracolo! La sera del quarto giorno sono tornata e la prima cosa che ho fatto è stato il rinfresco e la mattina dopo era letteralmente esplosa. Così per altri 3 giorni ho continuato a rinfrescare ogni 24 ore e ieri ho deciso di provare a vedere se era pronta per svolgere il suo lavoro con una bella pagnotta di pane.
TRECCIA DI PANE CON PASTA MADRE
- 150 g. pasta madre rinfrescata
- 350 g. farina 0
- 150 g. farina manitoba
- 12 g. sale
- 15 g. olio evo
- 250 ml acqua tiepida
Il giorno prima ho rinfrescato la pasta madre 2 volte e l'ho lasciata raddoppiare di volume per 4 ore dopo ogni rinfresco. La sera verso le 20 ho preso 150 g. di pasta madre e l'ho sciolta nell'acqua tiepida. Ho aggiunto gli altri ingredienti avendo cura di setacciare le farine e ho impastato accuratamente per circa 10 minuti. E' importante lavorare bene il composto perchè deve essere privo di aria e bello liscio quindi armatevi di pazienza.
Ho poi diviso in 3 parti uguali l'impasto e ho realizzato dei "serpentoni" , dei filoncini tutti uguali per intenderci. Ho unito le estremità da un lato e ho realizzato la treccia facendo passare all'interno le strisce di pasta più esterne (come farei con una treccia di capelli), arrivata alla fine ho chiuso le estremità e le ho rincalzate sotto la treccia. Ho messo tutto in una teglia con carta da forno, ho coperto con un canovaccio pulito e un telo di plastica per non far passare l'aria e ho lasciato lievitare tutta la notte nel forno spento.
La mattina verso le 8 ho infornato a 220° per i primi 15 minuti in modo da creare una bella crosticina in superficie, poi ho abbassato a 180° per altri 7 minuti e infine ho lasciato il pane in forno spento per altri 10 minuti.
Ho sfornato, lasciato raffreddare e mangiato per pranzo! Era delizioso!!
domenica 16 febbraio 2014
PIZZA MARGHERITA FATTA IN CASA
Qualche giorno fa ho fatto la pizza in casa. E' ovviamente molto diversa da quella che si mangia in pizzeria ma se siete come me e amate anche la versione morbida e soffice tipica degli impasti casalinghi vi consiglio di provare questa ricetta.
Per la buona riuscita di questa pizza è fondamentale seguire ogni passaggio perchè anche se gli ingredienti sono molto semplici e l'impasto è quello solito del pane e delle tigelle, il modo in cui vengono uniti e la preparazione del composto determina il sapore e la consistenza finali.
Inutile dire che la pizza è uno di quei piatti versatili che si possono adattare ai gusti di ognuno di noi, basta cambiare il condimento. Io ho optato per la pizza margherita rimanendo sul classico ma potete sbizzarrirvi e usare la fantasia. Potete anche realizzare dei calzoni da farcire con pomodoro, mozzarella e prosciutto cotto, basterà stendere la sfoglia in forma rotonda e richiuderla su se stessa dopo aver messo il ripieno. State molto attenti a richiudere perfettamente tutti i bordi però altrimenti vi ritroverete con tutta la farcitura che vi cola nel forno..
Siete pronti? Cominciamo.
PIZZA MARGHERITA FATTA IN CASA
500 g. farina 0
1 cucchiaino rasi di zucchero
3 cucchiai di olio evo
300 ml di acqua tiepida
10 g sale
1 bustina di lievito di birra in polvere
La prima cosa da fare è mettere la farina in una ciotola capiente e fare un buco al centro. In una ciotolina piccola versate un bicchiere d'acqua tiepida e sciogliete il lievito insieme allo zucchero. In un'altra ciotolina versate un altro bicchiere d'acqua tiepida e sciogliete l'olio insieme al sale.
Ora versate l'acqua con il lievito e lo zucchero dentro il buco della farina e iniziate ad impastare con le mani, poi aggiungete anche l'acqua con l'olio e il sale e lavorate il composto per qualche minuto. Se dovesse risultare troppo appiccicoso aggiungete un pò di farina, in caso fosse troppo secco aggiungete altra acqua tiepida. E' fondamentale che l'acqua non sia troppo calda nè troppo fredda per la buona riuscita della lievitazione. Lavorate bene con le mani il composto fino ad ottenere una palla liscia e leggermente bagnata ma non troppo (per intenderci dovete riuscire a lavorarla senza che vi si attacchi alle mani).
Mettete il tutto dentro ad una ciotola capiente, coprite con pellicola e lasciate lievitare 30 minuti nel forno spento ma con la luce accesa.
Ora riprendete il composto e lavoratelo ancora un pò. Rimettetelo nella ciotola coperto con la pellicola e riponetelo nel forno spento con la luce accesa per 3 ore.
A questo punto potete stendere la base della pizza. Io ho fatto due teglie di forma rettangolare ma potete benissimo scegliere la classica forma rotonda. Usate il mattarello per stendere bene la pasta, ricoprite la teglia con carta da forno spennellata di olio evo, posizionate la pizza e coprite con un telo in modo che non si secchi.
Ora dipende dallo spessore che volete dare alla vostra pizza. Se desiderate un impasto alto e soffice lasciatelo lievitare ancora un'oretta, altrimenti accendete il forno e nel frattempo preparate il pomodoro e gli altri ingredienti.
Io faccio scaldare uno scalogno aperto a metà su un filo d'olio evo in padella, poi metto la passata di pomodoro, un pò di sale e di acqua e lascio rapprendere. Quando è il momento tolgo lo scalogno, verso il pomodoro sulla pizza e inforno a 180°. A metà cottura aggiungo la mozzarella tagliata a striscioline e quando anche questa si è sciolta bene sforno.
Buon appetito!
Per la buona riuscita di questa pizza è fondamentale seguire ogni passaggio perchè anche se gli ingredienti sono molto semplici e l'impasto è quello solito del pane e delle tigelle, il modo in cui vengono uniti e la preparazione del composto determina il sapore e la consistenza finali.
Inutile dire che la pizza è uno di quei piatti versatili che si possono adattare ai gusti di ognuno di noi, basta cambiare il condimento. Io ho optato per la pizza margherita rimanendo sul classico ma potete sbizzarrirvi e usare la fantasia. Potete anche realizzare dei calzoni da farcire con pomodoro, mozzarella e prosciutto cotto, basterà stendere la sfoglia in forma rotonda e richiuderla su se stessa dopo aver messo il ripieno. State molto attenti a richiudere perfettamente tutti i bordi però altrimenti vi ritroverete con tutta la farcitura che vi cola nel forno..
Siete pronti? Cominciamo.
PIZZA MARGHERITA FATTA IN CASA
500 g. farina 0
1 cucchiaino rasi di zucchero
3 cucchiai di olio evo
300 ml di acqua tiepida
10 g sale
1 bustina di lievito di birra in polvere
La prima cosa da fare è mettere la farina in una ciotola capiente e fare un buco al centro. In una ciotolina piccola versate un bicchiere d'acqua tiepida e sciogliete il lievito insieme allo zucchero. In un'altra ciotolina versate un altro bicchiere d'acqua tiepida e sciogliete l'olio insieme al sale.
Ora versate l'acqua con il lievito e lo zucchero dentro il buco della farina e iniziate ad impastare con le mani, poi aggiungete anche l'acqua con l'olio e il sale e lavorate il composto per qualche minuto. Se dovesse risultare troppo appiccicoso aggiungete un pò di farina, in caso fosse troppo secco aggiungete altra acqua tiepida. E' fondamentale che l'acqua non sia troppo calda nè troppo fredda per la buona riuscita della lievitazione. Lavorate bene con le mani il composto fino ad ottenere una palla liscia e leggermente bagnata ma non troppo (per intenderci dovete riuscire a lavorarla senza che vi si attacchi alle mani).
Mettete il tutto dentro ad una ciotola capiente, coprite con pellicola e lasciate lievitare 30 minuti nel forno spento ma con la luce accesa.
Ora riprendete il composto e lavoratelo ancora un pò. Rimettetelo nella ciotola coperto con la pellicola e riponetelo nel forno spento con la luce accesa per 3 ore.
A questo punto potete stendere la base della pizza. Io ho fatto due teglie di forma rettangolare ma potete benissimo scegliere la classica forma rotonda. Usate il mattarello per stendere bene la pasta, ricoprite la teglia con carta da forno spennellata di olio evo, posizionate la pizza e coprite con un telo in modo che non si secchi.
Ora dipende dallo spessore che volete dare alla vostra pizza. Se desiderate un impasto alto e soffice lasciatelo lievitare ancora un'oretta, altrimenti accendete il forno e nel frattempo preparate il pomodoro e gli altri ingredienti.
Io faccio scaldare uno scalogno aperto a metà su un filo d'olio evo in padella, poi metto la passata di pomodoro, un pò di sale e di acqua e lascio rapprendere. Quando è il momento tolgo lo scalogno, verso il pomodoro sulla pizza e inforno a 180°. A metà cottura aggiungo la mozzarella tagliata a striscioline e quando anche questa si è sciolta bene sforno.
Buon appetito!
sabato 8 febbraio 2014
LE GIOIE DELL'AUTOPRODUZIONE
Come avrete capito leggendo i miei post io sono una mamma casalinga. La mia è stata una scelta, non un'imposizione perchè quando è nata mia figlia ho capito che il mio posto era in casa con lei e non in un ufficio a dedicare il mio tempo e le mie energie a gente di cui non mi interessava nulla. Questo non vuole essere in alcun senso una critica verso le madri che lavorano, è semplicemente la mia esperienza e il mio pensiero.
All'inizio non è stato facile lo ammetto. Tra i cambi di pannolini, le urla, le ore di sonno arretrate, la casa da pulire e il desiderio spasmodico di uscire e avere una vita mia ho quasi rischiato l'esaurimento nervoso, poi come per magia è successo qualcosa. E' successo che i soldi diminuivano sempre di più avendo un affitto da pagare, un solo stipendio, una figlia da crescere e tante spese. E allora che fare? Io sono un'idealista convinta e se prendo una decisione vado fino in fondo quindi di tornare sui miei passi non se ne parlava.. L'alternativa è stata quella di ingegnarsi, di sperimentare, di provare nuovi modi per risparmiare.
Il tutto è iniziato il giorno in cui sono capitata sul blog di una famosa mamma che dichiarava di riuscire a vivere in 5 con 5 euro al giorno. Se ce la faceva lei mi sono detta, potevo farcela anch'io, no? Ma come è possibile riuscire a spendere così poco? La risposta è molto semplice: grazie all'autoproduzione.
Ora mi rendo conto che ci sono persone un pò fanatiche in giro, gente che oltre al risparmio cerca sempre e solo il biologico, gente fissata con l'ambiente, gente che non butta via nulla ma dico nulla e si ritrova la casa piena di carta e cartone e di plastica riciclata. Ognuno è libero di identificarsi con la categoria a cui si sente più affine ma io credo di essere ancora nella via di mezzo.
Il mio è stato un percorso alla ricerca innanzitutto del risparmio e questo significa cercare di spendere il meno possibile, sia che questo comporti un'uscita al supermercato dove c'è un'offerta del 50% sulla pasta ad esempio e riempirmi un mobile intero di pacchi di maccheroni e penne rigate, sia che significhi aspettare 8 ore per la lievitazione del pane fatto in casa. La ricerca del biologico a tutti i costi non mi assilla così tanto, così come la fissa per l'ambiente ad essere sincera ma mi rendo anche conto che sono argomenti importanti e forse un giorno arriverò anche lì, chissà.
In ogni caso da circa 6 anni a questa parte ho provato ad autoprodurre parecchie cose. Molte le ho mantenute e alcune le ho abbandonate per strada, dipende dal tipo di esperienza che ho avuto. Il pane ad esempio è stata la mia prima autoproduzione e adesso non mi sognerei più di acquistarne di già fatto dal fornaio, così come le crescente, le piadine, le tigelle, le torte e le ciambelle. Se ci sono ottime offerte alla Coop compriamo tranquillamente brioches e biscotti confezionati ma spessissimo li facciamo anche in casa, dipende.
Ho provato a fare da sola anche la crema per le mani con la cera d'api ma sinceramente non mi sono trovata bene e ho preferito ricominciare ad acquistarla al supermercato. La pasta madre l'ho provata per un periodo, poi mi aveva deluso perchè era andata a male e l'ho buttata ma ora ci sto riprovando, lo yogurt è un altro alimento che spesso facevo in casa ma che ultimamente non produco più però è nella mia lista dei prossimi progetti. Detersivi e detergenti non ne faccio perchè voglio la garanzia che disinfettino oltre che smacchiare e non ne so abbastanza per fidarmi delle mie conoscenze in merito quindi li compro in offerta alla Coop, senza contare che non ci penso proprio a maneggiare la soda caustica! Anche per quanto riguarda gli oggetti di casa spesso faccio autoproduzione: coperte di lana, regali di Natale, qualche capo di abbigliamento e perchè no anche qualche pupazzo, borsette e presine, tutto fatto a maglia o ad uncinetto con lana acquistata a poco prezzo o meglio ancora regalata o riciclata. Di recente ho anche realizzato dei salvaslip lavabili e presto inizierò anche con assorbenti e forse pannolini, vedremo..
Ho eliminato totalmente tutti i cibi pronti, quelli surgelati e quelli da asporto. La pizza ad esempio è una di quelle cene che ogni tanto acquistiamo ma capita spessissimo che decida di farla io e senza voler peccare di superbia devo dire che è davvero buona fatta in casa.
Insomma il punto è che da quando ho deciso di provare la strada dell'autoproduzione sono spesso indaffarata, con mille cose per le mani, ma mi sento felice ed appagata perchè so di dare alla mia famiglia del cibo sano e di qualità che oltretutto ho prodotto con le mie mani. E ciliegina sulla torta... risparmio tantissimo! So che viviamo in un mondo proiettato sempre in avanti, che per stare dietro alla società e ai suoi ritmi pare necessario fare il meno possibile in casa e correre correre e correre ma se riusciamo a fermarci un attimo e a smontare questo "progetto altrui" che a mio parere altro non fa che privarci delle nostre vite, capiremo che nel 2014 la prospettiva di dedicarsi alla famiglia e magari avere un figlio in più con un solo stipendio non è un'utopia, è possibile.
Ci sono tantissime donne che in questi anni hanno deciso di mettere i remi in barca e di dire no alla corsa folle verso la frenesia del lavoro che ci impone la società, donne che si rifiutano di mettere in secondo piano la propria famiglia a discapito di un ufficio che non le valorizza, che non le apprezza, anche se questo significa non essere riconosciute dallo Stato come lavoratrici. Si le casalinghe non sono retribuite ma credetemi, quelle come me lavorano molto di più di quelle che stanno 8 ore davanti ad un computer chiuse in ufficio (e lo so perchè l'ho fatto anch'io). Conosco madri che come me si sono licenziate per potersi dedicare alla famiglia, che si alzano alle 5 del mattino per impastare il pane, che fanno tutto a mano, dai maglioni di lana ai costumi di Carnevale, passando per il pane e arrivando alle torte di compleanno. Bene io sono una di loro e ne sono felice.
Inoltre bisogna dire che a mio parere l'autoproduzione è anche molto educativa per i bambini. I piccoli vivono in una casa in cui si da valore ai soldi, si trasmette l'importante messaggio che con le proprie mani è possibile fare tutto, basta un pò di buona volontà! Come facevano le nostre nonne con niente a sfamare intere famiglie di 8/10 figli? Con le mani! Impastavano, seminavano, raccoglievano, si ingegnavano.. a noi del ventunesimo secolo è stato imposto il fatto che dobbiamo usare solo la mente e non le mani per vivere e questo perchè ormai quasi tutti i lavori retribuiti (soprattutto quelli femminili) sono basati sulla capacità di usare il computer e peggio ancora sulla bella presenza da avere per scattare ad uno schiocco di dita del capo o per portare una tazzina di caffè ad un cliente che senza troppo tatto ci guarda dentro la scollatura. Tutto questo a mio avviso è davvero avvilente per una donna, molto di più che stare in cucina ai fornelli dove ha la libertà di creare, la responsabilità di nutrire una famiglia e la gioia di vedere crescere i propri figli stando loro vicina. Ecco perchè io ho scelto la strada dell'autoproduzione.
Autoprodurre significa a mio parere tornare un pò alle radici della società, al vero significato delle cose. Un bambino (ma anche un adulto) non sa quanto tempo, fatica e amore ci vuole a creare una pagnotta di pane finchè non prova a farlo da solo. Questo gli insegna che andare al Supermercato e comprarne una già fatta non è l'unica soluzione, è solo la più facile.
E allora proviamo ad insegnare ai nostri figli che ogni singolo oggetto che maneggiamo, che mangiamo, che beviamo, con cui giochiamo ha un significato, una storia, uno spessore emotivo. Contribuiremo a crescere una generazione in grado di dare davvero valore alla vita e magari chissà, avremo dato il nostro piccolo contributo anche all'ambiente senza nemmeno rendercene conto, il che non è certo un aspetto da trascurare.
Il mio consiglio ancora una volta è quello di provare. Provate ad autoprodurre e se non fa per voi... pazienza ma provate provate provate!
All'inizio non è stato facile lo ammetto. Tra i cambi di pannolini, le urla, le ore di sonno arretrate, la casa da pulire e il desiderio spasmodico di uscire e avere una vita mia ho quasi rischiato l'esaurimento nervoso, poi come per magia è successo qualcosa. E' successo che i soldi diminuivano sempre di più avendo un affitto da pagare, un solo stipendio, una figlia da crescere e tante spese. E allora che fare? Io sono un'idealista convinta e se prendo una decisione vado fino in fondo quindi di tornare sui miei passi non se ne parlava.. L'alternativa è stata quella di ingegnarsi, di sperimentare, di provare nuovi modi per risparmiare.
Il tutto è iniziato il giorno in cui sono capitata sul blog di una famosa mamma che dichiarava di riuscire a vivere in 5 con 5 euro al giorno. Se ce la faceva lei mi sono detta, potevo farcela anch'io, no? Ma come è possibile riuscire a spendere così poco? La risposta è molto semplice: grazie all'autoproduzione.
Ora mi rendo conto che ci sono persone un pò fanatiche in giro, gente che oltre al risparmio cerca sempre e solo il biologico, gente fissata con l'ambiente, gente che non butta via nulla ma dico nulla e si ritrova la casa piena di carta e cartone e di plastica riciclata. Ognuno è libero di identificarsi con la categoria a cui si sente più affine ma io credo di essere ancora nella via di mezzo.
Il mio è stato un percorso alla ricerca innanzitutto del risparmio e questo significa cercare di spendere il meno possibile, sia che questo comporti un'uscita al supermercato dove c'è un'offerta del 50% sulla pasta ad esempio e riempirmi un mobile intero di pacchi di maccheroni e penne rigate, sia che significhi aspettare 8 ore per la lievitazione del pane fatto in casa. La ricerca del biologico a tutti i costi non mi assilla così tanto, così come la fissa per l'ambiente ad essere sincera ma mi rendo anche conto che sono argomenti importanti e forse un giorno arriverò anche lì, chissà.
In ogni caso da circa 6 anni a questa parte ho provato ad autoprodurre parecchie cose. Molte le ho mantenute e alcune le ho abbandonate per strada, dipende dal tipo di esperienza che ho avuto. Il pane ad esempio è stata la mia prima autoproduzione e adesso non mi sognerei più di acquistarne di già fatto dal fornaio, così come le crescente, le piadine, le tigelle, le torte e le ciambelle. Se ci sono ottime offerte alla Coop compriamo tranquillamente brioches e biscotti confezionati ma spessissimo li facciamo anche in casa, dipende.
Ho provato a fare da sola anche la crema per le mani con la cera d'api ma sinceramente non mi sono trovata bene e ho preferito ricominciare ad acquistarla al supermercato. La pasta madre l'ho provata per un periodo, poi mi aveva deluso perchè era andata a male e l'ho buttata ma ora ci sto riprovando, lo yogurt è un altro alimento che spesso facevo in casa ma che ultimamente non produco più però è nella mia lista dei prossimi progetti. Detersivi e detergenti non ne faccio perchè voglio la garanzia che disinfettino oltre che smacchiare e non ne so abbastanza per fidarmi delle mie conoscenze in merito quindi li compro in offerta alla Coop, senza contare che non ci penso proprio a maneggiare la soda caustica! Anche per quanto riguarda gli oggetti di casa spesso faccio autoproduzione: coperte di lana, regali di Natale, qualche capo di abbigliamento e perchè no anche qualche pupazzo, borsette e presine, tutto fatto a maglia o ad uncinetto con lana acquistata a poco prezzo o meglio ancora regalata o riciclata. Di recente ho anche realizzato dei salvaslip lavabili e presto inizierò anche con assorbenti e forse pannolini, vedremo..
Ho eliminato totalmente tutti i cibi pronti, quelli surgelati e quelli da asporto. La pizza ad esempio è una di quelle cene che ogni tanto acquistiamo ma capita spessissimo che decida di farla io e senza voler peccare di superbia devo dire che è davvero buona fatta in casa.
Insomma il punto è che da quando ho deciso di provare la strada dell'autoproduzione sono spesso indaffarata, con mille cose per le mani, ma mi sento felice ed appagata perchè so di dare alla mia famiglia del cibo sano e di qualità che oltretutto ho prodotto con le mie mani. E ciliegina sulla torta... risparmio tantissimo! So che viviamo in un mondo proiettato sempre in avanti, che per stare dietro alla società e ai suoi ritmi pare necessario fare il meno possibile in casa e correre correre e correre ma se riusciamo a fermarci un attimo e a smontare questo "progetto altrui" che a mio parere altro non fa che privarci delle nostre vite, capiremo che nel 2014 la prospettiva di dedicarsi alla famiglia e magari avere un figlio in più con un solo stipendio non è un'utopia, è possibile.
Ci sono tantissime donne che in questi anni hanno deciso di mettere i remi in barca e di dire no alla corsa folle verso la frenesia del lavoro che ci impone la società, donne che si rifiutano di mettere in secondo piano la propria famiglia a discapito di un ufficio che non le valorizza, che non le apprezza, anche se questo significa non essere riconosciute dallo Stato come lavoratrici. Si le casalinghe non sono retribuite ma credetemi, quelle come me lavorano molto di più di quelle che stanno 8 ore davanti ad un computer chiuse in ufficio (e lo so perchè l'ho fatto anch'io). Conosco madri che come me si sono licenziate per potersi dedicare alla famiglia, che si alzano alle 5 del mattino per impastare il pane, che fanno tutto a mano, dai maglioni di lana ai costumi di Carnevale, passando per il pane e arrivando alle torte di compleanno. Bene io sono una di loro e ne sono felice.
Inoltre bisogna dire che a mio parere l'autoproduzione è anche molto educativa per i bambini. I piccoli vivono in una casa in cui si da valore ai soldi, si trasmette l'importante messaggio che con le proprie mani è possibile fare tutto, basta un pò di buona volontà! Come facevano le nostre nonne con niente a sfamare intere famiglie di 8/10 figli? Con le mani! Impastavano, seminavano, raccoglievano, si ingegnavano.. a noi del ventunesimo secolo è stato imposto il fatto che dobbiamo usare solo la mente e non le mani per vivere e questo perchè ormai quasi tutti i lavori retribuiti (soprattutto quelli femminili) sono basati sulla capacità di usare il computer e peggio ancora sulla bella presenza da avere per scattare ad uno schiocco di dita del capo o per portare una tazzina di caffè ad un cliente che senza troppo tatto ci guarda dentro la scollatura. Tutto questo a mio avviso è davvero avvilente per una donna, molto di più che stare in cucina ai fornelli dove ha la libertà di creare, la responsabilità di nutrire una famiglia e la gioia di vedere crescere i propri figli stando loro vicina. Ecco perchè io ho scelto la strada dell'autoproduzione.
Autoprodurre significa a mio parere tornare un pò alle radici della società, al vero significato delle cose. Un bambino (ma anche un adulto) non sa quanto tempo, fatica e amore ci vuole a creare una pagnotta di pane finchè non prova a farlo da solo. Questo gli insegna che andare al Supermercato e comprarne una già fatta non è l'unica soluzione, è solo la più facile.
E allora proviamo ad insegnare ai nostri figli che ogni singolo oggetto che maneggiamo, che mangiamo, che beviamo, con cui giochiamo ha un significato, una storia, uno spessore emotivo. Contribuiremo a crescere una generazione in grado di dare davvero valore alla vita e magari chissà, avremo dato il nostro piccolo contributo anche all'ambiente senza nemmeno rendercene conto, il che non è certo un aspetto da trascurare.
Il mio consiglio ancora una volta è quello di provare. Provate ad autoprodurre e se non fa per voi... pazienza ma provate provate provate!
venerdì 7 febbraio 2014
I MIEI LIBRI: OGGI VI PARLO DI DREAMLAND
In attesa di pubblicare altre ricette (mi sto dando da fare ma ci vuole il suo tempo) oggi ho deciso di scrivere un post sul secondo libro che ho scritto ormai 4 anni fa: Dreamland.
Il fatto di aver intitolato questo blog "ricettineanticrisi" non significa che debba sempre e solo postare ricette ed esperimenti culinari! Certo tutto è partito dalla necessità di dover risparmiare senza precludermi la bontà e la salute, la genuinità e la qualità dei cibi, ma per come la vedo io tutto questo fa parte di un discorso più ampio che piano piano andrò ad approfondire.
Scrivere (come dicevo già nell'altro post) è una parte fondamentale della mia vita e insieme alla musica credo rappresenti al meglio la mia persona, il mio carattere. Riuscire a mischiare romanzi e musica mi da una scarica di adrenalina non indifferente e a volte è persino terapeutico, come nel caso di questo romanzo.
Nel 2009 come tutti saprete Michael Jackson è stato ucciso dal suo cardiologo con una dose letale di Propofol, un potente anestetico che il "dottore" gli somministrava per dormire senza avere la strumentazione necessaria al monitoraggio. Quando la notizia si sparse per il mondo furono tanti i fans disperati, qualcuno addirittura arrivò a togliersi la vita, ma estremisti a parte siamo stati in molti a soffrire di questa perdita. Dico "siamo" perchè io sono stata una di quelle che per parecchio tempo non è riuscita a farsene una ragione, per quanto non avessi mai avuto modo di frequentare nè lui nè il suo entourage ovviamente. Ero e sono una fan della sua musica dalla tenera età di 12 anni e come penso potrete immaginare tutta la mia adolescenza e la mia crescita nel corso degli anni è stata seguita dalle sue canzoni, facendo di lui una sorta di "amico di famiglia", perdonatemi il termine.
Per farla breve quando morì ricordo di essermi sentita davvero disperata, inerme. Cercavo un modo per superare la cosa, per andare avanti con la mia vita e così mi sono detta che niente come un romanzo a lui dedicato poteva rendergli omaggio. Ho pensato di farlo rivivere nelle pagine del mio libro per sentirlo più vicino, per dargli una personalità a modo mio, per riuscire a dimenticare per un pò il fatto che se ne fosse andato per sempre. Ecco com'è nato questo romanzo.
Dreamland è il nome di fantasia che ho scelto per il Ranch che fa da scenario alla storia, ovviamente prendendo esempio dal suo più famoso Neverland. Il suo nome è rimasto lo stesso tranne il cognome, che ho leggermente modificato, in modo che nessuno potesse accusarmi di farmi pubblicità sfruttando la sua immagine. Il resto altro non è che una storia inventata di sana pianta, che mi hanno detto riesce a coinvolgere anche chi non è un suo ammiratore, chi non ama il suo personaggio.
Fran è una ragazza italiana che si è trasferita negli Stati Uniti e cerca lavoro come aiuto cuoca. Riesce a farsi assumere a Dreamland ma non sa assolutamente niente del proprietario del Ranch, nè tanto meno può dirsi fan della sua musica. Fatica ad ambientarsi e si scontra con una realtà strana, fatta di finzione e di superficialità, ben lontana dal suo modo di essere, dal suo carattere.
Una sera durante il turno di notte, viene in contatto per la prima volta con il padrone di casa e rimane spiazzata dal suo comportamento, per quanto questi riesca ad incuriosirla.
Le sue vicende proseguono nelle pagine del libro fino a quando non sarà costretta a lasciare Dreamland e a trovare una sistemazione alternativa grazie all'aiuto di una buona amica conosciuta in cucina.
E' a questo punto che riesce inaspettatamente ad avvicinare Michael, a conoscerlo meglio e ad entrare in confidenza con lui. Superato l'imbarazzo iniziale si rende conto di avere a che fare con una persona del tutto normale, solo un pò eccentrica che in realtà è più sola di tante altre che conosce.
Tornare a Dreamland come ospite e non come dipendente avrà tutto un altro fascino per Fran, che accanto a Michael riuscirà ad apprezzarne lo spirito fiabesco e forse un pò infantile, senza venire risucchiata dal lato pratico del lavoro e dal mestiere "dietro le quinte". Ecco allora che grazie alla sua semplicità Michael sarà in grado di sciogliere la corazza che Fran si porta addosso e di mostrarle per la prima volta il suo lato puro e divertente.
Come seconda prova di scrittura questo romanzo è senza dubbio più strutturato del primo, anche a detta di molti. E' piaciuto a molte delle persone che lo hanno letto e mi è stato più volte ripetuto che non è necessario essere un fan di Michael Jackson per trovarlo coinvolgente, il che era esattamente il mio intento.
Forse le parti descrittive sono un pò eccessive e se dovessi riscriverlo ora magari cercherei di mitigarle meglio tra i dialoghi e lo svolgersi della vicenda, ad ogni modo credo sia gradevole da leggere e di facile impatto.
La scelta del tempo presente indicativo per narrare l'intera storia è stata fatta proprio per rendere il più possibile partecipe il lettore, proiettandolo verso il futuro e cercando di dargli un ruolo più attivo.
Anche questo romanzo non è stato pubblicato da alcuna casa editrice ma solamente sul sito www.ilmiolibro.it con autopubblicazione a mie spese. E' disponibile in versione cartacea con copertina morbida al prezzo di € 15,00 più spese di spedizione e in versione ebook al prezzo di € 1,99 a questo link
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=428744
Ancora una volta tengo a precisare che di queste cifre il mio guadagno è veramente ridicolo quindi non sono qui a scrivere di questo romanzo per intascarmi dei soldi ma solo per farmi conoscere anche come scrittrice e per avere opinioni da altre persone sui miei scritti.
Le critiche costruttive sono sempre ben accette.
Il fatto di aver intitolato questo blog "ricettineanticrisi" non significa che debba sempre e solo postare ricette ed esperimenti culinari! Certo tutto è partito dalla necessità di dover risparmiare senza precludermi la bontà e la salute, la genuinità e la qualità dei cibi, ma per come la vedo io tutto questo fa parte di un discorso più ampio che piano piano andrò ad approfondire.
Scrivere (come dicevo già nell'altro post) è una parte fondamentale della mia vita e insieme alla musica credo rappresenti al meglio la mia persona, il mio carattere. Riuscire a mischiare romanzi e musica mi da una scarica di adrenalina non indifferente e a volte è persino terapeutico, come nel caso di questo romanzo.
Nel 2009 come tutti saprete Michael Jackson è stato ucciso dal suo cardiologo con una dose letale di Propofol, un potente anestetico che il "dottore" gli somministrava per dormire senza avere la strumentazione necessaria al monitoraggio. Quando la notizia si sparse per il mondo furono tanti i fans disperati, qualcuno addirittura arrivò a togliersi la vita, ma estremisti a parte siamo stati in molti a soffrire di questa perdita. Dico "siamo" perchè io sono stata una di quelle che per parecchio tempo non è riuscita a farsene una ragione, per quanto non avessi mai avuto modo di frequentare nè lui nè il suo entourage ovviamente. Ero e sono una fan della sua musica dalla tenera età di 12 anni e come penso potrete immaginare tutta la mia adolescenza e la mia crescita nel corso degli anni è stata seguita dalle sue canzoni, facendo di lui una sorta di "amico di famiglia", perdonatemi il termine.
Per farla breve quando morì ricordo di essermi sentita davvero disperata, inerme. Cercavo un modo per superare la cosa, per andare avanti con la mia vita e così mi sono detta che niente come un romanzo a lui dedicato poteva rendergli omaggio. Ho pensato di farlo rivivere nelle pagine del mio libro per sentirlo più vicino, per dargli una personalità a modo mio, per riuscire a dimenticare per un pò il fatto che se ne fosse andato per sempre. Ecco com'è nato questo romanzo.
Dreamland è il nome di fantasia che ho scelto per il Ranch che fa da scenario alla storia, ovviamente prendendo esempio dal suo più famoso Neverland. Il suo nome è rimasto lo stesso tranne il cognome, che ho leggermente modificato, in modo che nessuno potesse accusarmi di farmi pubblicità sfruttando la sua immagine. Il resto altro non è che una storia inventata di sana pianta, che mi hanno detto riesce a coinvolgere anche chi non è un suo ammiratore, chi non ama il suo personaggio.
Fran è una ragazza italiana che si è trasferita negli Stati Uniti e cerca lavoro come aiuto cuoca. Riesce a farsi assumere a Dreamland ma non sa assolutamente niente del proprietario del Ranch, nè tanto meno può dirsi fan della sua musica. Fatica ad ambientarsi e si scontra con una realtà strana, fatta di finzione e di superficialità, ben lontana dal suo modo di essere, dal suo carattere.
Una sera durante il turno di notte, viene in contatto per la prima volta con il padrone di casa e rimane spiazzata dal suo comportamento, per quanto questi riesca ad incuriosirla.
Le sue vicende proseguono nelle pagine del libro fino a quando non sarà costretta a lasciare Dreamland e a trovare una sistemazione alternativa grazie all'aiuto di una buona amica conosciuta in cucina.
E' a questo punto che riesce inaspettatamente ad avvicinare Michael, a conoscerlo meglio e ad entrare in confidenza con lui. Superato l'imbarazzo iniziale si rende conto di avere a che fare con una persona del tutto normale, solo un pò eccentrica che in realtà è più sola di tante altre che conosce.
Tornare a Dreamland come ospite e non come dipendente avrà tutto un altro fascino per Fran, che accanto a Michael riuscirà ad apprezzarne lo spirito fiabesco e forse un pò infantile, senza venire risucchiata dal lato pratico del lavoro e dal mestiere "dietro le quinte". Ecco allora che grazie alla sua semplicità Michael sarà in grado di sciogliere la corazza che Fran si porta addosso e di mostrarle per la prima volta il suo lato puro e divertente.
Come seconda prova di scrittura questo romanzo è senza dubbio più strutturato del primo, anche a detta di molti. E' piaciuto a molte delle persone che lo hanno letto e mi è stato più volte ripetuto che non è necessario essere un fan di Michael Jackson per trovarlo coinvolgente, il che era esattamente il mio intento.
Forse le parti descrittive sono un pò eccessive e se dovessi riscriverlo ora magari cercherei di mitigarle meglio tra i dialoghi e lo svolgersi della vicenda, ad ogni modo credo sia gradevole da leggere e di facile impatto.
La scelta del tempo presente indicativo per narrare l'intera storia è stata fatta proprio per rendere il più possibile partecipe il lettore, proiettandolo verso il futuro e cercando di dargli un ruolo più attivo.
Anche questo romanzo non è stato pubblicato da alcuna casa editrice ma solamente sul sito www.ilmiolibro.it con autopubblicazione a mie spese. E' disponibile in versione cartacea con copertina morbida al prezzo di € 15,00 più spese di spedizione e in versione ebook al prezzo di € 1,99 a questo link
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=428744
Ancora una volta tengo a precisare che di queste cifre il mio guadagno è veramente ridicolo quindi non sono qui a scrivere di questo romanzo per intascarmi dei soldi ma solo per farmi conoscere anche come scrittrice e per avere opinioni da altre persone sui miei scritti.
Le critiche costruttive sono sempre ben accette.
mercoledì 5 febbraio 2014
SCONES SENZA BURRO RICETTA NEUTRA
Avete presente quando nei film vedete gli inglesi che prendono il tè accompagnato da un enorme vassoio pieno di cose deliziose? Io ogni volta penso "alla faccia della tazzina di tè, questo è un pasto!" In effetti spesso insieme a questa bevanda aromatizzata ci sono biscottini, salatini e micro panini di ogni genere, tra cui gli scones. Ma cosa sono esattamente? Si tratta di focaccine che si prestano bene sia ad un ripieno salato che dolce, dipende dall'impasto. Esiste una ricetta per gli scones salati, una per quelli dolci e poi c'è questa che si può definire neutra. La differenza sta solo nella scelta del ripieno: formaggi e salumi o marmellata e nutella.
Ovviamente la ricetta originale prevede anche il burro tra gli ingredienti (cosa non viene fatto senza il burro ormai?) ma io non ci sto, ho una vera idiosincrasia verso questo alimento, pieno di grassi, di calorie e a mio parere assolutamente sostituibile in molte ricette.
Ho preferito l'uso del più sano olio (io ho usato quello di mais perchè in cucina mi trovo bene, è più leggero di quello d'oliva e si presta a moltissime ricette ma se volete usare l'olio evo fate pure) e vi assicuro che il sapore è davvero buonissimo quindi vi invito a provarlo. Inoltre se siete vegetariani potete approfittare di questa variante per provare questa ricetta.
Altra cosa che ho modificato è l'uso del lievito. La ricetta parlava di lievito chimico, con ogni probabilità intendendo quello vanigliato della Pane Angeli ma io ho usato il Mastro Fornaio lievito secco disidratato perchè avevo intenzione di consumare gli scones con prosciutto e formaggi. Ovviamente in questo modo bisogna allungare i tempi di lievitazione ma se usate un lievito di birra istantaneo che cuoce nel forno va benissimo, in questo caso in mezz'ora riuscirete a preparare il tutto.
SCONES SENZA BURRO RICETTA NEUTRA
(dosi per circa 20 focaccine, dipende dallo spessore della pasta stesa)
- 220 g. farina 00
- 150 ml. latte
- 2 g. sale
- 1 bustina di lievito di birra (Mastro Fornaio o lievito istantaneo)
- 40 ml olio di mais (o evo)
- 5 g. zucchero
Per prima cosa setacciamo la farina in una ciotola, aggiungiamo il lievito, lo zucchero e il sale. Versiamo infine il latte e l'olio e mescoliamo prima con un cucchiaio di legno poi impastiamo con le mani. Deve venire un impasto morbido e un pò appiccicoso.
A questo punto bisogna lasciarlo riposare. Se usate del lievito istantaneo potete ricoprire il panetto con pellicola e metterlo 20 minuti circa in frigorifero, se invece usate del lievito di birra che lievita fuori dal forno coprite con pellicola la ciotola e mettetelo su un termosifone o nel forno spento con la luce accesa sempre per 20 minuti.
Ora stendete l'impasto con un mattarello fino ad avere uno spessore di circa 1 cm più o meno. Tenete presente che gli scones vanno poi tagliati a metà e farciti quindi dobbiamo arrivare ad avere uno spessore adeguato. Usando il lievito istantaneo gonfieranno durante la cottura, usando quello classico invece dobbiamo aspettare che gonfino prima di cuocerli.
Con un tagliapasta o con un bicchiere piccolo tagliate tanti cerchi tutti uguali e metteteli su una teglia ricoperta di carta da forno un pò distanziati gli uni dagli altri. Spennellateli con del latte e se avete usato il lievito istantaneo potete subito cuocerli a 180° per 5/7 minuti, finchè non dorano.
Se avete usato l'altro lievito invece metteteli in forno spento con la luce accesa per almeno un paio d'ore o comunque fino a quando non avranno raddoppiato il volume.
Anche in questo caso vanno cotti a 180° per 5/7 minuti.
Sono buonissimi sia tiepidi che freddi e se ve ne rimangono (ma ne dubito) potete congelarli chiudendoli in un sacchetto per alimenti.
Buon appetito!
Ovviamente la ricetta originale prevede anche il burro tra gli ingredienti (cosa non viene fatto senza il burro ormai?) ma io non ci sto, ho una vera idiosincrasia verso questo alimento, pieno di grassi, di calorie e a mio parere assolutamente sostituibile in molte ricette.
Ho preferito l'uso del più sano olio (io ho usato quello di mais perchè in cucina mi trovo bene, è più leggero di quello d'oliva e si presta a moltissime ricette ma se volete usare l'olio evo fate pure) e vi assicuro che il sapore è davvero buonissimo quindi vi invito a provarlo. Inoltre se siete vegetariani potete approfittare di questa variante per provare questa ricetta.
Altra cosa che ho modificato è l'uso del lievito. La ricetta parlava di lievito chimico, con ogni probabilità intendendo quello vanigliato della Pane Angeli ma io ho usato il Mastro Fornaio lievito secco disidratato perchè avevo intenzione di consumare gli scones con prosciutto e formaggi. Ovviamente in questo modo bisogna allungare i tempi di lievitazione ma se usate un lievito di birra istantaneo che cuoce nel forno va benissimo, in questo caso in mezz'ora riuscirete a preparare il tutto.
SCONES SENZA BURRO RICETTA NEUTRA
(dosi per circa 20 focaccine, dipende dallo spessore della pasta stesa)
- 220 g. farina 00
- 150 ml. latte
- 2 g. sale
- 1 bustina di lievito di birra (Mastro Fornaio o lievito istantaneo)
- 40 ml olio di mais (o evo)
- 5 g. zucchero
Per prima cosa setacciamo la farina in una ciotola, aggiungiamo il lievito, lo zucchero e il sale. Versiamo infine il latte e l'olio e mescoliamo prima con un cucchiaio di legno poi impastiamo con le mani. Deve venire un impasto morbido e un pò appiccicoso.
A questo punto bisogna lasciarlo riposare. Se usate del lievito istantaneo potete ricoprire il panetto con pellicola e metterlo 20 minuti circa in frigorifero, se invece usate del lievito di birra che lievita fuori dal forno coprite con pellicola la ciotola e mettetelo su un termosifone o nel forno spento con la luce accesa sempre per 20 minuti.
Ora stendete l'impasto con un mattarello fino ad avere uno spessore di circa 1 cm più o meno. Tenete presente che gli scones vanno poi tagliati a metà e farciti quindi dobbiamo arrivare ad avere uno spessore adeguato. Usando il lievito istantaneo gonfieranno durante la cottura, usando quello classico invece dobbiamo aspettare che gonfino prima di cuocerli.
Con un tagliapasta o con un bicchiere piccolo tagliate tanti cerchi tutti uguali e metteteli su una teglia ricoperta di carta da forno un pò distanziati gli uni dagli altri. Spennellateli con del latte e se avete usato il lievito istantaneo potete subito cuocerli a 180° per 5/7 minuti, finchè non dorano.
Se avete usato l'altro lievito invece metteteli in forno spento con la luce accesa per almeno un paio d'ore o comunque fino a quando non avranno raddoppiato il volume.
Anche in questo caso vanno cotti a 180° per 5/7 minuti.
Sono buonissimi sia tiepidi che freddi e se ve ne rimangono (ma ne dubito) potete congelarli chiudendoli in un sacchetto per alimenti.
Buon appetito!
martedì 4 febbraio 2014
I MIEI LIBRI: OGGI VI PARLO DI "TAO"
Di recente ho modificato un pò il look del mio blog, lo trovavo un pò demodé considerando che contiene anche tutti i progetti che riesco a realizzare nella vita, oltre che in cucina. Gli ho dato un aspetto forse più completo e ho deciso di inserire i link di presentazione dei miei libri per farmi conoscere anche sotto questo punto di vista.
Si perchè la scelta di aprire questo blog, di condividere con altre persone i miei esperimenti culinari, le mie scelte di vita e tutte le mie idee è solo la punta dell'iceberg, diciamo così! Io scrivo da quando avevo diciannove anni e sebbene abbia cambiato spesso genere passando dalla poesia alla prosa e più di recente alla creazione di un blog, questa forma d'espressione non è mai stata lontana dalla mia vita.
Scrivere per me è più che un passatempo e quando mi capita di avere in mente qualche idea per un libro o per un racconto, allora può succedere che riesca anche a mettere insieme una storia da raccontare in un romanzo.
Ho pensato quindi di presentare brevemente ciascuno dei tre libri che ho scritto partendo proprio dal primo in ordine cronologico, quello che ho scritto all'età di diciannove anni e poi rielaborato a ventotto.
Si tratta più che altro di una prima prova di scrittura, un romanzo semplice che racconta una storia interiore e personale, vista attraverso gli occhi di una ragazza poco più che maggiorenne. Se dovessi riscriverlo adesso probabilmente riuscirei ad arricchirlo di particolari, di descrizioni, di sentimenti, cosa che all'epoca non mi era riuscita affatto. E' una storia narrata in modo semplice ma diretto, che mi hanno detto essere coinvolgente e a tratti persino commovente.
Il libro si chiama TAO e in copertina è presente questo simbolo della religione cinese taoista che viene associato anche al Confucianesimo, rappresentante il Principio, l'eterna forza che scorre attraverso l'universo. Inutile dire che tutto questo non c'entra assolutamente niente con la storia e che non si tratta affatto di un libro impegnato, tanto meno filosofico. Fondamentalmente quella che viene narrata è una storia d'amore e la spiegazione di questo titolo è da ricercarsi tra le pagine del libro quindi non starò qui a descrivere come ci sono arrivata, lascio ai curiosi la scoperta attraverso la lettura.
Siamo nell'America degli anni 60, più precisamente a San Francisco, durante la guerra in Vietnam, nell'epoca d'oro dei figli dei fiori, uno dei miei periodi storici preferiti, se non quello che amo di più. La musica faceva da assoluta padrona ed era capace di riunire e guidare un'intera generazione attraverso una melodia o un testo importante, molto più di quello che riesce a fare oggi. Anche qui infatti la troviamo come personaggio fondamentale ai fini della storia, grazie all'introduzione di una band immaginaria dal nome "The Crow", costruita sulla falsa riga dei "Doors", gruppo indimenticabile degli anni 60 guidato dal carismatico leader Jim Morrison. Nelle pagine del libro infatti questo cantante strano e un pò fuori dagli schemi aiuterà la protagonista a capire meglio se stessa, a scoprire la vita restandole amico.
Le vicende di questa ragazza filtrano attraverso un contesto storico ben preciso, da tenere sempre a mente per poterne capire il significato, l'essenza. Non c'erano regole di vita come possiamo averne oggi, non c'era neanche una visione così pragmatica dell'esistenza forse, ma quello che non mancava era indubbiamente la continua ricerca di se stessi attraverso esperienze estreme da vivere sulla propria pelle, giorno per giorno. Gli ideali e i valori erano diversi ma la generazione che ha creato il movimento degli Hippies è in qualche modo riuscita ad inventarsi uno stile di vita e un'esistenza unica nel suo genere. E' per questo che bisogna conoscere il background storico per poter apprezzare la storia narrata.
Anche Jenny infatti fa parte di questo mondo quando la conosciamo all'inizio del libro. E' una ragazza poco più che maggiorenne, inesperta e forse addirittura un pò naiif ma è circondata da amici che le guardano le spalle e non ha idea di dove la vita la porterà.
Una sera esce con Eric, un ragazzo conosciuto per caso e sebbene la storia pare finire ancora prima di cominciare, il suo futuro le riserverà delle sorprese al riguardo ma lei non è ancora pronta per intraprendere quel percorso. C'è un cammino che deve fare per arrivare dove vuole andare, una strada che solo lei può scoprire perchè la porterà alla ricerca di se stessa, della sua personalità. Non sarà sola però, ci sarà un compagno di avventure inaspettato, qualcuno che Jenny non immaginerebbe mai al suo fianco come guida e amico, qualcuno che l'accompagnerà solo fino ad un certo punto, per poi lasciarla nelle mani del suo destino.
Dopo aver trascorso più di tre mesi in tour negli Stati Uniti con i "Crow" e aver fatto esperienze di vita importanti, Jenny torna a casa e ritrova i suoi vecchi amici che nel frattempo hanno intrapreso strade diverse e a volte difficili. Dovrà scontrarsi con il mondo reale per la prima volta e affrontare i problemi di tutti i giorni da sola. Una conclusione inaspettata la costringerà ad una scelta ben precisa ma in cuor suo sa bene che il suo futuro è già scritto e che la vita le riserverà solo il meglio.
Questo libro non è stato pubblicato da una casa editrice ma è stato autopubblicato da me attraverso il sito internet www.ilmiolibro.it. E' disponibile in versione cartacea con copertina morbida al prezzo di € 12,00 più spese di spedizione e in versione ebook a € 1,99. Tengo a precisare che di entrambe queste cifre il mio guadagno è veramente ridicolo quindi non sono qui a presentare i miei libri per cercare di intascarmi dei soldi ma solo per farmi conoscere anche come scrittrice, per avere il parere anche di persone che non conosco.
Le critiche costruttive sono sempre ben accette.
Qui c'è il link per acquistare il libro in entrambi i formati
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=112927
Si perchè la scelta di aprire questo blog, di condividere con altre persone i miei esperimenti culinari, le mie scelte di vita e tutte le mie idee è solo la punta dell'iceberg, diciamo così! Io scrivo da quando avevo diciannove anni e sebbene abbia cambiato spesso genere passando dalla poesia alla prosa e più di recente alla creazione di un blog, questa forma d'espressione non è mai stata lontana dalla mia vita.
Scrivere per me è più che un passatempo e quando mi capita di avere in mente qualche idea per un libro o per un racconto, allora può succedere che riesca anche a mettere insieme una storia da raccontare in un romanzo.
Ho pensato quindi di presentare brevemente ciascuno dei tre libri che ho scritto partendo proprio dal primo in ordine cronologico, quello che ho scritto all'età di diciannove anni e poi rielaborato a ventotto.
Si tratta più che altro di una prima prova di scrittura, un romanzo semplice che racconta una storia interiore e personale, vista attraverso gli occhi di una ragazza poco più che maggiorenne. Se dovessi riscriverlo adesso probabilmente riuscirei ad arricchirlo di particolari, di descrizioni, di sentimenti, cosa che all'epoca non mi era riuscita affatto. E' una storia narrata in modo semplice ma diretto, che mi hanno detto essere coinvolgente e a tratti persino commovente.
Il libro si chiama TAO e in copertina è presente questo simbolo della religione cinese taoista che viene associato anche al Confucianesimo, rappresentante il Principio, l'eterna forza che scorre attraverso l'universo. Inutile dire che tutto questo non c'entra assolutamente niente con la storia e che non si tratta affatto di un libro impegnato, tanto meno filosofico. Fondamentalmente quella che viene narrata è una storia d'amore e la spiegazione di questo titolo è da ricercarsi tra le pagine del libro quindi non starò qui a descrivere come ci sono arrivata, lascio ai curiosi la scoperta attraverso la lettura.
Siamo nell'America degli anni 60, più precisamente a San Francisco, durante la guerra in Vietnam, nell'epoca d'oro dei figli dei fiori, uno dei miei periodi storici preferiti, se non quello che amo di più. La musica faceva da assoluta padrona ed era capace di riunire e guidare un'intera generazione attraverso una melodia o un testo importante, molto più di quello che riesce a fare oggi. Anche qui infatti la troviamo come personaggio fondamentale ai fini della storia, grazie all'introduzione di una band immaginaria dal nome "The Crow", costruita sulla falsa riga dei "Doors", gruppo indimenticabile degli anni 60 guidato dal carismatico leader Jim Morrison. Nelle pagine del libro infatti questo cantante strano e un pò fuori dagli schemi aiuterà la protagonista a capire meglio se stessa, a scoprire la vita restandole amico.
Le vicende di questa ragazza filtrano attraverso un contesto storico ben preciso, da tenere sempre a mente per poterne capire il significato, l'essenza. Non c'erano regole di vita come possiamo averne oggi, non c'era neanche una visione così pragmatica dell'esistenza forse, ma quello che non mancava era indubbiamente la continua ricerca di se stessi attraverso esperienze estreme da vivere sulla propria pelle, giorno per giorno. Gli ideali e i valori erano diversi ma la generazione che ha creato il movimento degli Hippies è in qualche modo riuscita ad inventarsi uno stile di vita e un'esistenza unica nel suo genere. E' per questo che bisogna conoscere il background storico per poter apprezzare la storia narrata.
Anche Jenny infatti fa parte di questo mondo quando la conosciamo all'inizio del libro. E' una ragazza poco più che maggiorenne, inesperta e forse addirittura un pò naiif ma è circondata da amici che le guardano le spalle e non ha idea di dove la vita la porterà.
Una sera esce con Eric, un ragazzo conosciuto per caso e sebbene la storia pare finire ancora prima di cominciare, il suo futuro le riserverà delle sorprese al riguardo ma lei non è ancora pronta per intraprendere quel percorso. C'è un cammino che deve fare per arrivare dove vuole andare, una strada che solo lei può scoprire perchè la porterà alla ricerca di se stessa, della sua personalità. Non sarà sola però, ci sarà un compagno di avventure inaspettato, qualcuno che Jenny non immaginerebbe mai al suo fianco come guida e amico, qualcuno che l'accompagnerà solo fino ad un certo punto, per poi lasciarla nelle mani del suo destino.
Dopo aver trascorso più di tre mesi in tour negli Stati Uniti con i "Crow" e aver fatto esperienze di vita importanti, Jenny torna a casa e ritrova i suoi vecchi amici che nel frattempo hanno intrapreso strade diverse e a volte difficili. Dovrà scontrarsi con il mondo reale per la prima volta e affrontare i problemi di tutti i giorni da sola. Una conclusione inaspettata la costringerà ad una scelta ben precisa ma in cuor suo sa bene che il suo futuro è già scritto e che la vita le riserverà solo il meglio.
Questo libro non è stato pubblicato da una casa editrice ma è stato autopubblicato da me attraverso il sito internet www.ilmiolibro.it. E' disponibile in versione cartacea con copertina morbida al prezzo di € 12,00 più spese di spedizione e in versione ebook a € 1,99. Tengo a precisare che di entrambe queste cifre il mio guadagno è veramente ridicolo quindi non sono qui a presentare i miei libri per cercare di intascarmi dei soldi ma solo per farmi conoscere anche come scrittrice, per avere il parere anche di persone che non conosco.
Le critiche costruttive sono sempre ben accette.
Qui c'è il link per acquistare il libro in entrambi i formati
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=112927
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